domenica 20 febbraio 2011

Speriamo sia la fine del predone dittatore Gheddafi


Le notizie che arrivano dal nord Africa stanno scuotendo la nostra Repubblica delle banane.
Soprattutto quello che sta accadendo in Libia sta gettando nel panico l’Italietta, perchè i nostri “lungimiranti” politici, imprenditori, economisti, non hanno studiato la Storia, ma solo come fare lucrosi affari e guadagni facili, senza guardare il colore dei soldi, nemmeno quando era rosso sangue.
Così, giocando alla geopolitica da presunti statisti quali si ritengono, hanno dato credito e fiducia per decenni a un predone che tutti sapevano essere uno spietato dittatore, convinti di garantire all’Italia fonti energetiche e vantaggi (per se stessi) e, pur di ottenere tutto questo, hanno pensato bene di sanare il contenzioso coloniale con la Libia regalando al predone dittatore 5 miliardi di euro di indennizzo (sic!), facendogli ridicole scuse per una presenza italiana che ha reso fertile e ricca una terra arida e desolatamente povera e concordando un mucchio di sostanziosi appalti (anche per favorire le proprie imprese!).
Adesso tutti costoro, che hanno accolto Gheddafi a Roma con gli onori una volta riservati ai re e agli imperatori, sono nel panico e non sanno spiegarsi l’impetuoso vento della ribellione che scuote tutto il mondo arabo.
Non si rendono conto che sono loro che semplicemente hanno fatto come lo “stolto” del Vangelo che ha costruito la casa sulla sabbia.
Per quanto ci riguarda, solidali con i 20.000 italiani autentici benefattori della Libia cacciati come indesiderabili dopo che tanto avevano dato a quella terra, esprimiamo tutto il nostro apprezzamento per i popoli che si ribellano per la propria libertà, nella speranza che anche per Gheddafi arrivi la resa dei conti.
E, sia ben chiaro, se da questa rivoluzione araba dovessero arrivare gravi danni per l’Italia, nessuno dei responsabili politici ed economici pensi di chiamarsi fuori, invocando magari “l’imprevedibilità degli eventi” o il destino “cinico e baro”, perchè se gravi danni ci saranno, tutti questi “responsabili” dovranno dare conto al popolo italiano per aver costruito rapporti internazionali “sulla sabbia” e darne conto non solo e non semplicemente sul piano elettorale.
Il mondo si muove, nessuno pensi, per i propri interessi, di far restare ferma l’Italia!
Adriano Rebecchi
Ufficio Politico del MNP

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