Gheddafi non ci è simpatico e non ce lo è mai stato. Ricordiamo la cacciata degli italiani dalla Libia al momento della sua ascesa al potere oltre quarant'anni fa. Gli italiani che in Libia avevano costruito scuole, porti, ospedali e quant'altro. Nel 1969 vedemmo tornare i nostri compatrioti della Libia con indosso solo i loro vestiti, privati delle loro case, dei loro beni, di tutto. Da allora Gheddafi non ha fatto altro che estorcere ai governi italiani quattrini a palate a tutolo di risarcimento del colonialismo subito. Lo stesso Berlusconi solo un paio di anni fa ebbe a donargli 5 miliardi di euro. Ciò nonostante non possiamo approvare la scelta italiana di partecipare alle operazioni militari anti Gheddafi con le proprie basi e i propri aerei. La solerzia della Francia che ha voluto la risoluzione dell'ONU in questo senso è più che sospetta e, con la solita scusa della missione umanitaria e della esportazione della democrazia, il vero obiettivo saranno come già in Iraq, i pozzi petroliferi di cui la Libia è ricchissima. Altro che umanitarismo. I nostri governanti, che solo pochi mesi fa facevano a Gheddafi il baciamano, che gli consentivano lo show con 500 ragazze assoldate appositamente per lui, che gli facevano piantare la tenda a Villa Borghese, oggi si preparano ad un'altra avventura militare che ancora di più comprometterà l'Italia davanti al mondo libero dei paesi non allineati. E questo costerà ancora denaro alle tasche dei cittadini oltremodo depredati e tartassati. E dimostrerà ancora una volta la perniciosità della NATO che usufruisce del territorio italiano per le proprie basi militari, dove pure conserva ordigni nucleari. Oltre ovviamente la sudditanza del nostro Paese che mostra ancora una volta non solo di non avere una politica estera credibile, ma che ha perduto del tutto la sovranità nazionale alla faccia di festeggiamenti che nascondono invece una realtà tutta italyota fatta di opportunismo, menzogna e ciarlataneria.
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sabato 19 marzo 2011
martedì 22 febbraio 2011
Dov'è il Capo del Governo italiano?
Mentre il mondo è scosso dagli avvenimenti libici e l’Europa si interroga sui futuri scenari, con prese di posizione di tutti i Capi di Governo, brilla per la sua assenza il Capo del Governo Italiano.
Il Capo del “governo del fare” latita e fa parlare solo i suoi ministri ed i suoi galoppini.
Eppure solo pochi mesi fa ha umiliato l’Italia ricevendo e abbracciando come un imperatore un beduino e sanguinario predone.
Gli ha concesso di far cavalcare nel centro di Roma i suoi pretoriani e pretoriane berbere.
Gli ha concesso di tenere una pubblica lezione (sic!) sul Corano (chissà se lui l’ha letto?) a 500 giovani fanciulle italiane precettate a pagamento.
Gli ha concesso di umiliare l’Italia con le sue sparate contro un colonialismo italiano che, come tutti sanno, di tutto si può dire meno che abbia danneggiato o spogliato la Libia.
Al Parlamento Europeo l’Italia si è opposta alla richiesta di pesanti interventi, proposti da alcuni Stati, contro l’attuale governo, meglio, contro l’attuale moribonda dittatura libica.
E gli strateghi politico-economici italiani non hanno trovato niente di meglio che chiudere la Borsa di Milano, con ridicole motivazioni di inconvenienti tecnici, per evitare disastrose perdite delle azioni delle loro aziende che pensavano di aver trovato in Libia il paese di bengodi degli affari.
La realtà è che lo “statista” del bunga-bunga è rinchiuso nel suo bunker assieme ad uno stuolo di avvocati, a studiare l’unica cosa che gli interessa veramente, le mosse per sfuggire ancora una volta alla Giustizia, mentre i suoi servi sciocchi e complici sono impegnati nella campagna acquisti dei parlamentari.
Ma il Mediterraneo non è così grande, lo dimostrano i disperati che a migliaia lo attraversano su miseri barconi e, dal nord Africa, potrebbe arrivare in Europa non solo la fiumana dei migranti ma anche il vento della ribellione.
Gli equilibri li dettano i vincitori ma è sempre la Storia che decide come e quando cambiarli.
Adriano Rebecchi
Ufficio Politico del MNP
domenica 20 febbraio 2011
Speriamo sia la fine del predone dittatore Gheddafi
Le notizie che arrivano dal nord Africa stanno scuotendo la nostra Repubblica delle banane.
Soprattutto quello che sta accadendo in Libia sta gettando nel panico l’Italietta, perchè i nostri “lungimiranti” politici, imprenditori, economisti, non hanno studiato la Storia, ma solo come fare lucrosi affari e guadagni facili, senza guardare il colore dei soldi, nemmeno quando era rosso sangue.
Così, giocando alla geopolitica da presunti statisti quali si ritengono, hanno dato credito e fiducia per decenni a un predone che tutti sapevano essere uno spietato dittatore, convinti di garantire all’Italia fonti energetiche e vantaggi (per se stessi) e, pur di ottenere tutto questo, hanno pensato bene di sanare il contenzioso coloniale con la Libia regalando al predone dittatore 5 miliardi di euro di indennizzo (sic!), facendogli ridicole scuse per una presenza italiana che ha reso fertile e ricca una terra arida e desolatamente povera e concordando un mucchio di sostanziosi appalti (anche per favorire le proprie imprese!).
Adesso tutti costoro, che hanno accolto Gheddafi a Roma con gli onori una volta riservati ai re e agli imperatori, sono nel panico e non sanno spiegarsi l’impetuoso vento della ribellione che scuote tutto il mondo arabo.
Non si rendono conto che sono loro che semplicemente hanno fatto come lo “stolto” del Vangelo che ha costruito la casa sulla sabbia.
Per quanto ci riguarda, solidali con i 20.000 italiani autentici benefattori della Libia cacciati come indesiderabili dopo che tanto avevano dato a quella terra, esprimiamo tutto il nostro apprezzamento per i popoli che si ribellano per la propria libertà, nella speranza che anche per Gheddafi arrivi la resa dei conti.
E, sia ben chiaro, se da questa rivoluzione araba dovessero arrivare gravi danni per l’Italia, nessuno dei responsabili politici ed economici pensi di chiamarsi fuori, invocando magari “l’imprevedibilità degli eventi” o il destino “cinico e baro”, perchè se gravi danni ci saranno, tutti questi “responsabili” dovranno dare conto al popolo italiano per aver costruito rapporti internazionali “sulla sabbia” e darne conto non solo e non semplicemente sul piano elettorale.
Il mondo si muove, nessuno pensi, per i propri interessi, di far restare ferma l’Italia!
Adriano Rebecchi Ufficio Politico del MNP
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