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sabato 17 marzo 2012

Presa d’atto

COMUNICATO

MOVIMENTO NAZIONAL POPOLARE

DIREZIONE NAZIONALE

ROMA

SIMBOLO MNP1

In merito alla decisione, comunicata in rete, di Adriano Rebecchi e di Alessandro Mezzano, di non voler rinnovare la tessera del MNP, pur dispiacendocene, non possiamo fare altro che prenderne atto. Del resto, è chiaro da tempo ormai che Mezzano e Rebecchi non condividono la linea politica del MNP.

Il MNP dal suo canto, erede del Collegio Unità per la Costituente, continua a perseguire il progetto unitario e resta su posizioni di netta e intransigente opposizione al governo Monti, così come era stato per il governo Berlusconi.

Il MNP resta al suo posto a sostegno della sovranità nazionale contro chi invece continua a svendere l'Italia agli stranieri e in difesa della giustizia sociale, oltre ogni logica liberista e neo-schiavista.

Nicola Cospito

Ufficio Politico MNP

Roma

sabato 5 novembre 2011

Contraddizione, confusione oppure faziosità.

campo X caduti R.S.I.

Giovedì 20 Ottobre 2011, il Sindaco di Milano di centrosinistra, Giuliano Pisapia, ha partecipato alla Commemorazione dei Piccoli Martiri di Gorla (Milano), dove ha tenuto un’orazione ufficiale incentrata sui soliti temi del pacifismo.

Nella giornata odierna, invece, Giuliano Pisapia ha partecipato alla tradizionale Commemorazione ufficiale dei Defunti al Cimitero Maggiore di Milano.

Contrariamente ai suoi predecessori di centrodestra, Pisapia, dopo aver reso omaggio al Campo dei Caduti della Guerra di Liberazione, ha ritenuto di non soffermarsi nel Campo dei Caduti della RSI, dichiarando che: “La pietà non può cancellare la Storia”.

Gli ha fatto eco il Presidente dell’Anpi di Milano che ha detto : “Gli odierni indignados sono i nuovi partigiani perché hanno gli stessi ideali di quelli di allora”.

Crediamo che questi comportamenti e dichiarazioni dimostrino contraddizione e confusione, oppure la solita faziosità.

Nessuno chiede loro di cancellare la Storia, ma di conoscerla e rispettarla sì.

I Piccoli Martiri di Gorla, 200 tra bambini e maestre, non furono uccisi da bombardieri italiani o tedeschi, ma da bombardieri Usa che, dopo aver fallito gli obiettivi loro assegnati, decisero di sganciare ugualmente il loro carico di morte sugli edifici civili e i partigiani onorati da Pisapia erano alleati di quegli americani.

L’aver poi evitato di soffermarsi al Campo dei Caduti della RSI non è stato certamente un rispetto della Storia ma, semplicemente, l’opportunismo politico di non scontentare la propria maggioranza.

Del resto, non è che “noi” abbiamo apprezzato i Sindaci di centrodestra che, prima di soffermarsi sul Campo dei Caduti della RSI, si sono tolti la fascia tricolore perché, quel togliere la fascia, è stato tutt’altro che un segno di rispetto, anzi.....

Quanto agli odierni “indignados” combattono (o credono di combattere) contro un mondo che è quello voluto e creato dai vincitori del Secondo conflitto mondiale, vincitori dei quali i partigiani di allora erano complici e alleati.

Quando si tira in ballo la Storia bisogna stare attenti a non barare!

Adriano Rebecchi

Ufficio Politico del MNP

Responsabile Provinciale di F.N.

martedì 1 novembre 2011

Statisti e mezze calzette

territoripalestina19462000

L’UNESCO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, nella giornata di ieri ha RICONOSCIUTO la Palestina come Stato membro della stessa Unesco.

Non si tratta del riconoscimento vero e proprio del nuovo Stato palestinese da parte dell’ONU, ma è un forte segnale in tal senso.

I voti a favore sono stati 107 (tra i quali Francia, Russia e Cina) e quelli contrari 14 (in testa gli USA) e gli astenuti 52 (tra i quali l’Italia).

Gli Usa, per bocca del loro Presidente progressista (sic!), non hanno solo votato contro ma hanno già congelato la loro quota di contributo a favore dell’Unesco, quota che supera il 22% del totale di tutti gli Stati e senza la quale l’Organizzazione andrà sicuramente in crisi.

La decisione è un vero e proprio ricatto per costringere l’Unesco a rivedere la sua posizione e conferma che la vera capitale degli israeliani è negli Usa.

Quanto all’Italia berlusconiana si è ASTENUTA, per non dimostrare ai Palestinesi di averli presi in giro (come faceva Gheddafi) e per non irritare il duo USA-Israel del quale Berlusconi è un “sicuro e fedele amico e alleato”, con buona pace dei cercatori della terza via berlusconiana in politica internazionale.

Un uomo politico può essere basso di statura (ed avere magari anche origini ebraiche) ma avere le palle da statista, Sarkozy, mentre altri oltre ad essere bassi di statura restano solo arroganti mezze calzette e.......in attesa di giudizio!

Adriano Rebecchi

Ufficio Politico del MNP

e Responsabile Provinciale FN

sabato 1 ottobre 2011

Nuovo Governatore della Banca d'Italia

doris berlusconi

La solita vergognosa pantomima in corso per la nomina del nuovo Governatore della Banca d’Italia, simile a quelle che si verificano ogni volta che si deve sostituire un giudice della Corte Costituzionale, ci dà l’occasione per fare alcune puntualizzazioni sulle Banche e sul sistema bancario, anche perché sull’argomento girano nei “nostri” ambienti analisi apparentemente dotte, ma fatte da gente che forse non ha mai visto una banca dall’interno e che non ha capito o non sa come funzionano in realtà la banca ed il sistema bancario.

Precisiamo subito che chi scrive ha conoscenza diretta dell’ambiente, avendo lavorato per 36 anni e mezzo in un grosso Istituto di Credito ed avendo raggiunto un livello di carriera definibile “medio”.

Per prima cosa diciamo che le Banche sono una realtà imprescindibile per la gestione degli aspetti finanziari di un’economia, a meno ché qualcuno pensi nell’anno 2011 di tornare al “baratto”, ma ci deve spiegare come, tenendo presente che anche al tempo del baratto era il “bisogno” a dare più o meno valore a ciò che si barattava e quindi l’aspetto speculativo era comunque presente.

Quello che non va delle banche è la loro GESTIONE, dovuta al fatto che TUTTI i Presidenti, Consiglieri Delegati e/o Amministratori, di tutte le Banche, SONO DI NOMINA POLITICA, anche quando sono dei tecnici, perché vengono comunque scelti in base all’area di appartenenza politica più o meno dichiarata.

Quindi il problema da affrontare non è l’Istituzione Banca o il sistema bancario, ma la gestione che ne fanno i manager per conto dei Partiti politici che li hanno scelti o nominati.

A questo punto anche il discorso sulla natura pubblica o privata delle Banche lascia il tempo che trova.

Se una banca è privata, ma la sua dirigenza E’ TUTTA DI NOMINA POLITICA e risponde ai Partiti che l’hanno proposta o nominata, dove sta l’aspetto privato?

Che cosa vuol dire poi che una Banca è privata?

Tutte le Banche, dalle più grosse alle più piccole, hanno emesso nel corso della loro storia “milioni di azioni” che rappresentano ciascuna una piccolissima quota di proprietà di quella Banca e queste azioni sono sì in parte in mano a grossi finanzieri, ma per la maggior parte sono in mano a milioni di cittadini, impiegati, commercianti, artigiani, pensionati, fondi pensioni delle più svariate categorie del mondo del lavoro, Enti Pubblici, Assicurazioni ecc.

Quindi quando si chiede di “nazionalizzare” una Banca o tutte le Banche, bisogna sapere che non si colpirà la speculazione o gli speculatori, ma quei milioni di possessori di azioni che potrebbero così veder svanire i loro risparmi, spesso risparmi di una vita.

Analogamente, poiché le azioni della Banca d’Italia sono state a suo tempo ACQUISTATE dalle principali Banche italiane in occasione della sua PRIVATIZZAZIONE (perché il Ministero del Tesoro doveva fare cassa per salvare la lira!!!), la stessa Banca d’Italia è quindi di proprietà di quei milioni di cittadini che posseggono le azioni delle rispettive banche.

Non potendo però materialmente far gestire da questa moltitudine la Banca, viene nominato un Consiglio di Amministrazione (dai politici), che elegge un Presidente o Amministratore Delegato (in quota a qualche Partito), i quali hanno il compito di gestire e guidare la Banca (come fa comodo ai Partiti).

Questi alti papaveri vengono impropriamente (o furbescamente) chiamati “banchieri” ma, in realtà, sono dei dipendenti, di altissimo livello e di altissimo stipendio, ma dipendenti, che oggi sono nominati e un domani possono essere sfiduciati e mandati a casa (è successo a Geronzi, è successo a Profumo).

E’ bene si sappia che gli unici veri banchieri “privati” in Italia, in quanto unici soci e proprietari della propria Banca Mediolanum e che nessuno può quindi sfiduciare o mandare a casa, sono tali Ennio Doris e Silvio Berlusconi ed è strano che, in ambienti dove si parla e straparla contro i banchieri che tali non sono, si SORVOLI invece sugli unici DUE VERI BANCHIERI PRIVATI ITALIANI.

Adesso non ci resta che attendere l’esito della pantomima e vedere chi la spunterà nel Governo e nei Partiti che lo compongono e chi sarà il nuovo Governatore della Banca d’Italia, l’importante è che ci rendiamo conto di chi è e che faccia ha il nemico, altrimenti continueremo solo a fare battaglie contro i mulino a vento.

Adriano Rebecchi

venerdì 2 settembre 2011

Lotta all'evasione: l'ultima bufala!

Guardia di Finanza

Molti italiani, ingenui e sprovveduti, seguono con comprensibile disorientamento l’iter della nuova manovra finanziaria, l’ennesima, che dovrebbe far rientrare l’Italia nei parametri europei dai quali negli scorsi anni abbiamo chiesto e ottenuto di sforare alla grande, con l’impegno però a rientrare negli anni successivi, cioè adesso.

Nella ridda di provvedimenti che appaiono, scompaiono, riappaiono, adesso è la volta dell’annuncio di un pesante giro di vite contro l’evasione e l’elusione fiscale.

Noi siamo assolutamente d’accordo, anche se la cosa sa tanto di ennesima bufala da parte di un Governo che, con i condoni, gli scudi fiscali, l’abolizione del reato di falso in bilancio, la prescrizione breve per i reati finanziari ecc. ha sicuramente fino ad ora aiutato e non combattuto gli evasori, peraltro autorevolmente incoraggiati dallo stesso Berlusconi che ha più volte dichiarato che, essendoci in Italia una pressione fiscale troppo elevata, gli evasori erano giustificati.

Adesso, sempre i suddetti italiani ingenui e sprovveduti, cercano di capire in cosa consisterà questa “epocale” (sic!) lotta all’evasione e ai suoi principali strumenti: le società di comodo e off-shore.

A questi italiani vogliamo dare una piccola mano con un suggerimento: andare a leggere su internet o sui giornali degli scorsi mesi gli atti e le conclusioni del processo Mills.

L’avvocato inglese David Mills, marito di una ministra della reale corona britannica (e già questo significa qualcosa!!!) è stato per anni il consulente di Silvio Berlusconi e della Fininvest, per conto dei quali ha creato catene di società di comodo e off-shore finalizzate all’evasione fiscale, alla creazione di fondi neri, all’esportazione di capitali all’estero nei paradisi fiscali.

Non solo, come risulta dagli atti processuali, parte di quei fondi sono stati utilizzati per operazioni di corruzione e di condizionamento dei vari poteri politici e istituzionali in Italia.

E’ già grave essere diventati una repubblica delle banane, ma essere governati anche da pataccari incapaci, corrotti e corruttori, è veramente troppo.

Quousque tandem?

Adriano Rebecchi

Ufficio Politico del MNP

Responsabile Provinciale F.N.

domenica 21 agosto 2011

Strage di Bologna: la verità vi farà liberi!

stragediBologna

La Procura della Repubblica di Bologna sembra abbia finalmente deciso di imboccare la “pista internazionale” per scoprire gli autori della terribile strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, che ha causato “ufficialmente” 85 morti e oltre 200 feriti.

La notizia ha ovviamente gettato nello scompiglio tutto il mondo dell’antifascismo che da quella strage, subito etichettata come “fascista”, ha tratto nuova linfa per le sue campagne propagandistiche e se n’é servito come mezzo per sviare l’attenzione dell’opinione pubblica da una gestione del potere che nei decenni si è rivelata sempre di più basata sulla corruzione ed il malaffare.

Per “noi” la notizia della recente svolta nelle indagini è solo la conferma di quello che abbiamo sempre pensato fin da quando, sul settimanale “Candido”, il giornalista e senatore missino Giorgio Pisanò aveva rivelato che durante la ricomposizione dei corpi erano stati rinvenuti altri resti oltre a quelli degli 85 morti ufficiali, e che quindi i morti in realtà non erano 85 ma 86, ed era ragionevole pensare che quei resti in più erano di un terrorista o di un corriere di esplosivi in transito, vittima di un incidente di percorso o di un complotto del quale anche lui era rimasto vittima.

Questa notizia fu sempre snobbata nel clima imperante nel quale tutti volevano e avevano bisogno che la strage fosse “fascista”, dal potere politico alle Autorità istituzionali, dai Servizi più o meno deviati alla Magistratura, dai media alle lobby della disinformazione, dagli intellettuali impegnati ai tromboni dell’antifascismo.

Tutti i successivi interminabili processi non hanno fatto altro che condannare dei colpevoli di comodo, ovviamente “fascisti” o “presunti tali”, sacrificati sull’altare della “ragion di Stato” e per dare soddisfazione a quell’Associazione Vittime della Strage di Bologna i cui esponenti, intrisi e abbeverati di antifascismo, hanno dimostrato di preferire ad una verità scomoda una bugia che placasse il loro delirante antifascismo.

Adesso non resta che aspettare che la Magistratura faccia il suo corso e, liberata dalla cappa di conformismo che finora l’ha imprigionata, dia finalmente una chiara risposta sui nomi dei responsabili, dei mandanti e di coloro che per opportunismo o carrierismo hanno contribuito a depistare e sviare le indagini.

Per quanto riguarda la richiesta di togliere dalla Piazza della stazione di Bologna la lapide che condanna la “strage fascista”, richiesta avanzata da alcuni “indegni” ex missini che, comodamente assisi nella mangiatoia del potere si sono ben guardati in questi anni dal pretendere la ricerca della verità, come abbiamo avuto occasione di scrivere anni fa, riteniamo che quella lapide non vada rimossa.

Per 30 anni quella lapide ha seminato odio, per 30 anni migliaia e migliaia di scolaresche l’hanno letta come dimostrazione del “male assoluto”, toglierla significa far sparire la prova delle aberrazioni alle quali è sceso questo regime antifascista e sedicente democratico.

La lapide va lasciata, così com’è, ma di lato va posta un’altra lapide, sulla quale venga spiegato, per le future generazioni, a quale livello può giungere l’odio ed il settarismo politico di chi, non avendo altre ragioni o idee da contrapporre al suo avversario, ricorre alle menzogne e alle speculazioni propagandistiche più atroci, anche sulla memoria di tante vittime innocenti

Non diamo al sistema l’opportunità di far sparire la prova delle sue malefatte.       

Adriano Rebecchi

Ufficio Politico del MNP

Responsabile Provinciale F.N.

sabato 13 agosto 2011

L’ultimo regalo del “pataccaro”

Berlusconi Tremonti pinocchio
Il Governo ha approvato nella notte una nuova manovra finanziaria aggiuntiva di ben 45,5 miliardi di euro, una superstangata che si aggiunge a quella pesantissima già decisa nello scorso mese di luglio.
Berlusconi non ha trovato di meglio per giustificarsi che la patetica frase: “il nostro cuore gronda sangue perché uno dei vanti del nostro governo era di non aver messo le mani nelle tasche degli italiani”.
Invece il cuore degli italiani gronda rabbia e incazzamento!
Perché il multimiliardario Silvio Berlusconi è sceso in politica per attuare il piano della P2 ma anche per salvare le sue aziende sommerse di debiti e le ha salvate, se è vero com’è vero che le suddette società hanno avuto in questi anni un crescendo di utili e di attività e questo malgrado la crisi.
Perché in questi anni ci ha mentito ripetendo fino alla noia “che eravamo messi meglio delle altre nazioni” e “che saremmo usciti dalla crisi prima e meglio degli altri”.
Perché le uniche leggi che ha fatto nei 9 anni nei quali ha complessivamente governato, oltre alle leggi “ad personam” e “porcata” che lo interessavano direttamente, sono state i condoni e le sanatorie che hanno premiato gli speculatori, gli evasori, i corrotti, gli esportatori illegali di capitali, la malavita ed il malaffare.
Perché le attuali severe misure di rientro nei parametri Deficit-Pil non ci sono state imposte dall’Europa “oggi”, ma erano l’impegno che lo stesso Berlusconi “aveva preso a suo tempo” quando aveva chiesto e ottenuto dall’Europa di sforare alla grande da quei parametri nei quali non riuscivamo a rientrare a causa della crisi e della debolezza della nostra economia.
Un’Europa che ci sta dando un sostanzioso aiuto acquistando grandi quantitativi di Btp che l’Italia emette per far fronte alle spese quotidiane di funzionamento della macchina statale, Btp che però, visto il nostro gigantesco debito pubblico, sono quasi “carta da formaggio” e per collocarli dobbiamo garantire a chi li compra rischiando rendimenti sempre più alti.
Adesso che tutti i nodi vengono al pettine, dovremo pagare e pagare per tanti anni, gli errori e le furbate propagandistiche di questi sedici anni di berlusconismo, concretizzatosi in 9 anni di gestione diretta del potere e in 7 anni di pesante condizionamento dei numericamente deboli e divisi governi di centrosinistra.
Quello che personalmente ci indigna e ci fa incazzare ancora di più è che Berlusconi ha potuto fare quello che ha fatto grazie anche alle simpatie, all’avallo e alle complicità di molti ambienti della cosiddetta “nostra“ Area, quella cioè al di fuori di Alleanza Nazionale.
Chi per anticomunismo, pur sapendo, perché non poteva non sapere, che le prime grandi imprese immobiliari ed edilizie della famiglia Berlusconi degli anni ‘70 sono state fatte, con soldi di dubbia provenienza, grazie alle provvidenziali licenze edilizie concesse dalle tante giunte rosse di allora, tutte lautamente finanziate (o corrotte) dal nascente impero berlusconiano.
Chi per pregresse simpatie per l’inesistente e utopica terza via socialista craxiana, che li ha portati a tifare per il “grande amico” di Craxi e per la sua ancora più inconsistente e fasulla terza via di politica internazionale.
Chi per giusta avversione al mondo delle Banche e della Finanza, pur sapendo, perché non poteva non sapere, che Berlusconi ed il suo socio Ennio Doris sono gli unici veri banchieri in Italia, perché loro non sono Presidenti o Amministratori delegati eletti da consigli o assemblee di azionisti, ma sono gli unici e soli proprietari della Banca Mediolanum e del suo annesso impero.
Qualche giorno fa un componente dell’Ufficio Politico del MNP ha concluso il suo intervento sulle vicende della crisi dicendo che Berlusconi “deve essere mandato a casa, con le buone o con le cattive”.
Facciamo nostro e ampliamo quell’appello, perché oltre a Berlusconi devono essere mandati a casa anche tutti i suoi complici, sodali e servi sciocchi, a cominciare dai leghisti e dagli ex alleanzini.
Con le buone o con le cattive!
Adriano Rebecchi
Ufficio Politico del MNP e Responsabile Provinciale F.N.

sabato 2 luglio 2011

L’ultima pagliacciata


Come tutti i governi che si rispettino, ovviamente delle repubbliche delle banane, anche quello della colonia Italia ha voluto celebrare il rito del suo presunto “rilancio” con l’ennesima pagliacciata, l’ultima sulla strada dell’ingloriosa fine che sta dietro l’angolo.
I servi e complici precettati a Roma dal padre padrone hanno acclamato il “picciotto” Angelino Alfano come Segretario del PDL.
Ci sembra giusto che il fedele segretario del capo, nominato ministro della Giustizia unicamente per combattere la Magistratura e proteggere il suo padrone, diventi adesso il segretario nazionale di tutto il Pdl, perchè nell’imminenza del crollo, tutti avranno bisogno di essere protetti per le loro colpe e per le loro responsabilità.
Per non guastare la messinscena, il padrone ha rifiutato le per lui “stupide” votazioni ufficiali e il tutto è stato risolto con la nomina per acclamazione, con il solito dissidente di turno precettato per non dare l’impressione di uno sfacciato unanimismo.
Significativo anche l’ordine delle priorità del Governo annunciato dal padre-padrone: riforma della Giustizia e blocco delle “intercettazioni”.
La crisi, i problemi dei lavoratori, dei precari, dei pensionati, dei giovani, delle donne, di tutti quelli che faticano oramai anche solo ad arrivare a metà mese, passano in secondo piano rispetto alla necessità assoluta di salvare Berlusconi e la sua lobby e, con essa, i voti, le poltrone, la greppia, la pacchia.
Del resto, anche la “famosa” manovra correttiva dei conti pubblici chiesta dall’Europa si sta concretizzando in una colossale presa in giro del popolo italiano (tra tagli e nuove tasse), dell’Europa e dei mercati, ai quali è stato assicurato che qualcuno provvederà, ma........ dal 2013-2014.
E’ difficile spiegare come sia stato possibile che il popolo italiano si sia fatto prendere per i fondelli in tutti questi anni, come si sia fatto raggirare, attratto forse dal facile successo o dall’ammirazione verso chi sa farsi strada tra furbate e porcate ma, una cosa è certa, la ruota della Storia sta girando inesorabilmente e, presto, arriverà anche la fine della sbronza del berlusconismo e sarà il tempo di fare i conti con i complici, i responsabili, i servi sciocchi, per evitare che tutto, ancora una volta, finisca a tarallucci e vino.
Adriano Rebecchi
Ufficio Politico del MNP e
Responsabile Provinciale F.N.

sabato 18 giugno 2011

Le certificazioni del fallimento del Governo Berlusconi

E’ di oggi la notizia che “Moody’s”, la più importante Agenzia di valutazioni economico-finanziarie internazionali, ha messo l’Italia sotto osservazione per un eventuale “revisione al ribasso” o “declassamento” dell’andamento macroeconomico, cosa che non avveniva da oltre 15 anni, con la conseguenza che saremo messi tra le nazioni meno affidabili e questo perchè il nostro debito pubblico continua a salire, la nostra produttività rimane bassa, abbiamo recuperato solo una piccola frazione dei ben 7 punti di Pil – Prodotto interno lordo – persi negli ultimi anni di crisi e ci sono seri dubbi che il Governo riesca a raggiungere il promesso pareggio di bilancio entro il 2014.
Questo giudizio segue quello di poche settimane fa dell’altra importante Agenzia internazionale, la Standard & Poor’s, che ha assegnato all’Italia “l’outlook negativo” per la crescita.
Immaginiamo la levata di scudi delle truppe cammellate berlusconiane e dei loro alleati e complici (più o meno camuffati), contro queste Agenzie internazionali considerate “servi del sistema economico mondiale”, che però non bastano a smontare la realtà di giudizi redatti da queste Agenzie internazionali sulla base di numeri e dati certi acquisiti dai loro Uffici in Italia.
La realtà, impietosa ma inesorabile, certifica il grande imbroglio di chi in tutto questo periodo di crisi ha gridato ai quattro venti che “l’Italia era messa meglio delle altre Nazioni” e che “saremmo usciti prima e meglio delle altre Nazioni dalla crisi”.
E’ la certificazione del fallimento “del Governo del fare” , tutto basato su vuote promesse propagandistiche (come l’ultima della riduzione delle tasse a “costo zero”!!!) diffuse a piene mani dall’impero mediatico di “bauscia” Berlusconi e propinate agli sprovveduti e illusi italiani benpensanti dagli alleati e servi schiocchi e ambiziosi della corrotta e corruttrice lobby affaristica berlusconiana.
Un “bauscia” Berlusconi che si è vantato di aver mantenuto la stabilità politica e la pace sociale.
In realtà la “stabilità politica” è stata mantenuta, finora, sostituendo con mercenari comperati al mercato parlamentare le tante defezioni dei suoi ex alleati più o meno pentiti.
La “pace sociale” invece, è stata mantenuta con la complicità di alcuni capi sindacali (due rivelatisi buoni commensali a Palazzo Grazioli e una bramosa di fare il Presidente Regionale) sulla pelle dei lavoratori, dei pensionati, dei precari, del ceto medio, delle famiglie, penalizzati e schiacciati verso la soglia della povertà
E’ anche il fallimento del superministro Tremonti, l’inventore della finanza creativa, delle privatizzazioni camuffate da liberalizzazioni, della cartolarizzazione di beni da anni invenduti (e quindi rappresentati da titoli “tossici”), degli artifici contabili per ingannare le severe Autorità europee, nonchè grande esempio di onesto contribuente, visto che per il 2009 ha dichiarato al fisco un reddito di soli 39mila euro.
Certo, confronto ai Brunetta o ai Gasparri, ai Calderoli o ai Quagliarello, alla Brambilla o alla Santanchè, anche un Tremonti sembra un gigante.
Ma la ruota della Storia sta girando inesorabilmente e, per patacche e pataccari, sta arrivando l’ora della verità, che sta arrivando anche per “tutti quelli” che in questi anni hanno svenduto e tradito Ideali e Valori, resi sacri dal sangue dei Martiri, per entrare nei sottoscala del potere e nelle anticamere della mangiatoia.
Ricordiamoci bene di tutto questo, affinchè non ci tocchi un’altra volta subire passivamente una nuova stagione dei “riciclati” della politica.
Adriano Rebecchi
Ufficio Politico del MNP e
Responsabile Provinciale F.N.

martedì 14 giugno 2011

Vittoria!


Percentuale dei votanti : 57%
Percentuale dei “SI” : 95%
Ha vinto l’Italia e noi con lei:
l’Italia che vuole difendere l’ambiente e la natura e vuole le energie alternative;
l’Italia che non vuole cedere al mercato beni primari, assoluti e universali, come l’acqua;
l’Italia che non vuole che “qualcuno” sia più eguale degli altri per farsi gli affaracci propri alle spalle del popolo credulone.
Hanno perso Berlusconi e la sua lobby.
Hanno perso i suoi servi schiocchi e complici che craxianamente hanno detto di andare al mare.
Hanno perso i traditori che hanno venduto a questa destra borghese, affarista e corrotta, un patrimonio di Ideali e di speranze;
Hanno perso quelli che si turano il naso e dicono di scegliere il male minore, solo perché aspirano alla mangiatoia, e quindi preferiscono stare a galla in una mefitica palude anziché scegliere il mare aperto.
Hanno vinto i giovani, quelli che di solito se ne fregano, che sono apatici, che non si schierano e che, invece, questa volta si sono impegnati, si sono schierati, senza tentennamenti.
Il vento sta cambiando, dal nord Africa ai Paesi Arabi, dall’Europa all’Italia.
Noi, grazie al fatto di esserci schierati subito e senza incertezze, siamo parte di questo cambiamento.
Magari siamo solo una piccola, molto piccola parte, ma ci siamo, non siamo rimasti nella palude, siamo anche noi in mare aperto.
Adesso dobbiamo attrezzarci in fretta, prepararci in fretta, perché il vento del cambiamento soffia anche per noi e non possiamo, non dobbiamo, perdere l’occasione prossima ventura.
Adriano Rebecchi
Ufficio Politico del MNP
Responsabile Provinciale F.N.

sabato 11 giugno 2011

REFERENDUM del 12-13 giugno 2011


Domenica 12 e lunedì 13 giugno 2011
TUTTI ALLE URNE!

Difendiamo il nostro futuro!

Riprendiamoci la sovranità espropriata dai Partiti!
Aboliamo le leggi “porcata” della Casta!

Votiamo 4 SI !

Visualizza qui il volantino

Adriano Rebecchi
Ufficio Politico del MNP e
Responsabile Provinciale F.N.

mercoledì 27 aprile 2011

Berlusconi fedele bau bau


Il penoso governo della solita “italietta” l’ha squagliata anche questa volta!
Volevamo fottere l’Europa, facendole credere che eravamo d’accordo per intervenire nella drammatica rivolta libica, che ci interessava in prima persona come diretti dirimpettai e per quello che la Libia è stata per noi invece, mentre ci facevamo bagnare il naso dalla Francia (che è una Nazione!), abbiamo fatto finta di intervenire, con i nostri Tornado che facevano inutili e vuote passeggiate nel Mediterraneo, perchè non potevamo attaccare “l’amico” Gheddafi che è sì un sanguinario dittatore, ma anche un dispensatore di lucrosi contratti economici e petroliferi con annesse ricche tangenti estero su estero.
Poi, smascherati, abbiamo dichiarato solennemente che non avremmo mai sparato, perchè avevamo già dato le basi e perchè l’Italia ripudia la guerra, peccato che di guerre ne abbiamo fatte due ancora in corso, una a sostegno dell’invasione dell’Iraq e una a sostegno dell’invasione dell’Afghanistan, due nazioni sovrane, dove non c’era nessuna rivolta, dove non c’erano popolazioni a rischio di massacri e, oltretutto, due nazioni completamente fuori dalla nostra area geografica.
A dimostrazione dell’ipocrisia governativa, quando sono state ventilate ritorsioni contro l’Europa per il problema degli immigrati, non è stato proposto il ritiro dei nostri soldati per esempio dall’Afghanistan dove uccidiamo e siamo uccisi, ma dal Libano, dove non abbiamo mai dovuto sparare un colpo e dove, meritoriamente, siamo una vera forza di interposizione e di pace.
Poi, però, è arrivata la telefonata di padron Obama e, con un bel giro di valzer, il governo Berlusconi ha promesso che adesso lanceremo anche noi qualche missile, perchè il 25 aprile non ricorda l’ipotetica liberazione dal cosiddetto nazi-fascismo, bensì la riduzione dell’Italia a colonia degli Usa, con buona pace di Berlusconi e del di lui babbo che andavano ad onorare i caduti americani che ci avrebbero “liberato”.
Così, ancora una volta, è stato dimostrato che, quando il padrone Usa chiama, il fido Berlusconi corre e fa bau bau, con buona pace di quelli che pensano di vedere nell’altalenante, improvvisata e belante politica internazionale dell’Italia chissà quale strategia geopolitica.
Adriano Rebecchi
Ufficio Politico del MNP
SIMBOLO MNP1
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mercoledì 20 aprile 2011

Attenzione alla fregatura!


ATTENZIONE!

Non facciamoci fregare da questo governo di falsari e di furbastri!
L’emendamento inserito nel decreto omnibus sull’energia non significa affatto che il Governo Berlusconi rinuncia al nucleare, ma semplicemente che : “non si procede alle localizzazioni e realizzazioni delle centrali in attesa di acquisire ulteriori evidenze scientifiche”.
E’ fin troppo chiara la strategia di quest’ultima furbata, depotenziare o meglio far saltare il referendum contro il nucleare che, sull’onda di quanto successo in Giappone, potrebbe far partecipare al voto la maggioranza degli italiani i quali, oltre a bocciare il nucleare, boccerebbero anche la privatizzazione dell’acqua e, soprattutto, la legge sul “legittimo impedimento”.
Se il Governo volesse veramente rinunciare al nucleare basterebbe semplicemente abrogare la legge che lo prevede.
Non facciamoci prendere per gonzi!
Nessuno può credere alla serietà, onestà e correttezza, di questo Governo e di questa maggioranza di incapaci e di corrotti pataccari.
Il 12 giugno tutti alle urne per BOCCIARE:
IL RITORNO AL NUCLEARE
LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA
L’IMMORALE LEGGE SUL “LEGITTIMO IMPEDIMENTO”.

Adriano Rebecchi
Ufficio Politico del MNP e
Responsabile locale F.N.

venerdì 15 aprile 2011

Brigandì, fora di ball!

 
Alla chetichella, senza troppi televisivi clamori, i media hanno dato la notizia che l’avvocato Matteo Brigandì è stato dichiarato DECADUTO dalla sua carica di membro laico nel Consiglio Superiore della Magistratura, carica alla quale era stato eletto pochi mesi fa in quota Lega.
La decisione di dichiararlo decaduto è stata presa a grande maggioranza dal Csm perchè Brigandì non aveva dato per tempo le dimissioni dal CdA della società commerciale Fin Groups del quale faceva parte.
Questa sembrerebbe una cosa di poco conto, ma l’avvocato Brigandì è anche indagato dalla Procura di Roma perchè sospettato di aver passato a “Il Giornale” della famiglia Berlusconi (che l’ha pubblicato con grande rilievo) il dossier su una vecchia storia di amori giovanili del Pm di Milano Ilda Boccassini che, guarda caso, è il Pm dei processi contro Silvio Berlusconi.
Subisce così una brusca battuta d’arresto la “brillante” carriera dell’ex giovane democristiano siciliano Matteo Brigandì, diventato socialista a Torino con Giusi La Ganga( !!!), poi salito ai vertici della loggia massonica “Mathema”, quindi passato alla Lega dov’è diventato avvocato di fiducia di Umberto Bossi e dalla Lega fatto prima eleggere deputato e poi nominare membro del Supremo Organo di Governo delle Toghe.
Per la verità, è la seconda battuta d’arresto dopo quella di un paio di anni fa, quando Brigandì è stato incredibilmente assolto nella vicenda dello scandalo dei rimborsi ai fasulli alluvionati del Piemonte, assoluzione che aveva comunque consigliato la Lega a farlo eleggere parlamentare nelle Marche e non a Torino dove la vicenda era troppo “fresca” e l’assoluzione troppo “incredibile”.
Che un personaggio così sia stato piazzato nel Consiglio Superiore della Magistratura la dice lunga, così come la dirà lunga la conclusione dell’inchiesta della Procura di Roma che confermerà che gli eletti del “padrone” vengono messi nei vari incarichi solo per tutelare e coprire “il padrone”.
Quindi siamo ben lieti di poter dire: Matteo Brigandì, fora di ball!
Adriano Rebecchi
Ufficio Politico del MNP

sabato 26 febbraio 2011

Sì alla sospensione del trattato di amicizia con la Libia


La proposta del cosiddetto “terzo polo” (Casini-Fini-Rutelli), di sospendere immediatamente il “Trattato di Amicizia tra Italia e Libia”, potrebbe a prima vista sembrare una delle tante enunciazioni atte ad alimentare la polemica tra i Partiti ma, in realtà, è, al di là di quello che sono i promotori,  la prima vera proposta politica sulla drammatica vicenda libica, nell’inconcludente e incapacitante chiacchiericcio del Governo italiano.
Perchè, sinora, abbiamo assistito solo a generici appelli a cessare le violenze (leggi massacri indiscriminati di civili) e ad umilianti richieste di aiuto agli altri Paesi europei per affrontare il problema dei profughi (dopo aver loro arrogantemente detto in passato che il problema epocale era stato brillantemente e definitivamente risolto dall’accordo con Gheddafi).
Già, perchè tutti hanno capito che quel “Trattato” non era in realtà tra l’Italia e la Libia, ma tra Berlusconi e Gheddafi, tra la lobby affaristica berlusconiana e quella di Gheddafi.
Sarà quindi bene che l’Italia si affretti a sospendere questo “Trattato”, non solo per non continuare ad essere additata come complice del beduino e sanguinario dittatore, al quale abbiamo dato soldi, tanti soldi e abbiamo venduto armi, tante armi, anche quelle oggi usate per la feroce repressione del suo popolo, ma anche proprio per quelle motivazioni di politica energetica ed economica con le quali il Governo Berlusconi ha giustificato la stipula di quel “Trattato”.
Nessuno si faccia illusioni, tra pochi giorni, forse tra poche ore, a Tripoli ci saranno altri Capi, nemici dichiarati di Gheddafi e, logicamente, nemici anche degli “amici” di Gheddafi.
Sarà quindi bene che i nostri “statisti” da operetta buffa, con annessi superpagati manager pubblici e privati, visto che non hanno previsto e capito cosa stava succedendo in nord Africa, si affrettino adesso ad una prova di intelligenza e di coraggio prendendo posizione subito contro Gheddafi e quello che resta della sua dittatura, prima che i nuovi Capi libici, una volta arrivati al potere, ci presentino il conto, inondandoci di profughi e chiudendo i rubinetti del petrolio o, magari, facendocelo pagare col sovrapprezzo come espiazione per i nostri errori di valutazione.
E, già che ci siamo, invitiamo i corrotti, incapaci e inetti politici che ci governano a cominciare a preoccuparsi per quando, anche in Italia e in Europa, arriverà il vento del nord Africa.
Una nostra storica canzone dice che “la rivoluzione è come il vento” e il vento fa in fretta ad attraversare il mare.
Adriano Rebecchi   
Ufficio Politico del MNP e
Responsabile Provinciale Forza Nuova

martedì 22 febbraio 2011

Dov'è il Capo del Governo italiano?


Mentre il mondo è scosso dagli avvenimenti libici e l’Europa si interroga sui futuri scenari, con prese di posizione di tutti i Capi di Governo, brilla per la sua assenza il Capo del Governo Italiano.
Il Capo del “governo del fare” latita e fa parlare solo i suoi ministri ed i suoi galoppini.
Eppure solo pochi mesi fa ha umiliato l’Italia ricevendo e abbracciando come un imperatore un beduino e sanguinario predone.
Gli ha concesso di far cavalcare nel centro di Roma i suoi pretoriani e pretoriane berbere.
Gli ha concesso di tenere una pubblica lezione (sic!) sul Corano (chissà se lui l’ha letto?) a 500 giovani fanciulle italiane precettate a pagamento.
Gli ha concesso di umiliare l’Italia con le sue sparate contro un colonialismo italiano che, come tutti sanno, di tutto si può dire meno che abbia danneggiato o spogliato la Libia.
Al Parlamento Europeo l’Italia si è opposta alla richiesta di pesanti interventi, proposti da alcuni Stati, contro l’attuale governo, meglio, contro l’attuale moribonda dittatura libica.
E gli strateghi politico-economici italiani non hanno trovato niente di meglio che chiudere la Borsa di Milano, con ridicole motivazioni di inconvenienti tecnici, per evitare disastrose perdite delle azioni delle loro aziende che pensavano di aver trovato in Libia il paese di bengodi degli affari.
La realtà è che lo “statista” del bunga-bunga è rinchiuso nel suo bunker assieme ad uno stuolo di avvocati, a studiare l’unica cosa che gli interessa veramente, le mosse per sfuggire ancora una volta alla Giustizia, mentre i suoi servi sciocchi e complici sono impegnati nella campagna acquisti dei parlamentari.
Ma il Mediterraneo non è così grande, lo dimostrano i disperati che a migliaia lo attraversano su miseri barconi e, dal nord Africa, potrebbe arrivare in Europa non solo la fiumana dei migranti ma anche il vento della ribellione.
Gli equilibri li dettano i vincitori ma è sempre la Storia che decide come e quando cambiarli.
 
Adriano Rebecchi
Ufficio Politico del MNP  

domenica 20 febbraio 2011

Speriamo sia la fine del predone dittatore Gheddafi


Le notizie che arrivano dal nord Africa stanno scuotendo la nostra Repubblica delle banane.
Soprattutto quello che sta accadendo in Libia sta gettando nel panico l’Italietta, perchè i nostri “lungimiranti” politici, imprenditori, economisti, non hanno studiato la Storia, ma solo come fare lucrosi affari e guadagni facili, senza guardare il colore dei soldi, nemmeno quando era rosso sangue.
Così, giocando alla geopolitica da presunti statisti quali si ritengono, hanno dato credito e fiducia per decenni a un predone che tutti sapevano essere uno spietato dittatore, convinti di garantire all’Italia fonti energetiche e vantaggi (per se stessi) e, pur di ottenere tutto questo, hanno pensato bene di sanare il contenzioso coloniale con la Libia regalando al predone dittatore 5 miliardi di euro di indennizzo (sic!), facendogli ridicole scuse per una presenza italiana che ha reso fertile e ricca una terra arida e desolatamente povera e concordando un mucchio di sostanziosi appalti (anche per favorire le proprie imprese!).
Adesso tutti costoro, che hanno accolto Gheddafi a Roma con gli onori una volta riservati ai re e agli imperatori, sono nel panico e non sanno spiegarsi l’impetuoso vento della ribellione che scuote tutto il mondo arabo.
Non si rendono conto che sono loro che semplicemente hanno fatto come lo “stolto” del Vangelo che ha costruito la casa sulla sabbia.
Per quanto ci riguarda, solidali con i 20.000 italiani autentici benefattori della Libia cacciati come indesiderabili dopo che tanto avevano dato a quella terra, esprimiamo tutto il nostro apprezzamento per i popoli che si ribellano per la propria libertà, nella speranza che anche per Gheddafi arrivi la resa dei conti.
E, sia ben chiaro, se da questa rivoluzione araba dovessero arrivare gravi danni per l’Italia, nessuno dei responsabili politici ed economici pensi di chiamarsi fuori, invocando magari “l’imprevedibilità degli eventi” o il destino “cinico e baro”, perchè se gravi danni ci saranno, tutti questi “responsabili” dovranno dare conto al popolo italiano per aver costruito rapporti internazionali “sulla sabbia” e darne conto non solo e non semplicemente sul piano elettorale.
Il mondo si muove, nessuno pensi, per i propri interessi, di far restare ferma l’Italia!
Adriano Rebecchi
Ufficio Politico del MNP