giovedì 7 febbraio 2008

Veri ladri












In caso di scioglimento anticipato delle Camere, le
segreterie dei partiti
continuano a ricevere i rimborsi elettorali della XV
legislatura, quella attuale


Il voto anticipato regala
300 milioni alle casse
dei partiti


La legge destina 50 milioni all'anno ai partiti per
ciascuna delle due Camere
Una norma del febbraio 2006 non interrompe
l'erogazione anche se finisce il mandato
di CLAUDIA FUSANI


<B>Il voto anticipato regala<br>300 milioni alle casse dei partiti </B>

La bacheca con i simboli dei partiti alle politiche 2006

ROMA - Sciogliere
adesso le Camere e andare a votare significa regalare 300 milioni di euro ai
partiti, cento milioni all'anno per i prossimi tre anni, fino al 2011, scadenza
naturale della XV legislatura. Viene in mente "Lascia o raddoppia?", il gioco a
quiz con cui gli italiani cominciarono a vincere soldi in tv nella seconda metà
degli anni Cinquanta. Solo che stavolta i beneficiari sono i partiti e chi ci
rimette è lo Stato, cioè i cittadini.

Il gioco, se così si può chiamare,
è molto semplice: ogni anno i partiti si dividono, a seconda dei voti che hanno
ricevuto, una torta di circa 50 milioni di euro che vanno sotto la voce rimborsi
elettorali. Cinquanta milioni per ognuno dei cinque anni di legislatura. Una
volta, secondo logica, se la legislatura finiva il rimborso veniva interrotto
per lasciare il posto a quello nuovo che comunque sarebbe arrivato.


Invece nel febbraio 2006, ancora in sella il governo Berlusconi,
interviene una piccolissima modifica che garantisce "l'erogazione del rimborso
elettorale anche in caso di scioglimento delle Camere". Significa che i partiti
rappresentati nel prossimo Parlamento - molti dei quali assolutamente identici -
prenderanno due volte il rimborso elettorale. Succederà sicuramente a Forza
Italia e al Pd che sommerà i rimborsi "vecchi" dell'Ulivo e quelli "nuovi" del
Partito democratico. Forse anche in questo banalissimo calcolo di cassa sta una
delle ragioni della volontà di tornare al voto. Votare conviene.

Da
800 lire a 1 euro
. La "guida" in questo viaggio nello spreco è Silvana Mura,
deputata dell'Italia dei Valori e tesoriera del partito che per ben due volte,
nella Finanziaria votata nel dicembre 2006 e in quella approvata a dicembre
scorso, ha provato a cambiare le cose. Rimbalzando nel muro di gomma degli
stessi partiti. Mani pulite e il successivo referendum avevano abolito nel 1993
il finanziamento pubblico ai partiti che nel 1999 rispunta fuori sotto la
dizione "rimborso elettorale". Fin qui niente di strano. Anzi, civilmente
corretto visto che i partiti sono al servizio dei cittadini ed è giusto che
abbiamo un rimborso per le loro spese.







 

Il rimborso viene
quantificato in 800 lire per ogni voto ogni anno. L'arrivo dell'euro fa
raddoppiare i prezzi di frutta e pane ma anche il rimborso ai partiti che nel
2002 - governo Berlusconi - da 800 lire passa a 1 euro tondo per ogni voto.
Nessuno dice niente. I rimborsi scattano per le elezioni europee, Camera e
Senato e regionali. Con i ritmi elettorali che ci sono in Italia praticamente è
un rimborso continuo che puntuale compare ogni anno nei bilanci di Camera e
Senato.

Doppio scandalo. Gli "scandali", così li chiama
l'onorevole Mura, in questa pratica tutta italiana sono almeno due. Il primo:
"Il fondo dei rimborsi elettorali è una cifra fissa calcolata non in base a chi
va effettivamente alle urne ma sul numero degli aventi diritto". Uno spreco
nello spreco che vale qualche milione di euro. Il fondo annuale, tanto per la
Camera tanto per il Senato, è pari a 49 milioni e 964 mila 574 euro. Ma il
numero delle persone che vota non corrisponde mai agli aventi diritto e il
numero degli aventi diritto per il Senato è inferiore a quello della Camera.
Qualche esempio. Nel 2006 per la Camera ha votato l'83% degli aventi diritto. Se
il rimborso fosse reale, cioè solo per chi ha votato, sarebbe stato pari a 41
milioni e 789 mila euro, "un risparmio", secondo i conti di Silvana Mura, di
"otto milioni di euro all'anno". Per il Senato ha votato il 76% degli aventi
diritto, pari a 38 milioni di euro circa con un risparmio di 11 milioni
all'anno.

Il secondo scandalo. E' quello che scatta nel caso di
scioglimento anticipato delle camere. Fino al 2006 il rimborso veniva interrotto
se si andava al voto. Più che logico visto che con la nuova legislatura scatta
quello nuovo. Nel febbraio 2006, secondo governo Berlusconi, la norma viene così
modificata: "In caso di scioglimento della Camere l'erogazione del rimborso è
comunque effettuata". Una riga che vale qualche centinaia di milioni di euro.
"Abbiamo provato - spiega Silvana Mura - a cambiare e a sostituire la parola
"effettuata" con "interrotta" ma non ci siamo riusciti". E' impossibile perché
il credito è vincolato. Come se uno accendesse un mutuo su quel rimborso: poi
non puoi più rinunciarci perché vincolato.

Così vanno le cose. "Una
generosa liquidazione dovuta a una norma scandalosa che incentiva la fine
anticipata della legislatura" dice Silvana Mura. Che accusa: "I partiti hanno
trovato il modo di guadagnare anche sulle crisi di governo".

Il
resoconto
della Gazzetta Ufficiale documenta che Forza Italia prenderà
comunque 12 milioni l'anno fino al 2011 oltre a quelli che incasserà per il
rimborso della XVI legislatura, la prossima. L'Ulivo ne prenderà circa 16 a cui
potrà aggiungere i milioni che riceverà il neonato Pd. Chissà se nelle
consultazioni si è parlato di questo inedito "Lascia o raddoppia?".

(1 febbraio 2008)