domenica 22 marzo 2009

Fw: Missione compiuta!












In data odierna il sistema democratico e antifascista ha
finalmente risolto lo spinoso problema che lo assillava dalla fine della seconda
guerra mondiale e della tragica guerra civile: c
osa fare e come comportarsi con quella parte di italiani che
inevitabilmente, nella patria del Fascismo erano, in una maniera o in un'altra,
legati e fedeli a quell'ideologia sconfitta solo grazie alle baionette
dello straniero invasore
.

Era infatti chiaro che il contenitore M.S.I. se da un lato
consentiva di quantificare e controllare questi italiani, dall'altro la sua
presenza sulla scena politica era comunque imbarazzante ed ostacolava gli
equilibri del sistema.

Si trattava pur sempre di milioni di italiani i cui voti,
anche se in parecchie occasioni facevano comodo, non potevano ufficialmente
essere accettati alla luce del sole, per non incrinare l'immagine di
quell'antifascismo sulla quale era imperniata tutta la vita politica e sociale
dell'Italia.

Fu per questa ragione che negli anni '70, dopo le
turbolenze e le trasformazioni seguite all'epoca del cosiddetto miracolo
economico e della ricostruzione del dopoguerra, "negli ambienti che
contano
", in Italia e all'estero, si avviò l'operazione di acquisizione
al sistema di quei voti missini, acquisizione che doveva partire dallo
snaturamento e rinnegamento della loro origine fascista e
dall'assoggettamento alle regole dell'antifascismo imperante.

Per ovvi motivi quel primo tentativo di assorbire e
integrare nel sistema il partito dei fascisti o presunti tali fu attuato
nell'ombra da forze occulte come la P2 e finanziato da altrettanto
oscuri potentati economici (uno era l'allora sconosciuta e nascente lobby
di un giovane imprenditore dal nome Silvio Berlusconi).

Il tentativo nel 1979 fallì per la rabbiosa reazione e
l'attaccamento ai propri ideali della base missina, ma il sistema proseguì nelle
sue manovre a largo raggio per risolvere il "problema dei voti missini in
frigorifero" e "fuori dell'arco costituzionale".

Significativa l'affermazione di Indro Montanelli quando
fondò "Il Giornale" (del quale dirà poi che senza
l'aiuto di Silvio Berlusconi non sarebbe mai nato) che così' ne spiegava le
ragioni: "Ci siamo presi l'impegno io e questi miei colleghi (i
giornalisti che l'avevano seguito) di portare i tre milioni di voti
missini al centro dello schieramento politico per utilizzarli nel sistema
democratico".

All'inizio degli anni '90, mentre il sistema democratico e
antifascista crollava sotto il peso della corruzione e del malaffare, gli
stessi "ambienti che contano ed i poteri
forti
" si preparavano a riciclarlo per salvarlo e salvare se
stessi.

Imposto a furor di popolo il sistema elettorale
maggioritario, si ripresentava l'urgente necessità di acquisire quei tre milioni
di voti, fascisti e perciò inquinanti, ma indispensabili per gli equilibri del
bipolarismo e, in futuro, del bipartitismo.

L'operazione fu portata avanti dagli stessi poteri
occulti e dalle stesse lobby finanziarie e affaristiche, sfuggite alla crisi del
sistema e oramai padrone del campo dopo la scomparsa dei vecchi
partiti storici.

Questa volta l'operazione ebbe successo, anche perché il
compito di continuare a difendere gli Ideali del Fascismo era passato sulle
spalle di una generazione di giovani missini rampanti, arrivisti e senza
scrupoli, pronti a tutto pur di entrare nella sospirata stanza dei
bottoni.

Per la lobby piduista e affarista fu semplice
ottenere tutti quei rinnegamenti e quelle abiure indispensabili per poter
utilizzare quei tre milioni di voti ex fascisti alla luce del sole e senza
contraccolpi sull'immagine e la sostanza antifascista del sistema.

Oggi, completato l'inevitabilmente lungo periodo di
lavaggio delle ultime residue incrostazioni fasciste, reciso definitivamente
ogni ancor pur piccolo legame con quegli Ideali e Valori, accettato come
valore assoluto l'antifascismo ed il suo sistema di potere, gli oramai ex
alleanzini possono a pieno titolo entrare a far parte dell'artificiale
costruzione del Partito del Popolo di Berlusconi, con annesse corrotte
consorterie piduiste e
democristian-socialiste.    

Dopo i vari Caino, Bruto, Maramaldo, Badoglio, anche Fini
ed i suoi colonnelli si sono guadagnati il posto che gli spetta nella
Storia.

 

Adriano Rebecchi

Ufficio Politico del Movimento Nazional
Popolare             

    

 

    

    






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lunedì 2 marzo 2009

Comunicato MNP sulle "non risposte" a Staiti










  Comunicato MNP

  ai militanti di
tutti i gruppi

 


 

 

 A tutt'oggi, 2 marzo 2009,
oltre alla mia risposta alla proposta di Staiti di fine gennaio, circa
l'unità dei vari gruppi in un unico movimento, non risulta
manifestata alcun'altra presa di posizione nè ufficiale, nè
ufficiosa.

L'appello di Staiti pare dunque
caduto nel vuoto, forse perchè gli altri destinatari del messaggio
sono troppo affaccendati a studiare le forme della loro partecipazione alla
competizione elettorale europea e amministrativa del prossimo 7
giugno.

   A questo punto una presa
di posizione del Movimento Nazional Popolare è doverosa.

   Nella mia risposta 
ho chiarito come il MNP ha sempre condannato e condanni  anche oggi ogni
ipotesti accordista, anche solo nelle elezioni amministrative, con i partiti del
centro-destra e i loro sodali, comunque mascherati. E questo,
sia  per ragioni tattiche, sia per questioni ideali. E' un dato
di fatto incontestabile:  Gli accordi finora realizzati dalla Fiamma T., da
Forza Nuova e da La Destra con i gruppi berlusconiani, se sono stati di
vantaggio al cavaliere,  nulla hanno portato alle formazioni che
invece hanno finito per compromettersi sia davanti ai militanti più accorti, sia
davanti alla pubblica opinione, abituata di conseguenza  a vedere tali
gruppi in una posizione di subalternità e di vassallaggio verso il
centro-destra. Con gli accordi compromissori,  tali gruppi si sono
preclusi  la possibilità di  presentarsi come forze di opposizione
reale e intransigente, regalando al dipietrismo un ruolo che non gli compete.

  Del resto, una forza che
voglia essere davvero alternativa e fare appello alla parte del paese
 più esacerbata dalla politica fallimentare del centro-destra e del
centro-sinistra, non può essere subalterna a nessuno, ma deve invece incitare
alla rivolta popolare su tutti i piani, politico, economico, sociale e morale.
Con gli accordi con i berluscones, i gruppi su menzionati
hanno offuscato la loro identità politica, vanificando ogni sforzo davanti alla
gente che non ha alcun motivo valido per dare loro il voto. E' quindi arrivato
il momento di fare autocritica e di ripartire su basi nuove e con logiche
politiche diverse e di ampio respiro. Su questa base il
dialogo e la collaborazione possono avere inizio
. Diversamente, se
ancora una volta dovesse prevalere una linea accordista - nella migliore delle
ipotesi si potrebbe ottenere qualche seggio creando la fortuna personale di
qualcuno ma si resterebbe ben lontani dal creare una forza politica
autonoma, alternativa e, soprattutto, credibile - ogni collaborazione da
parte del MNP sarebbe preclusa.

  Se non appari non
esisti.
Questa è la convinzione di chi crede che sempre e comunque
bisogna essere presenti nelle competizioni elettorali, per partecipare agli
incontri televisivi,  per non farsi dimenticare dalla gente. Non è così. E
comunque essere conosciuti e  ricordati per ciò che non si è,
invece che per quello che si è o che si dovrebbe essere,
non è di alcuna utilità.

 In ogni caso coloro che credono
che sia così, si mettano finalmente d'accordo e con i finanziamenti
pubblici finora ottenuti, diano vita ad un canale televisivo, ad una radio
"alternativa", come quella che Teodoro Buontempo seppe creare e animare nei
tempi passati e che non mancò di dare i suoi frutti in termini di azione e di
coesione politica.

   Diciamo queste cose a
prescindere dal fatto che saremo ascoltati o meno.

  Siamo anche convinti, come
saggiamente osservava in un suo scritto  il camerata  Pino Convertini
di Locorotondo, che l'unità non potrà nascere dai vertici dei gruppi ma solo da
una forte presa di coscienza delle basi, stanche di essere utilizzate come
materiale di manovra da questo o quello, non in nome di un progetto politico ma
tutt'al più in vista  di un disegno personale. Che i militanti più bravi e
animati da un sacro fuoco interiore si sveglino. Qui non si tratta di mandare
uno qualunque in questo o quel parlamentino, ma di scrivere la storia, come
seppe fare chi ci ha preceduto.

 

   Lo ribadiamo a voce
alta. Se Interverranno manovre accordiste di qualunque genere, il MNP si
asterrà e inviterà all'astensione  continuando il suo  lavoro di
cucitura con quanti non sono afflitti  dall'esigenza di andare comunque
alle elezioni a fare il gioco degli altri, ma avvertono invece forte e
irrinunciabile  l'esigenza di creare il Movimento
Politico
in grado di rappresentare quella GRANDE IDEA
che oggi, di fronte alla crisi irreversibile della democrazia
liberalcapitalista, celebra, con la sua preveggenza, con la sua
progettualità, con le sue soluzioni storicamente realizzate, il suo trionfo
morale. Comunque e nonostante tutto.

 

Nicola Cospito

Ufficio Politico del MNP