lunedì 31 dicembre 2007

Fw: Lakota

 

                                                                                                        1877 - 2007

          A  centotrent'anni dall'assassinio di Cavallo Pazzo a Fort Robinson

 

               LAMPI  SULLE  COLLINE  NERE

 

di    Rutilio Sermonti

 

   In tempo di citrullaggini sulle radici dell'Europa, ci piace riflettere su altre radici, quelle degli Stati Uniti d'America, di assai più facile individuazione. Infatti le radici degli USA consistono proprio nel non avere radici. Non che la gente che li fondò non avesse ascendenti storici, anzi, ne aveva molteplici ed eterogenei, ma la detta fondazione consistette appunto nel dare un taglio a quel tipo di radici, auto-proclamandosi nuovi profeti e inventori della super-civiltà,  ossia novus ordo seclorum.

   Filosoficamente parlando, non è che la loro concezione fosse del tutto nuova. Era uno strano intruglio bigotto tra giudaismo biblico e calvinismo, con la soda frizzante di forte dosi di presunzione, tipica degli immaturi. Ma, come tutte le cosiddette ideologie, anche quella non era che un grembiulino, confezionato e ricamato per coprire un sottostante modo di essere, la cui vera natura è più chiaramente rivelata dalle costanti del modus operandi che dai sermoni.  Nel caso della neo-nazione americana, il fatto che le ideologie debbano la loro fortuna solo alla loro idoneità a santificare a-posteriori il modo di essere ed operare prescelto (basta pensare alla fortuna "politica"della stupidaggine evoluzionista), emerge lampante dalla circostanza, apparentemente inesplicabile, che la presunzione ebraica di essere il "popolo eletto"  e quella yankee del "destino manifesto" di dominare la Terra, anzichè determinare una spietata lotta tra Popolo Eletto e Popolo Eletto Bis, hanno fatto dei due culo e camicia . E' che non sono i ricami sui grembiulini ideologico-religiosi che contano, nella storia, ma i comportamenti che essi intendono legittimare, E giudaismo e calvinismo, come paramenti sacri e lava-coscienze del profano americanismo, vanno ugualmente a meraviglia ! 

    Basta percorrere il breve iter dei due secolucci o poco più di storia della nazione americana, per essere immediatamente colpiti dalla costanza dei criteri operativi che la contrassegnarono sin dal suo embrione. Essi furono tre: avidità, frode e violenza. Dopo che, alla fine degli anni Venti del secolo scorso, quei tre cattivi consiglieri portarono il capitalismo di modello Rothschild alla nota tremenda crisi, i governi USA vi posero rimedio nazionalizzando la più florida e redditizia delle attività economiche locali, e cioè il gangsterismo, eretto a sistema di Stato in politica interna come estera. E sappiamo bene come avidità, frode e violenza abbiano potuto, in tal modo, fare un enorme salto di qualità. Sono potute persino giungere, in questo dopoguerra, alla mirabile fusione tra loro, grazie all'invenzione, da parte della nazione-gangster, dell'inedito delitto di "truffa a mano armata", consistente nell'escogitare inganni, anche grossolani, costringendo le vittime riottose, con la brutale violenza omicida, a farsi ingannare (ringraziando pure !). E ha funzionato !

   Ha funzionato, grazie all'immensità della stupidaggine e della viltà umana, sua complice primaria.

   Ma è farina del diavolo, di cui la saggezza popolare (quella vera e antica, non quella "democratica") dice che va tutta in crusca.. Può "rendere" per un poco; magari per parecchio, ma il primo vento fresco se la porta via, come la pula.

   Quel 5 settembre 1887, la smisurata potenza militare statunitense , dopo la batosta del Little Bighorn, toccò con mano che affrontare sul campo tipi come Toshinko Widko (Cavallo Pazzo), il condottiero Lakota Oglala che beffava la morte, era cosa assai spinosa, e adottò allora il metodo a lei congeniale di invitarlo a un colloquio di pace, ed ivi piantargli a tradimento una baionetta nelle reni. Semplice, economico e con risparmio di "giovani vite americane" ( di spirito pratico gli Yankees non mancano certo !). Cominciò, con quel delitto, l'opera programmata di cancellazione dei cosiddetti Sioux ( nome wasichu delle tre nazioni affini dei Lakota (o Teton), dei Nakota (o Jankton) e dei Dakota (o Santee), conclusasi tredici anni dopo con l'altro glorioso e proditorio assassinio del grande Lakota Hunkpapa Tatanka Iota-ka (Toro Seduto),

   E sui fieri e indomabili Lakota calò il silenzio di morte, nè più ebbero l'onore di menzione dalla bocca di alcun  Grande Padre Bianco pontificante a Washington. Pensò solo la letteratura popolare (e, di li a poco, il cinematografo) a demonizzarli e schernirli, in mucchio con gli altri "indiani", come pazzi urlanti e assetati di sangue. Niente di nuovo sotto il sole, insomma. Sembravano, per oltre cent'anni, i Lakota e la loro eroica e impari lotta, condannati definitivamente ad essere solo uno sgradevole ricordo. Persino sulle Colline Nere, i Pa-Sapa già sacri a quei popoli, i bianchi senza onore scolpirono sul crinale roccioso, a supremo sfregio, le facce idealizzate dei loro profani Presidenti che li avevano guidati al genocidio. Allo sterminio fisico si aggiunse così la morte storica.

    Ecco, invece, il primo soffio di vento.  Poco più di un secolo era trascorso dall'infamia di fort Robinson, che sulle colline profanate esplodevano le mine e rombavano i martelli perforatori per l'edificazione del più colossale monumento di tutti i tempi. Alto 130 metri, un uomo a cavallo emerge grado a grado dalla dura roccia, indice destro teso a additare la sua terra, dove sono sepolti i suoi morti. Il viso, ormai completo, è quello di Cavallo Pazzo, eroe riconosciuto ormai, non solo dei Lakota, non solo degli altri cacciatori e guerrieri delle Pianure, ma di tutti gli Indiani rimasti orgogliosamente tali, dall'Atlantico al Pacifico,  anche- si badi- quelle tribù del sud o dell'estremo Ovest che , al tempo della loro libertà, dei Lakota ignoravano persino l'esistenza. Unendosi coralmente ai generosi sforzi di un architetto europeo, di recente naturalizzazione americana, vergognoso per i delitti infamanti su cui era fondata la sua seconda patria, accordatosi con un vecchio capo Lakota, gli straccioni e mendichi , umiliati e negletti, confinati nelle inospitali riserve rifiutate dall'avidità dei "civilizzati", vollero tutti contribuire, pur nella loro povertà, alla riaffermazione della loro civiltà distrutta.  Ai piedi dell'opera immensa, sorse per volontà e con l'apporto di tutte le tribù ed etnie, il grande Museo dei popoli indiani, i cui proventi vanno interamente ai lavori. A questo punto, l'Uomo della Casa Bianca fece l'astuta pensata di rifarsi il trucco da Grande Padre Bianco offrendo, a sorriso spiegato, il contributo degli States, spergiuri e genocidi,  di ben 300.000 dollari ! Non sponsorizzavano forse i suoi ispiratori e maestri Scarface, Dillinger o Al Capone, scuole, asili o case di cura , magari in misura meno spilorcia ? Ma, quando sulla sua faccia di tolla arrivò lo schiaffo dello sdegnoso rifiuto, probabilmente si limitò a borbottare: tanto di risparmiato ! Nessun brivido gli corse la schiena. Nessun insegnamanto ne trasse. Il Popolo Eletto Bis non accetta insegnamenti estranei. E fece assai male. Qualcosa di inafferrabile si muoveva, in quella sfera che, per un rozzo wasichu, lingua biforcuta, è inaccessibile.

     Ed ecco spirare ora il secondo soffio, ancor più grave e inequivocabile, anche se  stampa e antenne addomesticate si affannano a coprirlo di silenzio. Il consiglio delle comunità Lakota ha pubblicamente ed espressamente denunziato tutti i trattati sottoscritti con i Bianchi, ben 33, in forza dei quali avevano acquistato il passaporto statunitense. Motivo: la plateale violazione di tutti essi da parte dei Visi Pallidi. E' semplicemente il principio di diritto romano: inadimplenti non est adimplendum. La conclusione della  motivatissima dichiarazione, ufficialmente comunicata alle "autorità", è drastica: NON SIAMO PIU' CITTADINI DEGLI STATI UNITI D'AMERICA.

    Queii trattati - hanno dichiarato e sottoscritto i rappresentanti di tutte le tribù- sono stati violati a più riprese, per privarci della nostra cultura e delle nostre usanze e per rubare le nostre terre. Le consideriamo quindi, da oggi, carte senza valore. Ebbene. confrontiamo tali chiare espressioni con quanto Toro Seduto aveva gridato in consiglio nel 1869, per dissociarsi dalla linea "conciliativa" di Nuvola Rossa. " Quale patto il Bianco ha rispettato e noi abbiamo infranto ? Nessuno ! Quale patto l''uomo bianco ha mai fatto con noi e poi ha rispettato? Nessuno! ". 

    E' quindi, quella dei Lakota del XXI secolo, la rivendicazione piena della posizione dei loro antenati del XIX., senza rinnegamenti nè pentimenti di sorta. Ma -quel che più conta, e dovrebbe allarmare Condoleezza & C. ben più che Al Qaeda - è che, dopo due secoli di naturalizzazioni americane invocate e ambite, E' LA PRIMA SNATURALIZZAZIONE  ! 

   Se il fenomeno si estende (e non poche ne sono le avvisaglie), come pensano di fronteggiarlo i Padroni del mondo ? Sganciando bombe nucleari "mirate" a casa propria ? O forse distribuendo coperte all'uranio impoverito, in luogo del vaiolo di un tempo ? Che il colosso dell'Occidente si avvii piuttosto a fare la fine dell'altro tracotante colosso pseudo-antagonista ? L'avvenire, dicevano i nostri Padri, è sulle ginocchia di Zeus. 

   Comunque: onore e successo ai Lakota, dei quali ci siamo sempre sentiti fratelli in ispirito !                                                                                                        


 

lunedì 24 dicembre 2007

Comunicato Stampa

 

 

 

 Cresce sulla rete la petizione al Presidente della Repubblica promossa dal Comitato per Foggia Città Martire e per la istituzione di un GIORNO DEL RICORDO per tutti i civili italiani  caduti sotto i bombardamenti anglo-americani. Mentre Foggia fu la città italiana con la percentuale più alta di vittime in rapporto al numero della popolazione, la data prescelta per il Giorno del Ricordo è il 20 OTTOBRE, anniversario del massacro di Gorla (periferia di Milano) nel quale,nel 1943, sotto le macerie della loro scuola elementare, perirono 220 bambini più le loro maestre e la Direttrice .

 Alla raccolta delle firme hanno aderito personalità del mondo accademico e della cultura tra cui il Prof. Franco Cardini dell'Università di Firenze, lo storico Nello Gatta e padre Jean Marie Benjamin da  sempre, quest'ultimo,  in prima fila nel denunciare la barbarie americana che anche negli ultimi anni ha desertificato un paese di civiltà millenaria come l'Iraq.

 Tra le prossime iniziative del Comitato l'organizzazione di un convegno nazionale a Roma nel quale verrà presentato un libro bianco sulle stragi americane negli anni del secondo conflitto mondiale.

domenica 9 dicembre 2007

Nasce il Comitato


Comitato per FOGGIA CITTA’MARTIRE e per la istituzione di un Giorno del Ricordo per tutte le vittime italiane dei bombardamenti anglo-americani nella seconda guerra mondiale

 

 

 

    Nel corso del secondo conflitto europeo molte città europee furono sconvolte dai bombardamenti a tappeto condotti dagli alleati, bombardamenti che provocarono oltre ad immani distruzioni, decine e decine di migliaia di vittime tra i civili. Più noto tra tutti il bombardamento di Dresda in Germania, il 17 febbraio 1945, condotto con bombe al fosforo, ordigni tra i più micidiali. Anche l’Italia conobbe gli attacchi terroristici indiscriminati portati a termine dai famigerati “liberatori”. Tra le altre Milano, Genova, Napoli, Torino, Firenze, Parma, Roma, Treviso, Taranto, Cosenza, Novara, Foggia, Salerno, Crotone, Viterbo, Avellino, Lecce, Bari, Orte, Cagliari, Carbonia, Civitavecchia, Benevento. Frascati (rasa al suolo), Pescara soffrirono gli attacchi proditori anglo-americani con migliaia di morti ovunque. Solo gli inglesi sganciarono sulla penisola circa 2.740 tonnellate di bombe, gli americani oltre 200.000.

    Tra tutte le città italiane, quella che in percentuale in relazione al numero degli abitanti, ebbe il massimo numero di vittime fu Foggia. Nel tremendo bombardamento del 22 luglio 1943 settantuno "Fortezze" americane, appartenenti al 97° ed al 99° Gruppo, colpirono tutta l’area cittadina. Nella spaventosa  incursione del 19 agosto 1943,  centosessantadue "Fortezze" e settantuno "Liberators" sganciarono sulla città 586 tonnellate di esplosivo. Tra il 28 maggio, data del primo attacco,  e il 18 settembre 1943 si calcola che le vittime furono 20.241. Ai bombardamenti seguirono i mitragliamenti su tutta l’area cittadina, diretti non sui militari ma su chiunque si trovasse a camminare per strada.

     Per tali ragioni un gruppo di cittadini italiani di varia estrazione politica e sociale, studiosi della storia e della cultura della nostra Nazione, ha inteso costituire un Comitato per proclamare Foggia, alla quale è già stata assegnata la M.D'ORO al Valor Civile in data 22/11/59 e la M.D'ORO al Valor Militare in data 2/5/06, città martire e contestualmente individuare una data per ricordare degnamente  tutte le vittime dei bombardamenti alleati sulla penisola italiana. La data che il Comitato propone è quella del 20 ottobre. Il 20 ottobre 1944 infatti una formazione di aerei angloamericani B24 e B27 era in missione per bombardare le officine Breda e la stazione ferroviaria di Greco in prossimità di Milano. Per un errore di calcoli gran parte degli aerei si trovò nell'impossibilità di colpire i bersagli strategici prefissati. Nonostante la consapevolezza di ciò, alle ore 11,24 gli aerei, prima di rientrare, sganciarono comunque le bombe in una zona abitata e priva di ogni obiettivo militare. Uno degli ordigni esplosivi da 500 chilogrammi centrò la scuola elementare Francesco Crispi di Gorla (Milano) durante le ore di lezione mentre gli alunni stavano scendendo nel rifugio. Ci fu un'esplosione devastante che sventrò completamente l'edificio scolastico seppellendo sotto le macerie oltre 200 bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni, la Direttrice, 14 insegnanti, 4 bidelli e un'assistente sanitaria, da aggiungersi agli altri 480 morti di quel bombardamento.

 

    Il Comitato promotore, presieduto da Alessandro Mezzano (Città della Pieve- PG),  costituito da Adriano Rebecchi (Verbania), Salvatore Bocchieri (Milano), Elio Geri (Lodi), Alessio Borraccino (Amelia), Giuseppe Corallo (MI) Rutilio Sermonti (Montecompatri), Nicola Cospito (Roma), Simone Perticarini (Fermo), Celsio Ascenzi (Colli del Tronto),  Cataldo La Neve (Brindisi), Benito Sarda (Enna), Gennaro Sorrentino (Pomezia), Mauro Chirizzi  (Udine),che ha già inviato una lettera alle istituzioni dello Stato, a partire dal Presidente della Repubblica, è aperto a quanti vorranno aderire.

 

  Le adesioni vanno inviate a Orientamenti Viale Medaglie d’oro 160  00136  Roma o scrivendo all’indirizzo elettronico movnazpop@libero.it.

 

  Per ulteriori informazioni telefonare al n. 339/3547515

 

 

sabato 8 dicembre 2007

Riforme nazionalpopolari


RIFORME NAZIONALPOPOLARI

RIFORMA ELETTORALE

 

Gli avvenimenti della politica italiana che vedono costantemente una sequenza di ricatti politici che i piccoli partiti, determinanti però per la maggioranza, pongono al governo e che, nel migliore dei casi producono immobilismo e non governo,  ripropongono con urgenza e con forza il problema della RIFORMA ELETTORALE per dare al Paese degli esecutivi che, quale che ne sia il colore, siano stabili, autorevoli e non succubi dei ricatti di piccoli partiti o di gruppuscoli la cui unica forza di persuasione sia la necessità dei loro due o tre voti per raggiungere il “quorum” della maggioranza parlamentare.

Riproponiamo qui una proposta politica che già illustrammo nel 2006 e che ci pare quanto mai attuale, sia per la situazione politica contingente, che per ribadire la necessità e l’ambizione di evitare gli inciuci, le pastette, i ricatti e le ingiustificate arroganze di un “mercato delle vacche” che puntualmente si verifica ad ogni crisi di governo e per escludere dal gioco la incostituzionale presenza massiccia dei partiti che, specialmente in tali occasioni, si trasformano da legittimi organismi che raccolgono le idee e l’azione politica dei Cittadini ( unici depositari della sovranità Nazionale ) in veri e propri protagonisti e gestori della suddetta sovranità.

Il parlamento deve rappresentare il Popolo e non essere la palestra dove i Partiti esercitano un potere che la costituzione non ha loro affidato!

Le caratteristiche che un sistema elettorale ideale deve poter dare alla gestione del potere esecutivo, per rispondere alle necessità del governo di una società moderna ed eticamente ben equilibrata sono, per noi, le seguenti:

1° rappresentatività di tutti i Cittadini nel governo o nell’opposizione.

2° Governabilità del Paese che non deve essere in balia dei ricatti e dei veti di chi, pur rappresentando una sparuta minoranza degli elettori si trova ad essere l’ago della bilancia che può determinare l’una o l’altra maggioranza parlamentare.

3° Stabilità e durata delle legislature affinché possano esprimere pienamente con le opere il loro progetto politico e passare poi al successivo esame degli elettori per un giudizio limpido, senza alibi e senza scuse di impedimenti causati da altri.

4° partecipazione attiva dei Cittadini alla formazione della classe dirigente del Paese.

Andiamo ora ad esaminare cosa, secondo noi, si deve fare per ottenere questi quattro risultati.

1° RAPPRESENTATIVITA’: si può ottenere solo con la proporzionale pura e con le preferenze espresse per i candidati scelti.

Ogni altro metodo, sbarramenti, bipolarismo, doppi turni, proporzionale misto e quant’altro, sono solamente una dilatazione eccessiva della rappresentanza indiretta del voto dei Cittadini che diventa talmente lontana dalle opinioni e dalle aspettative degli elettori da perdere ogni legame con esse e da rappresentare invece solo gli interessi a le ambizioni dei mestieranti della politica.

2° GOVERNABILITA’: si ottiene a pieno se il capo del governo viene eletto direttamente dai Cittadini tra una rosa di candidati e se, al partito ( o ai partiti) che sostiene il candidato che ottiene più voti si conviene di dare una congrua maggioranza parlamentare nei due rami del parlamento ( per esempio il 55% del totale dei parlamentari).

Il resto dei parlamentari sarà diviso tra i restanti partiti secondo il criterio della proporzionale pura e cioè con una percentuale che corrisponde esattamente a quella dei voti ottenuti .

In questo modo si avrà anche il vantaggio di avere una opposizione non pregiudiziale come accade ora con i blocchi contrapposti, ma bensì una opposizione dinamica che potrà mutare opinione ed appoggio a seconda dei problemi trattati e delle leggi proposte.

La grande articolazione delle posizioni politiche dell’opposizione costituirà una reale ricchezza e darà maggiori spunti al governo per correggere e migliorare le leggi:

Inoltre la funzione di controllo e di stimolo che è sempre un dovere dell’opposizione sarà maggiormente sfaccettata e comprenderà tutti i vari  punti di vista dei Cittadini.

3° STABILITA’ E DURATA DELLE LEGISLATURE: Al capo del governo, eletto come spiegato nel punto precedente, non potrà mai succedere un altro, diverso capo del governo a causa della eventuale sfiducia delle camere, ma, in questo caso, si ricorrerà obbligatoriamente a nuove elezioni politiche, previo scioglimento delle camere da parte del presidente della Repubblica.

E’ del tutto evidente come, in queste condizioni, ciò avverrebbe solamente in casi del tutto eccezionali e ben motivati in quanto la caduta del governo significherebbe anche il decadere dalla funzione di parlamentare di onorevoli e senatori che si dovrebbero mettere nuovamente in discussione ed al giudizio dei Cittadini.

4° PARTECIPAZIONE ATTIVA DEI CITTADINI ALLA FORMAZIONE DELLA CLASSE DIRIGENTE DEL PAESE: Per ottenere questo risultato si dovrà rendere istituzionale, e quindi obbligatoria, la pratica delle elezioni primarie facendo scegliere i candidati, sia per la guida del governo che per le due camere, direttamente ai Cittadini.

In tal modo si porrà finalmente fine alle “dinastie” parlamentari, alle massonerie politiche, ai clan dei furbetti, alle commistioni di interessi politici con quelli economici poco limpidi, al voto di scambio ed alla usurpazione del potere del “popolo sovrano” da parte della partitocrazia organizzata che ultimamente è arrivata allo sconcio arrogante di nominare, anche formalmente, le candidature politiche..!

Naturalmente questo schema elettorale è trasferibile a tutte le altre elezioni regionali, provinciali e comunali,  e , per quanto possibile in quelle Europee, il che darebbe, oltre tutto, una omogeneità di criteri che sanerebbe un caos normativo incomprensibile ed ingiustificabile che oggi informa le regole elettorali di queste istituzioni.

Certo, la nostra proposta è senz’altro perfettibile.

Si potranno introdurre parametri e considerazioni che ci siano sfuggite, si potranno lubrificare gli ingranaggi e smussare gli spigoli, purché non si stravolgano i concetti informatori di base!

E’ giunta l’ora di mettere ordine, logica, buona fede ed efficienza nelle leggi che regolano il diritto-dovere dei Cittadini a scegliersi chi li governerà non per conquistare il potere, ma per spirito di servizio e, nello stesso tempo di ridare al popolo quella sovranità prevista dalla costituzione ed usurpata negli anni dalle segreterie politiche dei partiti e dai loro capi, spesso coinvolti poco limpidamente in trame di interessi privati, leciti ed illeciti, che comunque nulla hanno a che fare con l’amministrazione ed il governo della cosa pubblica!

Il bipolarismo predicato dal centro destra e dal centrosinistra come la panacea universale altro non é che la cristallizzazione e la istituzionalizzazione del sistema oligarchico partitocratico che esclude sempre di più il popolo dalla partecipazione alla gestione del governo del Paese.

E’ giunta l’ora di ribaltare la situazione e di mettere i partiti al servizio dei Cittadini anziché i Cittadini al servizio dei partiti…!

 

Alessandro Mezzano

mercoledì 28 novembre 2007

Fw: Trasmissione televisiva










 

 

Comunicazione urgente

 

Comunico che domani - giovedì 29 novembre - su
Rai Due
, nel corso della trasmissione "Piazza Grande" in onda dalle ore
11 alle ore 13
, verrà raccontato il ritrovamernto da parte dei sommozzatori
dei Vigili del Fuoco del relitto del battello "Milano" con proiezione del
relativo filmato.

Per il RNCR.RSI-C.I. e MNP

Adriano Rebecchi



martedì 20 novembre 2007

Comunicato Riunione MNP Isola Farnese

Si è svolta ieri e oggi, 17/18 novembre 2007, a Roma-Isola Farnese la riunione dell'Ufficio Politico del Movimento Nazional Popolare al quale hanno partecipato i rappresentanti di diverse comunità presenti sul territorio nazionale. La riunione, presieduta dal camerata Rutilio Sermonti, è stata introdotta dal coordinatore nazionale Nicola Cospito che ha tracciato il bilancio delle attività svolte dal Movimento negli ultimi mesi. Punto centrale della riunione è stata la discussione di un documento politico con una bozza di programma del Movimento, messa a punto dal responsabile del MNP di Civita Castellana (VT). Il documento, destinato ad ulteriori elaborazioni  e  perfezionamenti, costituisce un momento di riflessione concreta sui problemi dell'attualità politica interna e internazionale, al di là del teatrino liberaldemocratico e del partitismo tout court che hanno portato il nostro paese al presente sfacelo. Numerosi gli interventi e le analisi che hanno focalizzato la linea politica del Movimento che si situa oltre la destra e la sinistra e che hanno stigmatizzato il triste e sconcio spettacolo di chi ha abbandonato la buona battaglia per imbrancarsi nel carrozzone liberale ed antifascista del centrodestra filosionista e filoamericano. Ovviamente a tale riguardo, sull'onda di quanto riportato dai quotidiani di questi giorni, non sono mancate, anche se brevi e concise,  le osservazioni sullo scioglimento del gruppo parlamentare a Strasburgo Identità Tradizione Sovranità, dovuto alle solite manovre dei politicanti di mestiere e sulla confluenza di Romagnoli nel gruppo parlamentare europeo gestito da A.N. e Lega Nord.
Il MNP, come hanno voluto sottolineare tutti gli intervenuti, non ha più nulla a che vedere e non è interessato a nessun rapporto con i partitini  della cosiddetta destra estrema o radicale e, mentre si rivolge ll'intera opinione pubblica italiana,  punta all'aggregazione di quelle comunità militanti periferiche che hanno avuto negli ultimi anni una condotta ineccepibile e che si riconoscono nella linea della totale alternativa al sistema.

  Nel corso della riunione sono state approvate alcune iniziative politiche concrete che verranno rese pubbliche nei prossimi giorni e che non mancheranno di avere una adeguata risonanza.

  Al presente comunicato si allega per conoscenza la bozza del programma del MNP che, ripetiamo, costituisce un primo momento di approfondimento delle attuali tematiche politiche e sociali.

 

Il MNP

Direzione Nazionale Roma

 

sabato 10 novembre 2007

La Mussolini sempre più demente fa sciogliere ITS








 



 


http://www.aprileonline.info/4959/la-gaffe-della-mussolini-fa-sciogliere-its

La gaffe della Mussolini fa sciogliere "ITS"

Leonardo
Carletti,  08 novembre 2007
Il caso     
L'esponente di Azione sociale attacca i rumeni in
un'intervista e i colleghi
del Partito "Grande Romania" in segno di
protesta escono dal gruppo
parlamentare di estrema destra
decretandone, per esiguità numerica, la
scomparsa dall'Aula del
parlamento europeo

Presto l'Aula di Strasburgo
farà a meno del gruppo parlamentare di
estrema destra 'Identità, Tradizione,
Sovranità' (ITS) a causa di un
"suicidio" politico non di poco conto portato
avanti dalla leader di
Azione Sociale, Alessandra Mussolini.
L'annuncio
arriva, sia pur indirettamente, dalla Direzione nazionale
del Partito "Grande
Romania", i cui cinque europarlamentari hanno
contribuito alla nascita
dell'ITS prima, ed oggi potrebbero decretarne
la sua probabile scomparsa in
segno di protesta contro le
dichiarazioni "antirumene" della deputata
italiana.

L'antefatto è presto detto: il due novembre scorso,
Alessandra
Mussolini, ha rilasciato un'intervista ad un quotidiano
rumeno,
sfoggiando la peggiore xenofobia e anche una certa dose di
ignoranza.
Tra i numerosi insulti che la Mussolini ha indirizzato al
popolo
romeno, i colleghi di coalizione non avrebbero gradito
l'accusa
generalizzata "di aver fatto dell'infrazione ("non ritratta di
delitti
minori ma di crimini spaventosi che ghiacciano il sangue nelle
vene,
avrebbe dichiarato la Mussolini) un modo di vita".
"Facendo prova di
un'incredibile mancanza di informazioni, Alessandra
Mussolini ha invitato
l'ambasciatore rumeno a lasciare l'Italia,
nonostante in Italia non ci sia
ancora un ambasciatore a Roma",
sottolinea in una nota ufficiale distribuita
ai parlamentari europei,
la direzione del partito della 'Grande Romania'
secondo cui
l'intenzione di espellere un alto diplomatico "assomiglia a
una
dichiarazione di guerra".
"L'incoscienza con cui questa donna fa delle
generalizzazioni, che
lasciano intendere che tutti i rumeni vivono
infrangendo la legge e
commettendo crimini spaventosi, ci ricorda di suo
nonno, il dittatore
fascista Benito Mussolini e di suo zio Galeazzo Ciano,
che hanno
provocato gravi ferite, sempre aperte, nella storia del nostro
popolo,
di cui la più penosa è stato il Diktat di Vienna del 30 agosto
1940",
ammonisce ancora il partito di Bucarest. "Sappiamo bene che
nessuno
dovrebbe essere incolpato per le azioni dei propri antenati:
ma
conosciamo bene il proverbio rumeno che dice: 'chi nasce da un
gatto
mangia dei topi'".
In questo contesto, si continua a Bruxelles, la
formazione 'Grande
Romania' "non vuole avere il minimo rapporto, nemmeno
formale, con
Alessandra Mussolini, che si è permessa un tale sacrilegio nei
con
fronti del nostro popolo". "Siamo dei patrioti rumeni e
non
permetteremo mai a nessuno di offendere il nostro Paese".

Se i
cinque eurodeputati rumeni del Partito 'Grande Romania'
lasceranno il gruppo
di estrema destra "Identità, Tradizione,
Sovranità" all'Europarlamento,
Alessandra Mussolini (Azione Sociale)
rischia di trovarsi senza gruppo
politico nell'Aula del Parlamento
Europeo perché 'Its' scomparirebbe del
tutto. Senza i romeni, infatti,
la rappresentanza di estrema destra
rimarrebbe con 18 membri, due in
meno del numero minimo necessario a formare
un gruppo politico.
Dunque, questa volta la sanguigna nipotina del Duce
rischia di pagare
a caro prezzo il suo sfogo anti immigrati.





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domenica 28 ottobre 2007

Il nostro 28 ottobre

 

28 ottobre 1922         28 ottobre 2007

 

 

Ottantacinque anni fa i fascisti con la Marcia su Roma davano inizio al rinnovamento dell'Italia sconquassata dalla corruzione, dal caos, dal frazionismo dei partiti, dalla inefficienza della democrazia parlamentare.

Benito Mussolini con la sua volontà e la sua intelligenza,  univa politicamente e moralmente tutti gli italiani dalla Valle d'Aosta agli estremi lembi della Sicilia, riaffermava la sovranità nazionale e restituiva all'Italia un  posto d'onore nel consesso delle nazioni.

Il Fascismo con la sua febbre creativa, additando lo Stato Nuovo dell'Ordine e della Giustizia, affermando il primato della politica sull'economia, mettendo al guinzaglio l'alta finanza,  conquistava i giovani di tutta Europa  e dava inizio ad una  splendida rivoluzione delle coscienze che ancora oggi appare come il traguardo essenziale di chi si batte per la salvezza e la liberazione del nostro paese da ogni sudditanza.

 

 

sabato 27 ottobre 2007

L'Italia democratica:




COMUNICATO STAMPA

 

L'Italia democratica: Un paese a sovranità limitata

 

 

   La decisione della Terza corte di Assise di Roma che, dichiarando il difetto di non giurisdizione,  ha disposto il non luogo a procedere per Mario Lozano, il marine USA che nel marzo 2005 uccise in Iraq il funzionario di polizia Nicola Calipari, mostra ancora una volta la sudditanza dell'Italia democratica e liberale al volere e all'arroganza degli Stati Uniti d'America. E' l'ultimo questo, di una serie di episodi ormai ricorrenti che dimostra come il nostro paese abbia rinunciato alla propria sovranità a prescindere dal colore dei governi tutti d'accordo nella loro vergognosa alleanza con la banda gangsteristica di Washington.

   Il Movimento Nazional Popolare nell'esprimere la sua solidarietà alla vedova del funzionario ucciso, Rosa Villecco, stigmatizza lo spirito servile dei governi di centro-destra e centro-sinistra ed auspica il sorgere di un Movimento di Liberazione Nazionale che possa restituire all'Italia la dignità di cui i politicanti, parassiti e corrotti l'hanno derubata.

 

Il Movimento Nazional Popolare

Roma- Direzione Nazionale

 

venerdì 19 ottobre 2007

Ci vogliono tappare la bocca

da Davide Lafratta
 





Ciao a tutti

vi prego di leggere quanto segue, io ci ho perso del tempo a creare una rubrica, a documentarmi per benino, ecc.: vi prego di spendere 2 minuti del vostro.
Quello di cui vi voglio parlare è un disegno di legge approvato all'unanimità dai ministri che ora andrà alle camere; se passerà l'internet che conosciamo sparirà.
Inutile dire come mai la politica si interessi agli internauti.... meglio parlare della questione:

Il disegno di legge prevede in pratica che chiunque apra un blog o un sito sia costretto ad assumere come moderatore una persona iscritta all'albo dei giornalisti (!!!) il quale si riterrà responsabile assieme al possessore del dominio web di quanto ivi scritto, inoltre sarà d'obbligo registrare il proprio sito/blog in un registro speciale, talvolta pagando una tassa e, udite udite....... nel paese dei balocchi che risponde al nome di Italia, in cui né assassini, né speculatori, né tanto meno politici corrotti e mafiosi(...) vanno in carcere.....accadrà che, nel caso in cui quanto scriviate venga reputato diffamatorio, ci sarà la sanzione PENALE (ehm).
Dunque la repubblica delle Banane è dietro l'angolo e non fatevi ingannare da chi dice che la legge in realtà non sarà poi in effetti così restrittiva, almeno non da subito, di fatto invece è il primo passo verso la vendita del web che molte multinazionali si auspicano, in modo tale che sia una risorsa SOLO per loro.
Se la globalizzazione delle idee vi piace proprio, vi chiedo almeno come favore personale di fare copia e incolla del messaggio e di inviarlo ai vostri contatti perché, lo dico e lo ripeto all'infinito, qui se ne va a p....... l'articolo 21 ("Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione").
Vi pare che sia tanto opinabile quanto vi ho detto (stante ovviamente la veridicità delle premesse)?
Per chi poi è proprio un libero pensatore, linki pure questi due siti ché, in pochi minuti (altri 2), avrà idee ancora più chiare:

http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/scienza_e_tecnologia/testo-editoria/testo-editoria/testo-editoria.html

http://www.beppegrillo.it/

P.S.: per chi poi si chiedesse: "va bene ma ora che si fa?" mi contatti entro domenica 21 ché sarò lieto di rispondere



Baciamo le mani a vossignoria






 

martedì 16 ottobre 2007

PRECISAZIONE

 

PRECISAZIONE

 

Sono stato informato che su sul sito della Fiamma Tricolore compare il mio commento alla manifestazione di A.N. sabato scorso a Roma.

Desidero precisare che si tratta di un'iniziativa della Fiamma e di chi cura il suo sito, che ha ripreso il mio commento a totale mia insaputa e senza mia autorizzazione. Poco male ci tenevo però a ribadire che io con la Fiamma Tricolore non ho alcun rapporto ormai da qualche anno per evidenti e insanabili divergenze di linea politica.

 

Nicola Cospito

domenica 14 ottobre 2007

Sulla manifestazione di A.N.









 

 

Alleanza Nazionale: un motore
dell'antipolitica

 

 

  Tornando a casa da un giro di
attività familiari, quelle che si rimandano al sabato sera, mi è capitato di
incrociare sul treno Roma Ostiense -  Viterbo, un gruppetto di quarantenni
viterbesi di ritorno dalla manifestazione di Alleanza Nazionale. Parlavano ad
alta voce, in modo sguaiato e cafonesco come taluni studentelli che
incontro la mattina quando vado a scuola, che amano far condividere a tutti le
loro vicende personali e la loro  democratica maleducazione. Pur
non volendo, ho dovuto subire i loro discorsi sciatti e inconcludenti. Di cosa
parlavano ? Di posti in lista, di candidati "inculati", di gestioni di comitati,
di "paraculi" , di "protetti" e quant'altro. Esibivano, ahimè piegate,
alcune bandiere delle quali fortunatamente si vedeva  solo il celeste anale
mentre la fiamma tricolore restava nascosta.

  Non che avessi in merito alcun
dubbio, ma ancora una volta ho potuto constatare de visu come
Alleanza Nazionale sia un partito di affari i cui aderenti hanno
solo un obiettivo: gestire il potere all'insegna dell'interesse privato, cioè
del proprio. Chi sono i militanti di A.N. ? Squallidi figuri saliti sul
carrozzone di Fini per cercare di sgraffignare quello che capita, fosse pure un
posto di guardiano ai cessi come c'era un tempo nella villa Peripato della mia
Taranto.

Dove sono i vecchi militanti missini
di una volta, quelli che si facevano sparare davanti alle sezioni o che
assaltavano l'ambasciata sovietica quando essere anticomunisti aveva un senso ?
Oggi in A.N. solo mondezza. Ed è giusto che sia così.

  Non so quanti fossero coloro
che oggi hanno partecipato alla manifestazione di A.N.  So però che A.N. ha
speso qualche milione di euro di sicuro nel trasporto a Roma dei propri
simpatizzanti ma forse anche solo nell'attacchinaggio a pagamento di
sette/otto tipi diversi di manifesti abusivi. Abusivi come quelli anonimi che
hanno invaso la capitale raffiguranti Fini con il saluto a braccio teso e
per il quale il compare Veltroni pare abbia disposto multe da duecento euro a
manifesto. Vedremo se il sindaco della città più sporca d'Italia prenderà
provvedimenti anche contro i manifesti alleanzini...

  In ogni caso per tornare agli
alleanzini sul treno, ho avuto la netta sensazione di trovarmi davanti al
degrado della politica, al cospetto dell'infezione democratica, di fronte ad un
pugno di cialtroni degni del loro partito e dei loro dirigenti. Quel mondo
vecchio e stupido che prima o poi riusciremo a cancellare.

 

Nicola Cospito

 

domenica 7 ottobre 2007

Poco più di una storia personale..


Da oggi disponibile

 

Nicola Cospito

Poco più di una storia personale...

Edizioni Nuova Impronta

Euro 20

Per le ordinazioni scrivere al mittente o fare il versamento di 20 euro + 1,28 di spese di spedizione sul cc.postale n. 75132001 intestato a Cospito Nicola

o fare un versamento sulle coordinate bancarie   Cin Eur 24    CIN S     ABI    03214     CAB    01600    n. conto  1042990  intestato a Nicola Cospito

 

 


 

   In questo libro Cospito, dopo aver tracciato il percorso personale della sua militanza cercando di dare attraverso alcuni flash un quadro della situazione politica in cui operavano le formazioni dell’area neofascista a partire dalla fine degli anni ‘60, dal suo punto di osservazione racconta della Contestazione, dei Campi Hobbit, della Nuova Destra, del tradimento di Fiuggi fino ad arrivare agli anni recenti  della crisi dell’ “area” denunciando errori e responsabilità di chi, partito per cambiare il mondo, ha poi preferito arrendersi e mettersi al servizio del sistema  liberaldemocratico.

 

 

 

lunedì 1 ottobre 2007

Le grillate di Libero













Ho letto per caso l'odierno numero del quotidiano
"Libero" di Vittorio Feltri, con le prime tre pagine dedicate a Irene Pivetti,
una fotografia della quale, in tenuta da showgirl , campeggia in prima pagina
sotto al titolo: "Lei balla, tu la paghi".

La presa di posizione di "Libero" è riferita
all'esibizione a pagamento che la Pivetti ha fatto nella trasmissione televisiva
"Ballando con le stelle" e sul fatto che la stessa, nella sua qualità di ex
Presidente della Camera dei Deputati dal 1994 al 1996, continua a godere di un
ufficio con segretaria nel centro di Roma e di altri privilegi a carico dei
contribuenti.

Per quanto ci riguarda crediamo che non sia tanto
scandaloso che la Pivetti goda dei privilegi concessi a tutti gli ex Presidenti
della Camera e/o del Senato, quanto il fatto che nel 1994 i deputati dell'allora
Polo, oggi Casa delle Libertà, l'abbiano votata come Presidente di un ramo del
Parlamento.

Solo l'arroganza del partito azienda che irrompeva nella
politica poteva imporre quale terza carica dello Stato una
trentunenne suffragetta che aveva come unico merito quello di essere
passata dal giornalino delle suore e dalla gioventù padana ai giornaloni
del partito azienda.

Irene Pivetti gode quindi dei privilegi
concessigli da chi l'ha votata anche se, dopo un fugace parentesi
"mastelliana", ha lasciato la politica per dedicarsi alla televisione e al
mondo dello spettacolo (sicuramente più adatto a Lei della presidenza della
Camera!!!).

Quanto ai costi della politica e alle "grillate"
moralizzatrici di "Libero", ci permettiamo ricordare che "Libero", come peraltro
tutti i quotidiani e settimanali politici e non, continua a percepire fior di
milioni di euro (miliardi di vecchie lire) dalla legge per il sostegno
all'editoria, un'altra mangiatoia appositamente voluta del sistema per
condizionare giornali e giornalisti.

Mangiatoia che, si badi bene, eroga i contributi sulla
base della tiratura "dichiarata", cioè finanzia oltre alle copie invendute
anche quelle immaginarie.

Adesso aspettiamo che qualcuno lanci, tra le
altre, una campagna per la moralizzazione dei finanziamenti
all'editoria, in primis quella di partito o legata ai partiti.

Da parte nostra ribadiamo l'analisi che questo sistema è
marcio fin dalle fondamenta, che si basa su una democrazia falsamente
rappresentativa, su un bipolarisamo fasullo e su una libertà solo
fittizia.

Un sistema così non si riforma ma si cambia, cominciando
dal cambiare lo stesso concetto di Stato che deve essere realmente
rappresentativo, sovrano e socialmente giusto. 

 

Adriano Rebecchi

Segr.Prov.MNP del Verbano-Cusio-Ossola

Editore e Direttore de "La Vedetta"



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martedì 18 settembre 2007

Risposta a "Ve lo avevo detto"

 





Caro Merimar,

permettimi di fare due brevi considerazioni sul tuo ultimo intervento dal titolo "Ve lo avevo detto".

Ho conosciuto un paio di anni fa, alla tradizionale cerimonia per i Caduti dei battelli "Milano" e "Genova", alcuni degli esponenti del Partito Nazional Socialista dei Lavoratori.

Si sono presentati con la svastica all'occhiello e, alle mie perplessità sulla loro iniziativa, mi hanno detto che loro sapevano quello che facevano, che erano ben preparati legalmente, che la costituzione del loro Movimento, che riprendeva il nome iniziale del Partito nazista tedesco, era inattaccabile perché "la legge Scelba e le norme transitorie vietavano la ricostituzione del Partito fascista non del Partito nazista".

Non riuscii a fargli capire che in quelle norme si vietava la ricostituzione del Partito fascista perché in Italia c'era stato il Fascismo e non il Nazismo ma che, per estensione, erano vietate e perseguibili entrambe le denominazioni. 

Non riuscii nemmeno a fargli capire che l'aver presentato liste in alcuni piccoli comuni (dove non servono le firme per presentare la lista), senza ricevere particolari obiezioni, non era una sicurezza per il futuro, perché il sistema lascia fare fino a quando non dai fastidio o stai nel tuo orticello, ma  quando fai per uscire ed espanderti il sistema ti distrugge.

Il resto è storia di queste ore.

Quanto alle "norme transitorie" della Costituzione repubblicana, giova ricordare che non solo il MSI non fece una dura battaglia per cancellarle, ma anche che la stessa ampia riforma costituzionale preparata dal governo Berlusconi-Bossi-Fini e bocciata nel referendum dello scorso anno, lasciava intatte ed operative quelle norme "transitorie".

Per quel motivo "noi" votammo NO!

Ma gli altri Movimenti o Partitini della destra estrema o radicale o si astennero o votarono SI e conosco personalmente dei camerati o fascisti che mi hanno gridato in faccio "io ho votato SI" perché così magari riuscivamo a far cadere Prodi (e, ovviamente, a far tornare Berlusconi!).

Ebbene caro Merimar, questi estremisti di destra e questi camerati o fascisti,  se avesse vinto il loro SI, avrebbero approvato una nuova costituzione che includeva inalterate, e quindi rendeva praticamente definitive, quelle famigerate e vergognose norme transitorie che vietano la ricostituzione del Partito fascista e l'uso dei simboli fascisti.

E a tutt'oggi non si rendono ancora conto della gravità della loro scelta, per fortuna sconfitta.

Non so se come dici tu "dietro a questa ostentazione di nostalgismo ci sia quasi una provocazione voluta e coltivata", ma è certo che nel nostro mondo umano si parla e straparla di Fascismo senza nemmeno sapere cos'era realmente.

Qualcuno disse che una volta fatta l'Italia bisognava fare gli italiani.

Ebbene noi se vogliamo che il Fascismo non muoia definitivamente dobbiamo prima rifare i fascisti!

 

Adriano Rebecchi

Ufficio Politico del MNP

Editore e Direttore de "La Vedetta"  



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martedì 11 settembre 2007

Fioroni non convince










L’istruzione allo
sbando

I docenti
sottopagati

 

di Nicola
Cospito

 

 

  
Fioroni è un ministro che non convince. Le sue riforme, come al solito
sono solo un rimescolamento delle carte che lascia invariata la situazione
(catastrofica) della scuola italiana. Senza approfondire la confusione generata
l’inverno scorso nel ripristino (sacrosanto) delle commissioni esterne
nell’esame di Stato tra commissari interni e materie esterne, anche le ultime
dichiarazioni circa l’introduzione del voto di ammissione per l’esame di terza
media, l’importanza della matematica, delle scienze e la necessità di imparare
la lingua italiana, lasciano il tempo che trovano. Basta poco a capire che
quando uno studente è arrivato in terza media, nessun insegnante lo priverà
della possibilità di tentare l’esame di licenza, mentre, se i professori
continueranno ad essere sottopagati come avviene da molti anni, sempre meno
saranno i laureati in matematica che sceglieranno una carriera da morti di fame.

    Anche sull’insegnamento
delle lingue straniere Fioroni è stato latitante. Nessuna riflessione
sull’importanza del tedesco, la lingua straniera più richiesta nel mondo del
lavoro dopo l’inglese, nessun provvedimento che promuova l’integrazione europea
attraverso un’equa distribuzione dell’insegnamento delle lingue. Nessuna parola
sul russo che pure tra qualche anno sarà richiestissimo. Tutto come prima e
peggio di prima. Il problema della scuola è duplice: da un canto i ministri che
si succedono in viale Trastevere sono solo uomini di partito e non di cultura,
incapaci di riforme organiche e complesse, dall’altro il pervicace atteggiamento
dei governi di centrodestra e centro-sinistra nel non destinare alcuna risorsa
all’istruzione finisce per uccidere la scuola italiana che sta ancora in piedi
solo grazie allo spirito di abnegazione della parte migliore del corpo docenti.
Docenti frustrati e demotivati costretti a subire angherie belle e buone come
l’usuale ritardo nei rinnovi contrattuali che non gli portano in tasca nemmeno i
pochi centesimi pattuiti. Basti pensare che nel rinnovo dell’ultimo contratto,
complici i sindacati CGIL, CISL e UIL, i tredici mesi di ritardo non saranno
conteggiati negli arretrati. E, come se non bastasse, i ridicoli aumenti non
sono ancora arrivati in busta paga.

Qualcuno sostiene che i politici in fondo odiano
la scuola perché erano dei pessimi studenti.

Fosse vero ?


domenica 9 settembre 2007

Il capitalismo difficilmente permetterà la crisi sistemica,e userà la politica come serva

 


 http://www.movimentozero.org/mz/








Mercato e politica alleati per sopravvivere
 
 
 





7 settembre 2007

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Una buona notizia (ma per alcuni cattiva): la crisi borsistica innescata ancora una volta da titoli spazzatura (titoli legati all’andamento dei mutui immobiliari americani), probabilmente non è la crisi finale, quella sistemica. Per una serie di ragioni, che qui spiegheremo. Ma prima va fatta una premessa.
La grande lezione della crisi del 1929 (e della successiva "grande depressione"), di cui le élite dirigenti capitalistiche hanno fatto tesoro è quella della necessità dell’intervento pubblico per evitare il “crollo finale” e far ripartire il capitalismo. In che modo? Manovrando i tassi e garantendo, con iniezioni di denaro fresco, la credibilità del mercato finanziario e la solvibilità del sistema bancario. E soprattutto combattendo la disoccupazione di massa, attraverso politiche di lavori pubblici.
Ora, come si è visto in questo borsisticamente caldo mese di agosto, le Banche Centrali sono intervenute (e interverranno), in vario modo, per evitare i fallimenti a catena. E quindi per impedire che la crisi possa trasferirisi dal piano finanziario a quello dell’occupazione.
Insomma, la forza del capitalismo post-1929 è aver capito che il mercato, soprattutto quello finanziario, non può essere mai abbandonato a se stesso. La speculazione può fare il suo corso, anzi deve, dal momento che ogni tipo mercato capitalistico per essere redditizio ha bisogno di alti e bassi ( e più sono frequenti più alti sono i profitti; di qui pure l'inutilità di tutte chiacchiere sulla "moralizzazione" dei mercati). Il che però significa che la politica deve essere sempre pronta a intervenire, indossando le vesti del pagatore ( o "salvatore") in ultima istanza, attraverso le Banche centrali . E fin quando la politica (che ha il suo bel tornaconto) continuerà a intervenire il sistema economico capitalistico, difficilmente crollerà.
Ovviamente, esiste un problema legato ai tempi dell’intervento. Più la politica attende, più cresce il pericolo che una crisi da borsistica possa estendersi ad altri settori. Ma va anche ricordato un altro aspetto fondamentale: quello della forza finanziaria ( o economica, se si preferisce) degli speculatori. I quali, tuttavia, mirano sempre a rivolgimenti (e guadagni) interni, e mai alla fine del sistema in sé. Si specula per far diminuire i prezzi, fare incetta di titoli, magari eliminare qualche avversario pericoloso, in attesa della loro risalita. E così via.
Si tratta di un questione ben conosciuta dalle Banche centrali, e dunque dalla politica. La quale, come in un gioco delle parti, sa benissimo, che a un certo punto la speculazione tende a fermarsi, ovviamente, non prima che abbia avuto la sua "libbra di carne". E quest’ ultimo aspetto, dipende dalla forza economica dei soggetti che speculano. Perciò la sfida attuale è tra il potere economico degli speculatori e quello delle Banche centrali (e dunque della politica, che di fatto continua a governarle). Diciamo, che entrambe queste due forze, sono però perfettamente al corrente, che dopo il 1929, oltre una certa soglia, la crisi speculativa, può innescare una crisi sistemica. Di qui, ripetiamo, il gioco delle parti… Dove a perdere, come nell’attuale crisi, sono solo i piccoli risparmiatori.
Certo, quando si giocherella, con una pistola carica, un colpo può anche sfuggire... E perciò, in linea di principio, il rischio di un allargamento della crisi non può essere escluso del tutto. Ma ripetiamo: gli interessi (e i costi) sono così forti e collegati tra i “giocatori”, al punto da coinvolgere Cina, Russia, Europa e Stati Uniti, che, se ci passa la battuta, i vari attori economici e politici, non possono sentirsela di uccidere la gallina (almeno per loro) dalle uova d’oro: il capitalismo. Rischiando tra l’altro conflitti armati (specie tra Russia e Cina da una parte e Occidente dall’altro), e sicuri sommovimenti sociali interni. Conflitti che andrebbero ad aggiungersi a quello in atto, con il mondo islamico.
Attualmente nell’immaginario politico, soprattutto dell’Occidente, è ancora forte il ricordo della grande crisi innescata dalla guerra del 1914, sfociata nei cataclismi economici, ideologici e sociali degli anni Trenta. Oggi, ufficialmente si combatte l’Islam, ma il nemico più temuto è il ritorno, non tanto del comunismo “reale” o “irreale”, quanto di una qualche forma di nazionalismo neofascista. Non per niente si è coniato il termine di “fascismo islamico”…
In conclusione, la lezione del 1929 e la paura di un nuovo fascismo tengono in piedi il capitalismo. Oltre, naturalmente, alla "libbra di carne", di cui sopra. Di qui il nostro scetticismo, su una sua caduta a breve termine.

Carlo Gambescia (pubblicato sul blog dell'autore il 20 agosto 2007; per gentile concessione dell'autore)

Illuminante come al solito, il buon Gambescia. Il capitalismo globale si difenderà con le unghie e coi denti dal suo inevitabile declino, perchè in esso il ruolo della politica serva e fedele è proprio quello di tappare le falle e ammansire il popolo. Ed è perciò innanzitutto e prima di tutto politico il compito di critica e di lotta che ci sta davanti, e che giustifica a lungo termine la nascita stessa di Movimento Zero. Senza inseguire vie liberticide, paleocomuniste o neofasciste che siano. Libertà e sovranità popolare senza la tirannia del mercato assassino e totalitario: questa la formula del futuro. (a.m.)

 




Signoraggio: la menzogna del debito pubblico
 
 
 





5 settembre 2007

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In tempi in cui non si parla di nient'altro che di tasse, varrà la pena spiegare come stanno realmente le cose, dicendo quello che Bossi e tutti gli altri finti “ribelli” non hanno il coraggio di dire. Le tasse delle persone fisiche sono, mediamente, il 40%  della retribuzione. A questa tassazione “diretta” si aggiungono per i cittadini quelle indirette. L'Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) ci priva del 20% del valore di buona parte dei beni che acquistiamo. A questo si aggiungono tasse specifiche: ICI sulla casa, TARSU per i rifiuti,  IRAP per le imprese, il canone Rai; e per brevità ci fermiamo, tanto il discorso appare chiaro: un lavoratore dipendente italiano sul  reddito lordo può pagare anche oltre il 50% di tasse. Se si trattasse di sangue ci sentiremmo ricoperti di sanguisughe su tutto il corpo e con un vampiro attaccato al collo. In termini finanziari sembra di vivere sotto usura. Ma il nemico non è quello che immaginiamo.
Lo Stato ci chiede soldi attraverso le tasse, ma non è lui l'usuraio. Lo Stato è a sua volta sotto usura. Gli usurai si chiamano Banca d'Italia e Banca Centrale Europea. Società private, che attraverso il signoraggio monetario, fanno indebitare gli Stati,  costringendoli a vessare i propri cittadini, ovvero a farli lavorare come schiavi, per ingrossare a dismisura le proprie casse. L'emissione delle banconote di Euro costa allo Stato italiano il valore nominale delle stesse. Ad esempio, se acquista 100 Euro, lo Stato paga 100 Euro alla BCE/BANKITALIA  in titoli di Stato, sui quali pagherà anche gli interessi. Per pagare le opere pubbliche, gli stipendi statali, lo Stato ha necessità di “denaro”. Il denaro da tempo non rappresenta oro. L'Euro è una convenzione, senza nessun controvalore, accettata da tutti perché è l'unico mezzo per regolare le compravendite e qualsiasi scambio di valore o conoscenza. Questa “convenzione” viene stampata da una società privata, che al costo di pochi centesimi ci rivende a 100 Euro un foglio di carta di qualche grammo con poche gocce di inchiostro. Se lo Stato italiano o la Unione Europea emettessero in proprio gli Euro circolanti, non contrarrebbero debiti con una società privata e gli Euro sarebbero comunque accettati da tutti. Avendo acquistato danaro al suo valore nominale fin dal 1948 prima da Bankitalia e poi dalla BCE, lo Stato italiano ha creato il debito pubblico enorme ed impagabile, che costringe gli Italiani a lavorare e produrre e pagare tasse per sanare un debito illegittimo ed incostituzionale, visto che la “suprema carta” recita che la sovranità monetaria appartiene al popolo.
La classe politica italiana, totalmente asservita al potere dei banchieri e dell'industria, insieme ad intellettuali, giornalisti e scrittori di regime, finti capi popolo, finti rivoluzionari, tollera in silenzio questa schiavitù. Senza questa usura costante, e quindi senza il debito pubblico, lo Stato italiano potrebbe far fronte alle sue esigenze economiche con la sola IVA, ovvero la tassa sugli acquisti. Le altre tasse non esisterebbero, e con esse sparirebbero le angosce, le nevrosi, le ansie, i debiti, l'usura piccola e diffusa, le piccole e grandi tragedie dei fallimenti, degli espropri. Bisogna “assediare” il parlamento con l'esibizione di una proposta di legge sulla “libera sovranità monetaria” e Movimento Zero dovrà essere il capofila di questa ventata rivoluzionaria.

Marco Francesco De Marco 

L’articolo di De Marco introduce un tema che sarà uno fra quelli centrali (accanto alla decrescita, all’autonomismo, all’Europa libera, alla “scuola minima”, etc) che Movimento Zero affronterà per elaborare un suo pensiero politico. Gli verrà dedicato un apposito spazio fra i “Dossier” e ci torneremo spesso, perché una della chiavi di volta per comprendere la Grande Truffa alla base della società schiavistica in cui viviamo.






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giovedì 12 luglio 2007

Poco più di una storia personale...


ominobipenne

 

 

 

 

 

 

Nicola Cospito

Poco più di una storia personale...

Edizioni Nuova Impronta

Euro 20

Per le ordinazioni scrivere al mittente o fare il versamento di 22 euro + 1,28 di spese di spedizione sul cc.postale n. 75132001 intestato a Cospito Nicola

 

 


 

   In questo libro Cospito, dopo aver tracciato il percorso personale della sua militanza cercando di dare attraverso alcuni flash un quadro della situazione politica in cui operavano le formazioni dell’area neofascista a partire dalla fine degli anni ‘60, dal suo punto di osservazione racconta della Contestazione, dei Campi Hobbit, della Nuova Destra, del tradimento di Fiuggi fino ad arrivare agli anni recenti  della crisi dell’ “area” denunciando errori e responsabilità di chi, partito per cambiare il mondo, ha poi preferito arrendersi e mettersi al servizio del sistema  liberaldemocratico.


 

 









martedì 19 giugno 2007

I nostalgici della guerra civile


Veltroni e Gasbarra vergognatevi !!

 

 

Nella mattinata di ieri Roma è stato teatro di uno spettacolo disgustoso.

Una quarantina di giovinastri della comunità ebraica, guidati dal solito Riccardo Pacifici, ha assediato la casa dove è ospitato, agli arresti domiciliari, il 94 enne capitano Erich Priebke, inalberando cartelli con scritte Morte a Priebke - Devi fare la fine di Eichmann ecc. e schiamazzando nelle strade del quartiere Aurelio.

Si è trattata di una gazzarra indegna e incivile che dubitiamo possa essere stata autorizzata dalla Questura di Roma.

Aspettiamo  che la Questura  che conosce perfettamente i nomi degli organizzatori, prenda i dovuti provvedimenti relativi ad una manifestazione non autorizzata. Diversamente sarà colpevole di omissione di atti d'ufficio.

Fatto ancora più grave è che sia il sindaco Veltroni, sia il Presidente della Provincia Gasbarra, abbiano espresso solidarietà alla comunità ebraica e quindi ai teppisti e ai delinquenti protagonisti della gazzarra. Prendiamo atto dunque che tanto Veltroni quanto Gasbarra siano d'accordo sull'opportunità di far fare a Preibke la fine di Eichmann, vale a dire di impiccarlo. E questo alla faccia della nostra civiltà giuridica e dei sentimenti di pace e di giustizia.

 

E' ormai diventato un fatto abitudinario di vedere  gruppi di giovani ebrei  abbandonarsi alla violenza gratuita violando le leggi dello Stato italiano e instaurando la legge della prepotenza e della prevaricazione.

Qualche settimana fa a Teramo dove ferirono, tra l'altro, un alto funzionario della polizia, ieri a Roma con la solidarietà e il beneplacito del Sindaco Veltroni

E' lecito domandarsi fino a che punto dobbiamo arrivare...

E' un dato di fatto che tali comportamenti rinfocolano i sentimenti di odio e di rivalsa e  Veltroni e Gasbarra  se non se ne rendono conto, sono due irresponsabili. E non vengano poi a piagnucolare sulla rinascita dell'antisemitismo.

 

Il Movimento Nazional Popolare esprime la sua totale solidarietà al capitano Erich Priebke così duramente perseguitato. Priebke, giudicato per fatti di guerra risalenti ad oltre 60 anni fa e che pure era stato assolto nel primo processo, è il più anziano detenuto del mondo e la sua detenzione umilia la città di Roma che un tempo fu il faro della civiltà giuridica per l'intera umanità.

Se ne devono vergognare i nostalgici della guerra civile a partire dal Presidente della Repubblica Napolitano.

Non è su questa strada che si raggiungerà la pacificazione nazionale.

Si faccia su questo la dovuta riflessione.

 

Il Movimento Nazional Popolare

Direzione Nazionale

Roma