martedì 26 dicembre 2006

I regali di Bush


Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, all'unanimità, ha deciso in data 23 dicembre 2006 l'avvio di sanzioni nei confronti dell'Iran.

E' il regalo di Natale che le nazioni vincitrici del secondo conflitto mondiale, sotto la guida e l'imposizione degli Usa e l'ispirazione di Israele, hanno deciso di fare al mondo.

Per ora si tratta di sanzioni "misurate" che verranno man mano inasprite se l'Iran non fermerà il suo programma di arricchimento dell'uranio.

E' una strada in discesa che di fatto apre un nuovo fronte nella guerra per il controllo delle risorse petrolifere e dei gas naturali del vicino Oriente e che inasprisce lo scontro con l'Islam e tutto il mondo musulmano, scontro del quale le conseguenze più gravi, economiche e non solo, potrebbero pagarle le nazioni europee, Italia in testa.

Passano gli anni ma i vincitori del secondo conflitto mondiale continuano a spadroneggiare e ad imporre i loro diktat al mondo.

E' vergognoso che l'unica nazione che ha usato l'arma nucleare contro popolazioni civili si permetta tuttora di ergersi a paladina dell'umanità contro i pericoli del nucleare altrui.

Cadono anche le illusioni di chi vedeva nell'Eurasia il contraltare al dominio Usa-Israele.

Stati Uniti, Inghilterra e Russia continuano a spartirsi il mondo ed a controllare senza cedimenti le rispettive zone d'influenza.

Lo scontro è sempre tra il sangue dei popoli e delle nazioni povere contro l'oro e l'usura delle nazioni ricche e imperialiste.

Non ci sono nuove bandiere e nuovi scenari geopolitici da inventare, bisogna solo riprendere le bandiere e la lotta dei popoli oppressi e delle nazioni proletarie sconfitte nel secondo conflitto mondiale.

Dal vicino Oriente, dall'America latina e dall'Africa arrivano segnali importanti che l'Europa Nazione deve raccogliere per tornare ad essere protagonista e scompaginare i disegni e le mire degli imperialisti di sempre.

 

Adriano Rebecchi

Segretario Provinciale del MNP del Verbano-Cusio-Ossola

Editore e Direttore de "La Vedetta" 

     

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