lunedì 27 febbraio 2006
Conferenza
sabato 25 febbraio 2006
Un colpo di scena annunciato
MUSSOLINI: “IO CAPOLISTA ALLA CAMERA”
Roma – Alessandra Mussolini annuncia: “Mi candido alla Camera, capolista del mio partito, Alternativa Sociale. L’abbiamo deciso insieme, l’altra sera, io e Berlusconi. In verità me l’ha chiesto lui, il premier, di candidarmi. Ha insistito ed io alla fine ho accettato. A presto ci saranno altre sorprese, non posso dirvi di più…
Come largamente previsto, A. Mussolini dopo aver strombazzato che non si sarebbe candidata, si candida, eccome che si candida.... Inutilmente. A.S. prenderà tra l0 O,1 e lo 0,4 %, non raggiungerà il 2 % e non sarà il primo dei perdenti che una legge fatta su misura premierà con i seggi. La pace di Rotondi con Berlusconi, annunciata ieri a Primo Piano da Rotondi stesso, è cosa fatta e, lo vedrete, sarà proprio la D.C. di Rotondi ad essere la migliore tra le liste collegate alla CDL.
Nel fattempo Romagnoli, dopo lo scivolone sulle camera a gas, si cosparge il capo di cenere scrivendo a Ciampi e annunciando la sua non candidatura alla testa della Fiamma.
Per essere però presenti e regalare voti ad uno dei due partiti americani italiani Mussolini, Fiore, Tilgher, Romagnoli e Rauti indicano Berlusconi come loro candidato premier e sottoscrivono il programma della CdL in cui si legge tra l'altro:
"Riaffermiamo la nostra alleanza con gli Stati Uniti d'America e la promozione nel mondo di istituzioni libere e democratiche".
Cosa questa promozione di istituzioni democratiche significhi lo sanno bene gli irakeni che hanno visto il loro paese devastato dalle bombe, le loro millenarie città ridotte a cumuli di macerie, le loro famiglie sterminate con i bombardamenti chimici. E in un prossimo futuro potrebbe toccare all'Iran.
Mentre di fronte a questo sfacelo è per noi lecito domandarci come ancora ci siano camerati disposti a seguire questi signori, non possiamo che prendere atto del loro passaggio nelle fila del nemico. Si, NEMICO. Tali sono infatti per noi i gangster di Washington con i quali si sono alleati la Fiamma Tricolore di Romagnoli, Alternativa Sociale di Fiore, Tilgher e Mussolini, il MIS di Pino Rauti.
Ai camerati che ci leggono una sola parola SVEGLIA !!!
e un'esortazione: Rafforziamo il MNP
ORGANIZZIAMO IL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NAZIONALE
Il Movimento Nazional Popolare
Direzione Nazionale
Roma
Telefax. 06/35344399
giovedì 23 febbraio 2006
DEMOCRAZIA AUSTRIACA
DEMOCRAZIA AUSTRIACA
di Alessandro Mezzano
Q
uando la Legge di uno Stato condanna uno storico perché le sue ricerche e le sue documentazioni lo portano a modificare, anche radicalmente, l’opinione comune su fatti storici, significa una sola cosa: che quello Stato uccide la libertà di parola e di pensiero o meglio, uccide la libertà tout court!E’ il caso della condanna, da parte dei tribunali Austriaci, di David Irwing, storico inglese “negazionista”, per i suoi scritti che, documentatamente, ridimensionavano lo sterminio degli ebrei da parte del Nazionalsocialismo Tedesco e comunque negavano i modi e le cifre che da sessant’anni sono accreditate dalla storiografia ufficiale, scritta dai vincitori, senza un bisbiglio di dissenso, di distinguo o di varianti:
Caso storico, questo, quasi unico al mondo e certamente l’unico che non ammette voci discordanti, documentate o meno, che affermino, non diciamo il contrario, ma neppure qualcosa di differente..
E’ lecito discutere se Nerone fu un imperatore colto, lungimirante, difensore degli interessi di Roma e difensore del mondo ellenistico oppure se fu una belva assetata del sangue cristiano, un pazzo psicopatico che si divertiva a massacrare popoli interi.
E’ lecito discutere se Napoleone Buonaparte fu il primo grande precursore dell’idea Europea, grandissimo legislatore e riformatore della pubblica amministrazione oppure un ambizioso generale che ambiva solamente a fagocitare tutte le Nazioni per puro dispotismo e sete di gloria e per questo portò a morte milioni di soldati su cento campi di battaglia.
E’ lecito discutere se gli Spagnoli conquistarono un impero per portarvi il Vangelo oppure se tutto fu motivato dalla sete di potenza e dalla avidità di oro che fece loro sterminare la gran parte dei popoli conquistati.
E’ lecito persino discutere se Stalin fu quel mostro che scaturì dal congresso del PCUS dopo la sua morte oppure se fu un grande rivoluzionario e riformatore che diede la libertà al popolo Russo oppresso dal medio evo zarista.
Ma guai a mettere in discussione i modi e le cifre della SHOA perché allora si commette un crimine di pensiero, la polizia del pensiero ti arresta e la magistratura del pensiero ti condanna come in un dramma di Kafka o in un libro di Orwell..!!
Già scrivemmo che celebrare la “giornata del ricordo” per ricordare solo lo sterminio degli ebrei e non avere nessuna “giornata del ricordo” per i Pellerossa Americani, per gli schiavi Negri, per il massacro degli Armeni, per Hiroshima e Nagasaki, per Dresda, per lo sterminio di Pol Pot in Cambogia, per quello del Comunismo Cinese in Tibet, ecc. ecc. ecc. ecc. ci pareva una vera e propria discriminazione che sapeva di razzismo, come se gli ebrei, che nella bibbia sono il “Popolo prediletto da Dio” dovessero valere più degli altri uomini e come se le stragi dell’uomo contro l’uomo non avessero tutte la stessa tragica immoralità..!
Secondo noi, se David Irwing dice delle cose inesatte o false, la sola strada ragionevole, giusta e rispettosa della libertà è quella di contestare in modo documentato le inesattezze e le falsità sbugliardandolo.
In caso contrario, e con la sua condanna in tribunale per i suoi scritti, si avvalora fortemente il sospetto che non si sia in grado di smentire e sbugiardare e che la censura e la condanna servano a tentare di zittire una voce che non si è in grado di contrastare con le prove storiche.
Un vecchio adagio recita:”.. le bugie hanno le gambe corte...” se è vero perché non lasciarle camminare in un veloce consumo anziché tentare di zittirle con la galera?
Alessandro Mezzano
Dirigente del MNP Umbria
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martedì 21 febbraio 2006
Solidarietà ad Irving
lunedì 20 febbraio 2006
Con la più becera delle destre ? No grazie.
Tra un’impasse improponibile e un’elettrizzante scommessa possibile |
Ho l’abitudine di esporre in modo sistematico il mio pensiero. Preferirei essere più stringato ma ho constatato che i lettori raramente soppesano frasi telegrafiche: le interpretano e spesso le fraintendono. Intendiamoci, anche quando esprimo le mie convinzioni in modo dettagliato una decina di interlocutori le travisano per partito preso, ma quelli lo fanno in mala fede, con pretestuosità. Se si è scarni invece capita, come è accaduto ultimamente con il mio “Più naufraghi che pirati” che il significato dello scritto venga interpretato in modo distorto anche da chi è in buona disposizione d’animo ed in assoluta buona fede. Per questo ho deciso di tornare sull’argomento e chiarirlo ulteriormente.
Cosa ho detto esattamente
Alcuni hanno inteso la mia conclusione dell’articolo di sabato scorso come un “non c’è niente da fare” e dunque un invito a “non votare”, un rinnegamento di ogni prospettiva di accordi. In realtà ho detto ben altra cosa. Ovvero che tutta quella destra radicale che si riconosce in un partito, se non prende coscienza di alcuni dati di fatto e se non esprime una mentalità innovativa, è destinata al naufragio e per giunta a un naufragio imbarazzante. Ragion per cui o reagisce immediatamente o finisce a picco malamente. E se non può agire tempestivamente ed efficacemente tanto vale che eviti di fare figuracce. Questa mia “provocazione” stava a sostenere la necessità di una mutazione antropologica, semantica e morfologica che appare forse impensabile ma non è impossibile in quanto nulla lo è per chi davvero vuole.
Le minacce da sventare
Quali sono le minacce da sventare? Innanzitutto le manovre in cui, come topi giocati dai gatti, sono incappati i due partiti estremi che, separati, finiranno col neutralizzarsi a vicenda rendendo pressoché utopico il traguardo delle elezioni parlamentari. Manovre che, verosimilmente proseguite in sordina nel corso della campagna grazie all’uso a comando dei media, forse mirano – per bilanciamento forzato - a condannare gli stessi partiti addirittura al non raggiungimento del quorum necessario per il rimborso elettorale. Insomma sono convinto che l’operazione in atto sia quella di chiamare tutti dentro per stritolarli e preparare poi l’avvento di un’altra, inedita, ruota di scorta, rigorosamente “corretta”. Già è squalificante fare politica al solo scopo di ottenere rimborsi, figuriamoci cosa diventerebbe fare politica nella CdL al solo scopo di ottenere rimborsi. Se questo dovesse finire con l’essere l’unico traguardo perseguito tanto meglio abbandonare!
Nessuna “conformità”
Ho detto e ripetuto che ritengo positivo il confronto dettato dalla riforma elettorale perché permette a chi finora si crogiolava ai margini del nulla, vivacchiando di rimborsi, di mettersi infine alla prova. Questo però rappresenta un rischio che per essere affrontato necessita di molta forza e soprattutto presuppone una spiccata aderenza alla centralità (caratteriale e spirituale, non politica…) Ciò premesso – e dato forse per scontato con troppa disinvoltura – un’operazione del genere ha senso solo se è pragmatica e aggressiva. Pragmatica in quanto punta ad ottenere peso specifico (i deputati rientrano in quell’obiettivo), aggressiva in quanto impone logiche nuove, “corsare” e mette in imbarazzo tutti e soprattutto lo schieramento che ha aperto i recinti. È valida perché funge da premessa a una nuova entità articolata, non omologata, non uniforme, non massificata, situazionista, spregiudicata e ANTI/corretta: non “insufficientemente corretta”. Sia il pragmatismo che l’aggressività della destra radicale di partito sono però gravemente minacciati dall’evoluzione di questi giorni. In particolare, dopo l’accettazione obbligata dei veti e delle conseguenti patenti di presentabilità, l’unico senso dignitoso che avrebbe un’esperienza di competizione elettorale nella CdL la si ritrova in una linea tutt’altro che “riformista”, o “conforme”; dev’essere molto ma molto spregiudicata e scorretta. Su queste basi, purtroppo, va detto che di tutto quello che ha proposto Roberto a Matrix io condivido ben poco e anche quello mi lascia perplesso per i toni con cui lo ha esposto.
Perché dissento
Il mio ragionamento si articola su più livelli. Un primo motivo di dissenso è dettato dal realismo. Le proposte di AS parlano tutte d’interventismo statale, di assistenza sociale; presuppongono cioè uno Stato che invece oggi non c’è né può esserci e prevedono una strada d’interventi a mio avviso impossibile, impercorribile perché semplicemente non esiste più: perciò mi paiono fuori luogo. Un secondo motivo di divergenza è di tensione ideale. Gli interventi che mi stanno a cuore sono “diretti”, fanno perno sulla “mobilitazione” popolare e sull’assunzione di “responsabilità” che si contrappone alla “delega”. Sono verticali e non verticisti; non chiedono, impongono. Non accettano “elargizioni” dall’alto ma si finalizzano all’autogestione gerarchica e consapevole. È una linea di pensiero che viene dalle Brigate Nere e non dallo Stato paternalistico (o forse sarebbe più proprio definirlo maternalistico). La distanza tra questi due modi di porsi è abissale e cruciale, come riassumo in “Quel domani che ci appartenne”. Tuttavia in un cartello elettorale queste divergenze inconciliabili possono convivere; come premessa e a garanzia dell’apertura di spazi che consentano di favorire l’autonoma organizzazione di popolo. Solo a queste condizioni certe uscite possono risultare potabili per uomini che come me non credono in nessuna soluzione politica di destra né in moralismi o in pratiche indulgenti verso oligarchie ecclesiastiche o sociali. C’è infine un terzo motivo di dissenso. La linea espressa da Roberto (che non è certo una novità, è la sua da oltre vent’anni) probabilmente otterrà consensi appunto di destra ma attenzione: le simpatie non necessariamente si tramutano in voti. Vieppiù quando la concorrenza in materia è ampia e il programma trova apparenti analogie trasversali dall’Udc a Forza Italia, che non sono del tutto assenti in AN e Fiamma. Soprattutto però, come insegnava quel pittore austriaco, poi eroe della Grande Guerra e che sarebbe divenuto capo rivoluzionario prima e Cancelliere di Germania poi, i consensi perbenisti sono i più pavidi e i meno fedeli in assoluto: puntare su di essi è come progettare di costruire sulle sabbie mobili.
Se
Infine, qualora si venga “accettati” in quanto con i comportamenti e con i toni delle proposte si sarà dimostrato di essere stati “ingiustamente discriminati” e che in fin dei conti non si è così “impresentabili”, si rischia di essere omologati e di farsi neutralizzare davvero del tutto. Probabilmente senza deputati, forse senza addirittura rimborsi, senza più credibilità e senza alcuna specificità forte che, ne sono convintissimo, dev’essere “scandalosa”, “corsara”, dove si pretende di andare? Al disastro? Ma una presa di coscienza ed un forte intervento di rettifica sono proprio fuori discussione? Certo, se questo non si verificasse, proseguire su quella china a mio giudizio non avrebbe senso e potrebbe rivelarsi davvero mortificante. Nei prossimi giorni osserveremo gli sviluppi del caso e ragioneremo di conseguenza. Tra un’impasse improponibile e un’elettrizzante scommessa possibile il confine è sottile. |
domenica 19 febbraio 2006
Il MNP a Lamezia Terme
Astensionismo attivo
Comunicato MNP
venerdì 17 febbraio 2006
Fw: [fiamma] "AS" CHINA LA TESTA AL SISTEMA !!!
questuanti
valori''
As''
nipote del Duce: ''Abbiamo presentato a Berlusconi il
nostro programma che verrà esaminato dalla Cdl e ora aspettiamo una
risposta''
Roma, 16
feb. (Adnkronos/Ign) - Alessandra Mussolini non si
candiderà con Alternativa sociale alle elezioni politiche. ''Abbiamo insieme preso la decisione politica di non presentarci
nella lista di Alternativa sociale. Preferiamo mandare avanti i nostri valori,
fare un passo indietro'' ha annunciato nel corso di una conferenza stampa
a Roma affiancata da Roberto Fiore e Adriano Tilgher. La leader di As ha sottolineato che loro tre preferiscono
''fare un passo indietro'' perché ''non contano le persone, ma i valori. Conta la
presenza di un movimento come il nostro che è antisinistra e di destra
sociale''.
Alternativa Sociale si presenterà con un programma ben
preciso, scandito in 7 punti. ''Questa conferenza stampa è
una finestra su quello che è accaduto. Noi non accettiamo veti e ribadiamo la
nostra unione'', ha esordito la Mussolini.
L'ex esponente di An ha inoltre ricordato come il dialogo con il leader della
coalizione, Silvio Berlusconi, sia iniziato ''molto tempo prima''
dell'appuntamento elettorale: ''Qualora l'accordo ci fosse stato, sarebbe stato
su un programma condiviso da noi e dalla Cdl''. Polemicamente, la nipote del
Duce ha mostrato le sue analisi del sangue, per dimostrare che non fa uso di
droghe e che quindi è perfettamente lucida in quello che dice e che fa:
''L'emoglobina e la ves sono sostanzialmente buone, così come le analisi delle
urine. Questo dimostra che non assumo sostante stupefacenti, né droghe leggere e
né pesanti...''. Durante la conferenza la leader di As ha spiegato che saranno
sette i punti programmatici proposti dal partito e tra questi figurano il
lavoro, la sicurezza, la famiglia e la democrazia paritaria.
''Un
movimento come il nostro deve capire che per portare avanti i propri valori deve
fare una scelta di campo perché la legge non consente di stare fuori'', ha
proseguito la Mussolini. Ed ha spiegato: ''Abbiamo presentato a Berlusconi il nostro programma che verrà
esaminato dalla Cdl''. Poi ai giornalisti che le chiedevano se si aspetta
una risposta dal presidente del Consiglio la Mussolini ha risposto: ''Sì, speriamo. Berlusconi è un uomo di
parola''.
Alternativa sociale, ha fatto presente Tilgher, che
insieme agli altri due esponenti del partito ha deciso di farsi da parte, ''ha scelto di dialogare con la Cdl su un programma preciso che
garantisce la tutela sociale del nostro popolo. Questo è l'elemento portante che
ci ha spinto a scendere in campo''. Sulle accuse che gli sono state
mosse, l'esponente del Fronte nazionale, ha ribattuto: ''La mia figura è
lineare, non ho nascosto niente a nessuno''. Ed ha annunciato che procederà per
vie legali ''contro chiunque ha messo in dubbio la mia figura
morale''.
( www.adnkronos.it 16 febbraio )
E' RIDICOLO DOVER ESSERE "LEGITTIMATI" DA BERLUSCONI (
PIDUISTA E LIBERAL CAPITALISTA ), FINI ( BADOGLIANO, FILO-YANKEE E FILO-SIONISTA ) E
CASINI ( DEMOCRISTIANO )
QUANDO SAPPIAMO TUTTI BENE CHE NELL'ATTUALE SITUAZIONE "RISCHIA" PIU' IL CENTRO
DESTRA CHE IL CENTRO SINISTRA DI PERDERE LE ELEZIONI,QUINDI SEMMAI IL "RICATTO POLITICO" DOVEVA ESSERE FATTO DA ALTERNATIVA SOCIALE CHE CON I SUOI VOTI POTEVA ESSERE PIU'
O MENO DETERMINANTE PER LA VITTORIA DELL'UNO O L'ALTRO SCHIERAMENTO
!!!
NOI "FASCISTI"
FACCIAMO "POLITICA" PER GLI IDEALI,NON PER
QUALCHE SCHIFOSA "POLTRONA"...NON DIMENTICATEVELO CARI FIORE,TILGHER,ON. MUSSOLINI,RAUTI,ROMAGNOLI !!!
IL 9 E 10 APRILE...
NON VOTARE
!!!
LUPO
NERO
http://orientamenti.altervista.org/
Collegamenti utili di Yahoo! Gruppi
- Per andare all'homepage del gruppo:
http://it.groups.yahoo.com/group/fiamma/
- Per annullare l'iscrizione al gruppo, scrivi a:
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giovedì 16 febbraio 2006
Cineforum nazionalpopolare
Fw: Il richiamo del ricordo
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mercoledì 15 febbraio 2006
L'accordo è fatto!
Questuanti e umiliati
VERGOGNA !!! di Merimar
martedì 14 febbraio 2006
Ambigui e confusi di Adriano Rebecchi
domenica 12 febbraio 2006
Brutalità democratiche
Iraq: i soldati inglesi esportano la democrazia brutalizzando ragazzini
di redazionale [12/02/2006]
Fonte:Comedonchisciotte
Per vedere il filmato: http://www.newsoftheworld.co.uk/armyvideo.shtml Iraq. Su News of the World immagini di soldati britannici che picchiano ragazzi. Baghdad, 12 febbraio 2006 I soldati britannici responsabili di maltrattamenti di civili iracheni saranno perseguiti in tribunale. Lo ha dichiarato oggi il ministro delle finanze britannico Gordon Brown. Commentando la pubblicazione sulla rivista News of the World di foto che mostrerebbero militari britannici in Iraq che percuotono ragazzi iracheni senza motivo, Brown ha dtto alla Bbc che "se è vero, è un comportamento inaccettabile" e che "i responsabili saranno perseguiti ! in tribunale". "Bisogna che ci sia un'inchiesta", ha detto ancora il ministro sottolineando comunque che "ci sono uno o due incidenti per 80.000 soldati che si sono recati in quella zona". L'edizione domenicale di News of the World ha pubblicato le immagini tratte dal video - su cui il ministero della Difesa britannico ha già avviato un'inchiesta - che mostra dei militari del Regno che pestano "selvaggiamente" un gruppo di adolescenti iracheni disarmati. "Brutale", titola secco il tabloid in copertina, sostenendo che le scene mostrate in esclusiva gettano "vergogna" su tutto il Paese. In apertura, il quotidiano precisa di avere alle spalle una "lunga storia di sostegno alle truppe britanniche impegnate in Iraq, ed è per questo che ritiene che i nostri eroi siano infangati da questi criminali". E ancora: gli inglesi si sentiranno "infamati da questi scoppiati privi di cervello", come titola l'articolo che accompagna le immagini, "destinate a sconvolge! re il mondo e scatenare un enorme scandalo militare", secondo ! le previsioni del New of the World. Le riprese sarebbero state fatte da un caporale "per divertimento", durante le proteste di un gruppo di giovani all'esterno di una base militare. Nelle sequenze del video si vedono almeno otto soldati che "catturano quattro manifestanti indifesi, tutti dall'aspetto di adolescenti, li prelevano dalla strada e li portano all'interno delle recinzioni di un complesso militare isolato". I ragazzi, senza alcun motivo, vengono "colpiti con bastoni, scarponi e pugni". I soldati "ignorano le loro richieste di compassione, fino a quando la situazione non degenera e quello che sembra un soldato semplice sferra un calcio nei genitali di un ragazzino raggomitolato a terra". Come colonna sonora a tutto questo, il cameraman divertito incita i suoi compagni con commenti del genere: "Oh sì, oh sì, fategliela vedere a questi ragazzacci! Piccoli fottuti iracheni dovete morire". Il video, che è stato fatto girare fra alcuni commilitoni in patr! ia, è stato consegnato al News of the World da una fonte "disgustata", come spiega il tabloid. "Il nostro informatore ha osservato che questi iracheni erano solo bambini, la maggior parte dei quali addirittura scalzi". Il video sarebbe stato girato all'inizio del 2004, durante una serie di manifestazioni in Iraq meridionale. Il contesto, spiega il giornale, era quello di un contingente coinvolto in scontri con centinaia di manifestanti armati di pietre, bastoni e granate rudimentali. "La tensione è percepibile nel filmato, che sembra girato dal tetto del complesso militare". Prima degli eventi, una granata lanciata dalla folla di dimostranti esplode all'interno della base militare, provocando una pioggia di schegge e una colonna di fumo. I manifestanti gridano insulti contro i soldati. Decine di giovani corrono verso la base lanciando sassi, ma poi vengono respinti da militari con elmetti da combattimento, armi e bastoni; tutti tranne i quattro che subiranno gli abu! si. Nel video, che viene raccontato minuziosamente dal! tabloid, che ne pubblica numerose sequenze, a un certo punto la telecamera si avvicina al cadavere di un iracheno, mentre un soldato ritira una coperta per farlo vedere meglio, come un "triste trofeo". "Il cameraman allora commette un atto considerato il peggiore insulto per un iracheno", ma anche per ogni essere umano, e "dà due calci al cadavere in faccia, umiliandolo nella morte. Il cadavere, un ragazzo di vent'anni, viene poi sollevato per essere inquadrato meglio dall'obiettivo, e un soldato chiosa: 'E' stato proprio un cattivo figlio di puttana' ". |
http://orientamenti.altervista.org/
L'area dei mendicanti di Adriano Rebecchi
Come sempre, ogni volta che "qualcuno" al momento della verità sceglie la strada più comoda e facile anziché la scomoda e dura "retta via", sorgono le dispute se la scelta significa buttare alle ortiche le proprie idee ed i propri ideali oppure, se in realtà, la scelta è solo contingente e momentanea e serve a portare a casa qualche vantaggio o risultato per meglio diffondere le idee e gli ideali stessi.
Analogamente, si discute se quelli che accettano sono complici oppure subiscono, "sputando fiele", perché non se la sentono di abbandonare il loro Partito di riferimento.
Ora, nel caso del M.S.-F.T., del quale fummo una delle prime se non la prima Federazione a costituirsi e che quindi conosciamo bene, possiamo senz'altro dire che in buona parte della sua dirigenza, locale e nazionale, la "voglia di accordi" o se preferite "l'attrazione fatale" è sempre stata presente, tanto è vero che il furbone Rauti ne aveva coniato una chiara sintesi: la politica deve avere due linee, quella intransigente e dura per la militanza e quella mediatrice e possibilista per la dirigenza".
Più chiaro di così!
Se mi è consentita una citazione personale, nella riunione dei quadri del Piemonte del MS-FT durante una pausa del Congresso di Montesilvano di quattro anni fa, mi trovai solo a respingere senza se e senza ma qualsiasi ipotesi di intesa con la CdL, mentre tutti gli altri (una ventina tra Quadri e Dirigenti) dissentivano e ironizzavano sulla mia incapacità di "capire e di fare politica"!!!
A dimostrazione della solidità della "linea accordista", alcuni di quei Quadri e Dirigenti sono ora felicemente in Alleanza Nazionale e nella loro opera e attività politica sono totalmente appiattiti sulla linea del loro nuovo partito di appartenenza, alla faccia dei buoni propositi!
La verità è che la cosiddetta seconda repubblica non è stata altro che il riciclaggio del vecchio e corrotto sistema andato in crisi con la fine del comunismo e con "tangentopoli" e che il sistema elettorale maggioritario necessitava della scomparsa del M.S.I. e di ciò che restava dell'eredità Fascista (così come della scomparsa del PCI e di ciò che restava dell'eredità comunista), per instaurare il bipolarismo fasullo dell'alternanza tra due coalizioni di eguali.
E' stata l'attuazione politica e pratica del disegno della "destra di comodo", prospettata da anni dalla P2 e dalle varie lobby massoniche interne ed internazionali e che doveva fare da contraltare ad una altrettanto "sinistra di comodo" per la stabilizzazione del sistema democratico, liberista e antifascista.
In questo disegno non c'era, non c'è, non ci sarà, alcun spazio, di nessun genere e in qualunque forma, per quegli Ideali e quelle Idee che bene o male, degnamente o indegnamente, riteniamo di rappresentare e che diciamo di voler salvaguardare e riaffermare.
In questi dieci-quindici anni il disegno è stato imperniato ed è ruotato sul berlusconismo, al potere, all'opposizione e ancora al potere, che è stato ed è l'ombrello, il coperchio della pentola del sistema, dalla quale tra mafia e massoneria, tra liberismo e riformismo, rispuntano le congreghe affaristiche e corrotte di centro-destra e di centro-sinistra ed il trasversalismo dei loro sporchi affari e della spoliazione della Nazione.
Noi eravamo, siamo, dobbiamo essere, altro da tutto questo!
Ecco perché tifiamo per la fine di questa sedicente seconda repubblica, fine che ci aprirà ampi spazi di iniziativa politica e la strada per il nostro rilancio, ma non li aprirà agli opportunisti e ai miopi.
Opportunisti, perché pensano di lucrare qualcosa mettendo sulla scheda il proprio simbolo ed i propri uomini accanto ai peggiori uomini e servi del sistema.
Miopi
, perché pensano di stare saltando sul carro del vincitore e invece stanno solo elemosinando un posticino sul carro del perdente.E non servirà poi dire di averlo fatto per colpa del sistema elettorale e per dare visibilità alle nostre Idee.
Agli occhi della gente saranno semplicemente gli ultimi acquisti, in saldo, del berlusconismo al tramonto.
Ai nostri occhi, a voler essere benevoli, saranno quanto meno degli incapaci nel capire e valutare le fasi storico-politiche e quindi inadatti a guidare e gestire qualsiasi nuova fase o realtà.
Adriano Rebecchi
Non possiamo, come ci accade spesso, che essere d’accordo con il camerata Rebecchi sia per la logica ineccepibile dell’analisi che per i contenuti politici ed anche etici del ragionamento.
Sì, perché la vera differenza tra noi e le ondivaghe puttane dell’area che spasimano di fare una “marchetta” con Berlusconi è soprattutto nel fatto che la nostra adesione politica è condizionata da una posizione etica che la ispira e la illumina, mentre la loro nasce dall’ambizione e dalla convenienza ( e, data la contingenza politica attuale, da una buona dose di miopia cerebrale, come dice bene Adriano Rebecchi).
Noi, che nell’immaginario collettivo siamo “quelli che davano la purga ” oggi dobbiamo prenderne una buona dose per liberarci finalmente e per sempre degli escrementi dell’”AREA” ed iniziare un percorso politico serio, pulito e proficuo.
Alessandro Mezzano
Gli analisti del Pentagono di Giancarlo Chetoni
Anche se gli analisti del Pentagono e della Nato e i “ media occidentali “ continuano ad accreditare l’esistenza di una indiscussa supremazia militare e politica dell’ America sul mondo, con l’intento di scoraggiare i nuovi “ nemici “ e convincere i vecchi “ amici “ a mantenere le “ posizioni “, è ormai evidente che gli Stati Uniti non sono più in grado di esercitare, come hanno fatto dal 1945 ad oggi, un potere di portata planetaria
Mentre l' America incontra crescenti difficoltà strutturali nell' espansione economica e industriale e deve incassare una inarrestabile perdità di credibilità politica, declina, rovinosamente, anche il processo di riammodernamento dell' Us Air Force e della Us Navy :
il punto focale di quella " proiezione di potenza " che avrebbe potuto conservare, nel confronto globale con competitori emergenti come Cina, India, U.E e Russia il forte vantaggio di deterrenza tecnologica, finanziaria e produttiva che l’America aveva accumulato durante gli anni della guerra fredda nel rapporto di forza con i Paesi dell’ Est e con l' URSS.
Paradossalmente la caduta del Muro di Berlino e l’ implosione del comunismo hanno liberato enormi energie, congelate, dalla fine della 2° guerra mondiale, dal trattato di Yalta.
Sono saltate tutte le regole che avevano permesso per decine di anni l’ ingessatura geopolitica dei continente latino americano ed euroasiatico.
L’esempio più clamoroso a sostegno di questa affermazione viene dal black-out che coinvolge l’aviazione militare e commerciale Usa.
Mentre Airbus sottrae crescenti quote di mercato alla Boeing fino a superarla in numero di aerei venduti e in volume di affari con le compagnie di volo internazionali, in campo militare l’ Europa è riuscita a rendere operativo l’ Efa 2000 quando F 22 Raptor Usa è ancora allo stato di prototipo, per crescenti difficoltà di bilancio e di messa a punto.
Mentre l’ Europa si appresta a lanciare nel 2006 l’ A 380 che rivoluzionerà il trasporto aereo civile mondiale con 850-900 passeggeri imbarcati vantando il minor livello di inquinamento acustico e ambientale, con il maggior risparmio di carburante e la più grande autonomia intercontinentale, l’ America continua a produrre un B 747 ormai obsoleto e sempre più difficile da vendere. In campo militare le cose vanno anche peggio.
Gli aerei da supremazia aerea, gli intercettori, i cacciabombardieri F 14-15-16-18 sono ormai delle autentiche carrette dell’aria ma il ritardo più devastante che gli Usa hanno accumulato è nei sistemi d’arma. La tecnologia militare Usa da anni è ormai al palo.
E se gli Usa sono paralizzati da un crescente “ immobilismo “ finanziario e industriale, diminuisce, di conseguenza, il potere di “ Israele “ che da sempre utilizza materiale militare di provenienza Usa e le sue donazioni, a carico dei lavoratori americani, per mantenere in efficienza in enorme apparato di repressione.
L’annuncio della Russia di voler vendere nei prossimi cinque anni 40-60 centrali nucleari in America Latina, Asia, Africa ed Estremo Oriente, insieme alla politica energetica di Gazprom in Ucraina e Georgia e qualche avvertimento anche per la Merkel, sta letteralmente gettando nel panico Bush, il Pentagono e i necons Usa.
Dal Dicembre 1999 ad oggi la Russia, è riuscita ad annullare la supremazia militare degli Usa, che durava, incolmabile, dalla guerra arabo-“ israeliana “ del 67.
L’industria russa, con uno sforzo di ricerca senza precedenti dovuta al trasferimento di tecnologia francese e tedesca in progetti di cooperazione bilaterali, è riuscita a produrre sistemi d’arma capaci di annientare qualunque capacità offensiva degli Usa non solo sul suo spazio aereo e marittimo ma, cosa ben più importante, anche su quello dei Paesi che si affacciano, via, via sulla scena internazionale.
Mentre un bombardiere nucleare americano B-2 che vola ad una tangenza operativa di 18.000 metri ed a una velocità di 0.98 mach, subsonica quindi, costa oltre 2 miliardi di dollari, la Russia di Putin, e i suoi acquirenti esteri di materiale militare, possono abbatterlo con un missile ( cliccare " surface to air missile Sa 300 pm2 " in ... ricerca ) del valore di 1 milione dollari.
L' Sa 300 vola a 8.00- 9.00 mach fino a quote oltre i 40 km di altezza e può colpire a distanze di 150-160 km il B-2 da punto in cui è scoperto dai radar. Le valutazioni strategiche, militari ed economiche, che conseguono le lasciamo alla valutazione del lettore.
Lo studio dei materiali radar assorbenti che coprivano la cellula dell' F 117 " stealth " abbattuto sulla Serbia nel 1999 ha permesso di rendere " visibili " anche i B-2.
L’esportazione verso la Cina, l’ India e l’ Iran di questa produzione, aumentando a dismisura, la potenza convenzionale dei destinatari ha permesso alla Russia di incassare miliardi di dollari dall'export militare rinforzando ulteriormente la sua economia e la sua capacità di ricerca, progettazione e produzione industriale.
In questo quadro la collaborazione tra Russia e Iran ha assunto un valore strategico. Le enormi risorse finanziarie che l’ Iran riesce ad incassare con l’ esportazione di gas metano e petrolio, che ormai ha superato da un anno sui mercati internazionali una quotazione oscillante tra i 60-62 dollari al barile, vengono, in parte, spese nella Federazione Russa per l’acquisto di sistemi d’arma a prevalente finalità di difesa. Negli ultimi cinque anni l’ Iran ha trasferito verso la Russia 4.6 miliardi di dollari per acquistare materiale militare oltre a sviluppare con questo Paese un piano di assistenza per la costruzione della centrale atomica di Busher.
L’ultimo trasferimento di tecnologia militare dalla Russia all’ Iran ha riguardato l’ acquisto di 1.250 missili terra-aria Thor M-1 e un aliquota di Buk M 1-2, già presenti nell'arsenale delle Forze Armate dell' Iran, dotati di supporto mobile, destinati alla difesa a breve raggio con un contratto di fornitura stimato ad oltre 760 milioni di dollari per il 2005.
La consegna, lo schieramento delle batterie e l’operatività del sistema in Iran è previsto per l’estate del 2006.
Verso la Cina l’ Iran ha destinato risorse per oltre 5.4 miliardi di dollari ricevendone in cambio oltre a materiale industriale e militare anche un fondamentale appoggio diplomatico in sede internazionale e all’ Onu.
Al ritmo di 1.4 miliardi di euro, negli ultimi tre anni, l’ Iran ha rinforzato enormemente le sue capacità aeree, navali e terrestri. Capacità di difesa che hanno fatto dell’ Iran la prima potenza al mondo, sarà bene ribadirlo, nel campo della difesa aerea e antinave.
La “ densità “ dei sistemi missilistici che la Repubblica dell’ Iran ogni 100 Kmq è la più alta, in assoluto, a livello mondiale.
La qualità tecnologica del materiale è attualmente insuperata e lo rimarrà per anni ed è, nel settore la stessa di cui dispone attualmente la Russia per contrastare una eventuale, improvvisa, aggressione nucleare, portata da aerei o cruise-missiles, degli USA.
Non si è lontani dalla verità quindi nell’affermare che l’ Iran è in grado di abbattere tutto quello che gli Usa e “ Israele “ riescano a far volare ben molto prima che possano entrare nel suo spazio aereo o marittimo.
L’Iran ha una difesa a lungo, medio e breve raggio semplicemente formidabile resa ancora più letale da misure di punto , satellitari ed AWACS tu 140, ottimizzate sulle analisi di impiego dei cruise-missiles Usa sull’ Iraq.
In campo marittimo ha sistemato nel Golfo Persico e nell’ Oceano Indiano un numero imprecisato di avanzatissime batterie antinave SSN 22, Yakhont , C 801, C 802.
Lo schermo difensivo marittimo oltre che a mine tradizionali di prossimità e di contatto è stato completato dalla semina sul fondo di queste acque di centinaia di contenitori stagni contenenti potenti siluri a ricerca acustica EM 52.
Oltre 900 missili strategici a lunga gittata sono pronti a colpire terminali, porti e infrastrutture di eventuali califfati che intendessero collaborare con gli Usa mettendo a loro disposizione basi, attrezzature ed aereoporti.
L 'unico modo per gli Usa di evitare una severa lezione è di tenersi lontanissimi dall' Iran. Potrebbero entrare con una squadra navale, prima di un attacco, nel Golfo Persico ma ne uscirebbero, dopo, con delle scialuppe di salvataggio o dei autogonfiabili e l'unico petrolio che potrebbe lasciare lo stretto di Ormuz , da quel momento, sarebbe il contenuto di un barile sversato in mare e affidato al gioco delle correnti.
Non c’è attualmente caccia, cacciabombardiere, cruise-missile, bomba di precisione, bombardiere intercontinentale, aereo radar, da guerra elettronica, missile balistico con raggio da 2.500 km, conosciuto o precedentemente impiegato, in dotazione all’ Us Air Force, alla US Navy , o a “ Israele “ che non possa essere intercettato e abbattuto tra 300 e i 120 Km prima che si possa pensare di entrare nello spazio marittimo e aereo o territoriale dell’ Iran.
Il bombardamento degli F 16 di " Israele " sul reattore di ricerca " Osiris " di Tammuz ha concluso un epoca. Oggi tentare di avventurarsi in profondità all' interno dell' Iran sarebbe per Usa e Israele semplicemente un suicidio militare.
In un'altra occasione potremo dar conto minuziosamente dell’enorme potere convenzionale di cui dispone attualmente l’ Iran e l’ampiezza della deterrenza geopolitica che può esercitare in Iraq, Afghanistan, Libano, Palestina e più in generale su altre aree del Vicino Oriente che del Centro Asia.
Si può inoltre legittimamente sostenere che la capacità di difesa convenzionale dell’ Iran sia, di fatto, superiore a quella che possono mettere in campo nell’area del Golfo Persico gli Usa, senza dover sottrarre, per tempi lunghi, ad altre aree strategiche, forze indispensabili ad assicurare un ormai residuale controllo militare “ globale “.
Fintanto che truppe Usa continueranno ad essere dislocate in Iraq, alle periferie delle città, non ci saranno prevedibilmente attacchi Usa all’ Iran o alla Siria. Tra i due Stati è operante da tempo un patto di reciproca difesa. La strategia militare dell' Iran prevede inoltre attacchi preventivi di ampia portata su obbiettivi Usa o di " Israele " nel caso che fosse accertato l'imminenza di azioni aggressive contro la sua sovranità.
L’ America impegnata severamente sul terreno in Iraq non è attualmente in grado a livello economico, militare e politico di gestire 2 “ punti di crisi “ regionali. L’Afghanistan non lo mettiamo nemmeno nel conto.
Le perdite Usa in Iraq sono devastanti. Da informazioni attendibili di fonte diplomatica europea i caduti Usa in Iraq sono prossimi a 20.000 unità mentre i feriti dovrebbero attestarsi tra 90.000 e i 100.000.
Le spese sostenute dall’ Amministrazione Bush per la guerra sono ormai, ad oggi, dall’ Aprile 2003, oltre i 575 miliardi di dollari. Bush ha chiesto al Congresso Usa, proprio in questi giorni, un ulteriore stanziamento di 70 miliardi di dollari da destinare all' Iraq e all' Afghanistan, più un seconda trance di altri 50 a partire dal 2007.
In questo contesto allargare la guerra all’ Iran per gli Usa è ormai un obbiettivo fuori portata a meno di non usare armamento atomico tattico sui centri di ricerca e sull’industria militare e civile iraniana con attacchi di saturazione di cruise-missiles, una volta saltata irrimediabilmente la possibilità di degradarne l’efficienza, l'operatività e la produzione con interventi aerei mirati. Ma quì il discorso si sposta verso l’inponderabile.
Ragionando in termini comparativi il Governo Berlusconi per mantenere in Iraq un contingente dai 2800 ai 3200 uomini, arrivati su quel teatro di guerra con mesi di ritardo rispetto al Marzo 2003, ha speso ad oggi 1.2 miliardi di dollari mentre ha previsto per il prossimo semestre un ulteriore stanziamento di 300 milioni di dollari che porta il finanziamento della missione in Iraq ad un totale di 1.5 miliardi di dollari.
Il contingente italiano, per mantenere pressoché costante la presenza militare di 3000 soldati a Tallil, dopo la perdita del controllo sulla provincia di Dhi Qar, della C.P.A, della base Libeccio e Maestrale e una pressoché totale riduzione dell’attività di controllo sulla città di Nassiriya fino al ripiegamento .....“ tattico “..... nella ridotta di Camp Mittica inserita nel perimetro dell’aeroporto Usa , ha avvicendato con turnazione di 4- 5 mesi la Brigata Garibaldi, la Sassari, l’ Ariete 2 volte, la Friuli 2 volte e la Folgore e si appresta dal 1° gennaio 2006 a sostituire nuovamente l’ Ariete con la Sassari.
In totale per il contingente presente a Tallil il Ministero della Difesa ha provveduto alla rotazione di non meno di 24.000 militari. Gli Usa per mantenere in Iraq una forza di 180.000 uomini hanno dovuto avvicendarne oltre un milione allungando il periodo di ferma in zona operativa anche oltre i 12 mesi con le conseguenze che si possono immaginare sulla tenuta psicologica e sull’efficienza militare delle divisioni americane che continuano ad operare in zone fortemente ostili e in condizioni ambientali estreme.
Gli agi che offriva il Vietnam in riposo, ricercatezza di cucina, ambiente e disponibilità di puttane sono lontanissimi. Per i figli dei " veterani " in Iraq non c'è libera uscita, aria condizionata, bar dove bere birra fredda o frequentare locali a luci rosse. A Baghdad essere infilati morti ammazzati in una black-bag è molto più facile che nel Delta del Mekong.
Mentre l’ Italia staziona in una zona che gli analisti militari definiscono “ stabilizzata “ o a “ basso rischio “ le forze Usa agiscono in aree ad altissimo pericolo per la spietata, efficienza messa in campo dalla guerriglia del Baath.
Se gli Italiani hanno perso 32 uomini, quindi più dell’1 % del totale delle forze militari a disposizione, gli americani, dovendo far fronte a non meno di 70-80 azioni di fuoco al giorno della guerriglia, con perdite multiple, ad ogni attacco, in morti e feriti, secondo le stime dei media internazionali avrebbero avuto ( ci ripetono ) ... 2.160 soldati caduti.
Balle di rai, mediaset, agenzie, giornali di partito e " indipendenti ".
La percentuale in questo caso risulta, addirittura, attestata su una percentuale appena superiore alle perdite sofferte dal contingente italiano che ha dovuto in sole 2 occasioni far fronte a un attentato e a due attacchi di portata limitata con impiego di sole armi leggere da parte della Milizia di Al Sadr.
Stimando, da dati di fonte diplomatica della UE, per caduti il 12-15% dei militari USA, il Pentagono dovrebbe aver registrato almeno 19.000-20.000 morti e, valutando il rapporto 1/5 tra morti e feriti, oltre 90.000 tra inabili, sottoposti a terapie riabilitative e interventi chirurgici. Più del 40 % dei militari Usa sono stati curati per gravi traumi cranici. L'elmetto di klevar in dotazione alle truppe Usa ha salvato molte vite ma gli spostamenti d'aria conseguenti ad esplosione ha prodotto un aumento di lesioni celebrali con postumi di inabilità permanenti.
In Vietnam i B 52 Usa martellavano l'Esercito del Nord con bombe acustiche perchè un soldato con i timpani spaccati, si diceva allora al Pentagono, non si può più utilizzare come combattente e in più costa, al nemico, più di un morto perchè continua a mangiare e a vestirsi.
Solo a Ramstein ci sono 1.470 posti letto, destinati ai feriti Usa in Iraq, e oltre 1.700 tra medici e infermieri. Dal Maggio 2003 la ricettività dei complessi ospedalieri tedeschi è al completo.
Quando non si riesce a controllare la strada, strategica, che dalla " green zone " porta all’ aeroporto, in tutto una dozzina di chilometri, e si deve incassare perdite crescenti lungo il percorso di personale civile e militare e lo si pattuglia con forze raccogliticcie come la Guardia Nazionale, vuol dire per gli Usa la guerra in Iraq, e in Afghanistan, è ormai persa da tempo.
Fini, Martino e compagnia cantante quando vanno a trovare il " presidente dell' Iraq " Talabani usano gli strapuntini dei Black Hawh.
L’imperialismo di Usa e GB marcia ormai con il passo degli stivali delle sette leghe verso un irreversibile tramonto.
Il partito amerikano è ormai con l'acqua alla gola in America Latina, Eurasia, Medio ed Estremo Oriente mentre continua la liquidazione di quello che rimane delle divisioni Usa e dei suoi servi in Iraq e Afghanistan.
Per il declino definitivo occorrerà aspettare altri 25-30 anni.
Dresda, Berlino, Hiroshima, Nakasaki ... fosforo rosso, catrame radioattivo, agente arancio, napalm, fosforo bianco ... Falluja.
G.C
La prossima nota sarà sul dispositivo di attacco preparato da Martino contro l' Iran, con l'invio di 350 militari dell' Aviazione Militare a Herat dietro la foglia di fico dei Centri Provinciali di Ricostruzione in Afghanistan che espone a enormi pericoli il contingente italiano di quella base come quello di Camp Mittica.