martedì 30 maggio 2006
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giovedì 25 maggio 2006
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mercoledì 24 maggio 2006
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lunedì 22 maggio 2006
Cavolate rosse
La croce Celtica, in Paesi come Irlanda, Inghilterra ed anche Francia del nord, rappresenta tutt'oggi il simbolo della cristianità così come lo è per noi la Croce di Cristo. Essa viene posta in cima alle cupole delle chiese, sulle tombe e portata al collo da migliaia di fedeli. ( Se l'autore dell'articolo, anziché ammuffire tra centri sociali e discoteche, avesse girato un po' l'Europa, magari in autostop, oltre ad aprirsi la mente, lo avrebbe visto di persona e si sarebbe evitato di dire cazzate..).
Oltre a possedere un significato sacro e religioso questo simbolo è uno dei più rilevanti nella simbologia europea. Nell’evangelizzazione cristiana dell’Eurpoa durante l’Impero Romano nei paesi anglosassoni vi erano varie religioni e culti pagani che vennero poi sostitutiti con la religione cristiana ( La tradizione celtica di quei luoghi possedeva come simbolo di vita ed entità di culto il sole, che era rappresentato geometricamente con un cerchio. La venuta del cristianesimo sovrappose al cerchio pagano la croce di Gesù Cristo.)
La croce celtica nacque così, con la funzione di rimarcare la potenza di Dio sugli uomini e quindi anche sulle loro tradizioni pagane.
Secondo altre tradizioni, la croce Celtica aveva già la croce prima dell'arrivo del cristianesimo e le quattro punte della croce simboleggiavano i quattro elementi: Aria, Acqua, Terra e Fuoco circondati dal cerchio che significava il quinto elemento non percepibile e cioé lo Spirito ( Io personalmente credo che quest'ultima tesi sia la più verosimile e comunque é quella che mi piace di più).
Nel corso dei secoli questo antico simbolo è andato incarnando alcuni significati quale l’europeismo, la tradizione dei popoli nord europei ed europei in generale con il valore strettamente correlato al rispetto delle usanze e delle tradizioni, oltre a continuare a rappresentare la cristianità anglosassone.
La Croce celtica non é mai stata assunta come simbolo ufficiale né dal Fascismo, né dal Nazismo.
Durante gli anni di piombo, questo simbolo ebbe la sua prima comparsa nelle piazze italiane per mano di gruppi giovanili di destra ( il mitico Fronte della Gioventù ) che sventolavano bandiere con croci celtiche per manifestare il loro libero pensiero, attribuendo al simbolo stesso i significati precedentemente spiegati ed in più per dichiarare una fedeltà agli ideali della civiltà occidentale Europea, contro la ottusa barbarie dell'Est Sovietico e comunista.
Al contrario della svastica (antichissimo simbolo orientale che rappresentava il sole ruotante e che é ancora presente nelle religioni Koreana e Giapponese), che si porta sulle spalle molte atrocità come la falce e martello (anche se la storiografia ufficiale e bugiarda non ce lo insegna), la croce celtica non è mai stata idealmente artefice di nessun massacro, nessuna ostentazione di superiorità: per questo consideriamo questa legge mancino preistorica, ingiusta e menzognera.
Io ritengo ridicolo voler proibire la croce celtica così come ritengo assurdo voler vietare certi libri o certi movimenti politici, in questi atteggiamenti c'è del marcio: se qualcuno ha delle idee che le sostenga pubblicamente, chi dissente può sempre in modo civile, contrastare dialetticamente.
La proibizione è sempre un modo vile per eliminare un pensiero scomodo.
Quanto alla falce e martello, che ha causato nel mondo ben 100.000.000 di morti ( Moltissimi di più di quelli causati dallo stesso nazismo..!), bisogna proprio essere ottusi oppure cinici e senza coscienza per portarla, come si dice nell'articolo, " con orgoglio": quello é l'orgoglio degli assassini.. o l'ignoranza dei cretini..!
Ultima annotazione sulla mancina Legge mancino: noi, che non siamo rivoluzionari da tastiera, sappiamo che le rivoluzioni non si fanno rispettando le leggi e perciò, della legge Mancino.......!!
Alessandro Mezzano
domenica 21 maggio 2006
COMUNICATO STAMPA
2006
"I maestri, gli
insegnanti e i professori pagati dal ministero dell' Istruzione - pur
rappresentando il gruppo più folto di tutti gli Statali - si piazzano al
tredicesimo posto. E' il penultimo gradino della classifica degli stipendi con
un lavoro ordinario retribuito con 36.600 euro che supera solo i colleghi del
ministero per i beni e le attività culturali retribuiti annualmente con 35.557
euro. A fare i conti, mettendo nero su bianco le previsioni nel Budget dello
Stato del 2006, è la Ragioneria generale dello
Stato."
Popolare stigmatizza la grave situazione retributiva degli insegnanti in Italia.
Gli insegnanti della scuola italiana sono agli ultimi posti della graduatoria
europea. In Svizzera i docenti guadagnano quasi il triplo dei loro colleghi
italiani e in Germania quasi il doppio. Si tratta di una situazione ormai antica
alla quale nessun governo di destra o di sinistra ha mai messo mano con serietà.
Una realtà frustrante che non manca di avere conseguenze sulla qualità del
lavoro didattico a causa della demotivazione dei docenti, stanchi di vedersi
trattare da mendicanti. Il Movimento Nazional Popolare esprime agli
insegnanti, traditi dai sindacati che hanno smesso di difenderli, la sua
solidarietà e auspica l'avvio di una stagione di lotta senza
precedenti.
Popolare
mercoledì 17 maggio 2006
Nuovo Numero Orientamenti
martedì 16 maggio 2006
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L'agenzia di stampa nazional popolare
diretta da Nicola Cospito
Versa 20 euro sul cc. postale n. 56411630
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sull'incontro di Ostia (ottobre 2005) con gli interventi di Rutilio Sermonti,
Sonia Michelacci, Maurizio Rossi, Antonio Pantano
Paolo Signorelli, Carlo Morganti, Nicola Cospito
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lunedì 15 maggio 2006
Costruiamo il Movimento
giovedì 11 maggio 2006
Il sogno infranto
mercoledì 10 maggio 2006
L'ultimo rantolo del dollaro
L'ultimo rantolo del dollaro
di Mike Whitney [10/05/2006]
Fonte:
comedonchisciotte [scheda fonte]
La borsa petrolifera
dell'Iran apre la prossima settimana.
Se un giorno i maggiori
produttori petroliferi del globo chiedessero euro per i loro barili,
"sarebbe l'equivalente finanziario di un attacco nucleare" (Bill
O'Grady, analista di mercato della A.G. Edwards).
"Tutti sanno che la
vera ragione della belligeranza statunitense non è il programma
nucleare iraniano, ma la decisione di lanciare una borsa petrolifera in
cui il petrolio sarebbe commerciato in euro anziché in dollari
statunitensi... Il mercato del petrolio romperà il dominio del dollaro
e condurrà ad un declino dell'egemonia statunitense sul mondo" (Igor
Panarin, politologo russo).
Nottetempo, la storia della borsa
petrolifera iraniana si è infilata nella stampa mainstream esponendo le
vere ragioni dietro l'attuale ostilità di Washington verso Teheran.
Fino ad ora, gli analisti hanno ignorato l'importanza dell'imminente
borsa petrolifera come una teoria della cospirazione di sinistra su
internet indegna di ulteriore considerazione. Ora, la Associated Press
ha chiarito la questione dimostrando che una borsa petrolifera iraniana
"potrebbe condurre le banche centrali del pianeta a convertire in euro
alcune delle loro riserve in dollari, causando potenzialmente un
declino nella valuta del dollaro".
Attualmente, il mondo sta annegando
nei dollari: persino un piccolo spostamento potrebbe innescare una
recessione di massa negli Stati Uniti. Non c'è nulla di anche solo
remotamente "cospirativo" al riguardo. E' semplicemente una questione
di domanda ed offerta. Se la borsa petrolifera crea meno domanda per il
dollaro, di conseguenza la valuta del dollaro cadrà a picco, facendo
salire i prezzi dell'energia, delle case, del cibo e di altri beni
ancora.
Il petrolio è stato legato al dollaro sin dagli anni '70,
quando l'OPEC acconsentì ad esprimerlo esclusivamente in dollari.
Questo fornì agli Stati Uniti un monopolio virtuale che ha permesso
loro di mantenere enormi deficit senza paura di fermare gli aumenti dei
tassi. Come ha detto Bill O’ Grady della A.G.Edwards, "Se l'OPEC
decidesse di non volere più dollari, sarebbe la fine dell'egemonia
statunitense, in quanto il dollaro non sarebbe più l'unica valuta di
riserva".
"Se il dollaro perde il suo status come valuta di riserva
del mondo, questo costringerebbe gli Stati Uniti a finanziare in modo
massiccio il proprio deficit di bilancio gestendo un surplus
commerciale, che aumenterebbe l'inflazione". (Associated Press).
Non è
pensabile che gli Stati Uniti ottengano un surplus commerciale in tempi
brevi. Bush ha attaccato ferocemente il settore della produzione
appaltando a ditte estere 3 milioni di posti di lavoro e facendo
chiudere stabilimenti in tutto il paese.
Le sue miopi politiche di
"libero commercio" e gli enormi sgravi fiscali per i ricchi assicurano
che gli Statunitensi saranno lasciati ad affrontare costi dell'energia
alle stelle ed una valuta in iper-inflazione. Non c'è modo di
riorganizzarci abbastanza velocemente per "costruirci la strada" in
modo da uscire dal casino dei conti in rosso.
Attualmente, il debito
nazionale è un enorme 8.4 trilioni di dollari con un deficit
commerciale altrettanto atroce di 800 miliardi di dollari (7 % del
PIL). La doma nda del dollaro nel commercio petrolifero, sempre in
aumento! , è l'unico fattore che ha impedito al dollaro di capitolare a
terra. Persino una piccola conversione in euro eroderà la valuta del
dollaro e potrebbe accelerare una svendita.
Attualmente, il petrolio è
venduto esclusivamente nella Borsa Petrolifera di Londra e nella Borsa
Internazionale di New York, entrambe possedute da investitori
statunitensi. Se la borsa iraniana apre, le banche centrali del pianeta
ridurranno le loro riserve di dollari per mantenere una parte della
loro valuta in euro. Questo è un passo logico per l'Europa, che compra
il 70 % del petrolio iraniano. E' anche una scelta ragionevole per la
Russia, che vende due-terzi del proprio petrolio all'Europa ma
(sorprendentemente) continua ad esprimere quelle transazioni in
dollari.
Washington è riuscita a mantenere il suo monopolio solo
sostenendo i regimi più corrotti e repressivi negli Stati del Golfo. La
scelta più prudente, per l'Arabia Saudita, sarebbe lasciare il dollaro,
indebitato fino al coll o, e migliorare i suoi guadagni con il ben più
forte euro. Purtroppo, lo Zio Sam ha una pistola puntata alla loro
testa. Capiscono che una tale transazione inviterebbe la stessa
risposta che ha avuto Saddam 6 mesi dopo essersi convertito agli euro,
destituito con la missione "colpisci e terrorizza".
Grazie ad una
spesa sconsiderata, i tagli alla tasse che pesano sul budget e il
sorprendente aumento nelle riserve di denaro (la Federal Reserve le ha
raddoppiate in soli dieci anni) il dollaro si è diretto verso la
discarica. Cina e Giappone (che possiedono 1.7 trilioni di dollari in
valuta e titoli statunitensi) si stanno gradualmente allontanando dal
dollaro in direzione dell'euro (nonostante la Federal Reserve abbia
impedito all'opinione pubblica di conoscere l'estensione dei danni,
trascurando la pubblicazione M-3 sugli afflussi di capitale). La Banca
Centrale Europea (BCE) e la banca centrale del Giappone stanno cercando
disperatamente di evitare la probabilità di un collasso del dollaro
emettendo dichiarazioni attentamente formulate per dissipare le paure
dell'opinione pubblica mentre si preparano ad un ritiro "ordinato".
Ma
non sarà "ordinato". Il dollaro ha perso il 5 % contro l'euro a partire
da aprile e sta calando velocemente. La borsa iraniana potrebbe essere
la scossa finale che spingerà il dollaro oltre il limite. Questa è la
dura lezione per quelli che scelgono di ignorare i fondamenti
dell'economia e costruiscono la loro casa sulla sabbia. Paul Volcker ha
anticipato questo scenario in un discorso del 2005, quando disse che
gli squilibri del bilancio erano più grandi di quanto avesse mai visto
e predetto: "una possibilità del 75 % di un crollo del dollaro nei
prossimi 5 anni".
Volcker aveva ragione, ma il consigliere economico
Peter Grandich lo ha riassunto persino meglio quando ha fatto notare:
"L'unico a non sapere che il dollaro Usa è morto... è il dollaro Usa".
Mike Whitney
Fonte: http://www.informationclearinghouse.info/
Link:
http://www.informationclear inghouse.info/article12960.htm
07.05.2006
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CARLO MARTINI