sabato 29 luglio 2006

Il Ministero della Verità


> Il «Ministero della Verità»
> di Maurizio Blondet
>
> «Non c'è mai andata così bene», ha detto Gideon Meir, portavoce del
> ministero degli Esteri israeliano: «il lavoro dell'hasbara è una
> macchina perfettamente oliata». (1)
> «Hasbara» significa «propaganda» in ebraico.
> Ma il termine è solo per uso interno: per l'esterno, il termine
> usato è «informazione corretta», oppure «oggettiva», soprattutto non
> macchiata di «pregiudizi anti-ebraici», ossia di «antisemitismo».
> Come deve essere l'informazione corretta l'ha intimato un tizio
> chiamato Gianni Riotta, uno dei direttori minori de Il Corriere
> assolutamente voglioso di carriera: «Chi diffonde su internet le
> foto dei bambini libanesi dilaniati farebbe bene a ricordare anche
> la quindicenne arabo-israeliana, uccisa innocente nel villaggio di
> Mghar da un ordigno Hezbollah. Applicare la logica notarile del 'chi
> fa di peggio?' in Medio Oriente significa rassegnarsi alla
> mattanza». (2)
> Il Corriere non cadrà nella logica notarile e antisemita; per questo
> le foto dei bambini libanesi (non dilaniati, Riotta: carbonizzati
> dal fosforo) circolano solo su internet, e mai sul grande giornale.
> Per non sbagliare, le TV di Berlusconi non hanno mandato nemmeno i
> loro inviati a Beirut ridotta a macerie; li hanno mandati ad Haifa,
> che giorno per giorno dipingono come la stoica, eroica città martire
> di Sion.
> Nessuna contabilità notarile: le sofferenze della popolazione
> giudaica, i 19 morti israeliani -invariabilmente si
> aggiunge: «innocenti» - sono un'immane tragedia, niente in comune
> con gli almeno 600 morti libanesi, un terzo bambini, e il milione di
> profughi privati di tutto dai bombardamenti a tappeto.
> Un intero Paese distrutto dalle fondamenta vale meno di 19 morti.
> Non si faccia contabilità.
>
> «Corretta» è l'informazione che tace dei massacri compiuti in questi
> giorni, insieme all'attacco al Libano, sulla gente di Gaza, perché
> non perda l'abitudine.
> I morti qui sono almeno 130.
> L'associazione Médecins du Monde ha segnalato «la particolare
> gravità delle ferite», dovute all'uso di armi proibite di nuovo tipo.
> I medici dicono di non aver mai visto «ustioni così specifiche,
> concentrate nella parte inferiore del corpo e che provocano una così
> alta propensione alle amputazioni».
> Il ministero palestinese invoca un'inchiesta indipendente.
> Ed esibisce schegge «traslucide e invisibili ai raggi X», con sopra
> la scritta «test», che paiono essere la causa delle bruciature che
> portano inevitabilmente alle amputazioni. (3)
> Ma chi ascolta i medici palestinesi e francesi?
> Chi domanda che cosa giustifica un'aggressione sterminatrice sulla
> gente di Gaza?
> Non certo Emilio Fede, né Toni Capuozzo.
> Perciò l'addetto-stampa di Olmert, Assaf Shariv, ha tutto il diritto
> di rallegrarsi sul Jerusalem Post: «La stampa estera intervista
> quattro volte più israeliani che libanesi o palestinesi». E cita i
> risultati: «Un sondaggio di Sky News mostra che l'80 % dei
> telespettatori ritiene giustificata la devastazione del Libano, e
> danno la colpa agli Hezbollah».
> Conosco la faccenda: una lettrice scrive anche a me, «per fortuna
> non sono bianca o nera come lei, ma mi sembra che il suo
> accanimento, più che per la ricerca della verità, sia per la
> denigrazione degli ebrei in quanto tali».
>
> Dire la verità equivale a denigrare.
> Indignarsi per lo sterminio in corso, è bianco-e-nero.
> Goebbels non riuscì mai a far passare le «buone ragioni del Terzo
> Reich» a proposito dei lager.
> Sono i successi dell'hasbara.
> Come esulta il Jerusalem Post, «Israele ha richiamato in servizio
> le 'riserve' medianiche», per far trionfare la verità senza bianco-e-
> nero.
> Il «Ministero della Verità» israeliano lavora a pieno ritmo.
> Gli arruolati sono i professionisti, probabilmente pagati.
> Poi ci sono i volontari dilettanti.
> Il ministero degli Esteri ha creato un software «gratuito, sicuro e
> utile» che gli attivisti possono scaricare per organizzare la
> disinformazione e l'intimidazione della stampa.
> Una volta scaricato lo strumento, che si chiama
> Megaphone, «riceverete aggiornamenti e link istantanei ad importanti
> sondaggi internet, la segnalazione di articoli che richiedono una
> reazione, ecc.», spiega una lettera del suddetto ministero firmata
> da Amiri Gissim, capo dell'Hasbara Department.
> Insomma, poniamo che CNN, la 7 o Canale Cinque facciano
> un «sondaggio» (pseudo-sondaggio) fra gli ascoltatori, sul Libano e
> la Palestina.
> «Megaphone» ve lo segnala all'istante, sicchè voi potere «votare»
> immediatamente cliccando su un pulsante elettronico.
>
>
>
> Oppure, poniamo che il Guardian o Blondet scrivano un
> articolo «problematico, che richiede una risposta»: Megaphone ve lo
> segnala, e potete subissare i colpevoli di mail minacciose, insulti
> di antisemitismo, razzismo, negazionismo.
> Se sono giornalisti dipendenti, potete chiedere il loro
> licenziamento all'editore.
> «Le guerre odierne si vincono con l'opinione pubblica», dice il
> proclama ministeriale ebraico:
> «è il momento di attivarsi e dare voce alla parte israeliana nel
> mondo. abbiamo bisogno di 100 mila utenti di Megaphone per fare la
> differenza».
> L'utile strumento, cari lettori non in bianco-e-nero, è scaricabile
> al sito Giyus.org: approfittatene. «Giyus», in inglese, sta
> per «Give Israel your united support», ma in ebraico è la parola che
> significa «mobilitazione».
> Mobilitazione bellica, propaganda bellica: ossia la verità più
> oggettiva.
> Attenzione, perché qualche menzogna antisemita continua a filtrare,
> nonostante la vigilanza.
> Per esempio, la notizia che Bush «ha accelerato la spedizione ad
> Israele di bombe a laser» per spezzare l'imprevista resistenza
> Hezbollah.
> «Due Airbus 310 pieni di bombe al laser GBU 28 sono atterrati a
> Prestwick presso Glasgow per rifornimento di carburante. è lo stesso
> aeroporto usato dalla CIA per le renditions», scrive il Telegraph.
> Ecco un'informazione scorretta, da sopprimere - e Riotta l'ha
> soppressa.
>
> Le GBU destinate in fretta a Israele, almeno cento, sono bombe da
> 250 chili guidate al laser, concepite per spaccare i bunker, e
> perciò appesantite con uranio impoverito: la civiltà occidentale,
> dopo le devastazioni, regala ai libanesi anche la prossima epidemia
> di cancro.
> E la spedizione è avvenuta nelle ore in cui, secondo Channel 4
> inglese, Condi Rice era a Roma come «onesto mediatore» per
> una «tregua» che ha - apparentemente - bloccato.
> Il 16 luglio, la BBC ha sparato una «breaking news»: «Grave
> escalation del conflitto».
> Ma il servizio non riguardava le duemila missioni di bombardamento
> di Giuda che quel giorno stavano distruggendo ogni ponte, strada,
> centrale elettrica e persino la centrale del latte del Libano; bensì
> un razzo Hezbollah su Haifa.
> Questa la grave escalation.
> Idem Channel 4, reportage dal titolo «Lebanon burns»: ma del video
> di quattro minuti, tre erano dedicati ad Haifa, la città martire.
> Il Telegraph ha presto imparato (subissato da mail) ad adeguarsi
> alla verità.
> Il 15, breve notizia sui morti del villaggio di Marwahen in Libano,
> dove i bombardieri di Sion hanno attaccato dal cielo un paio di
> pulmini di famiglie in fuga dall'inferno: 20 massacrati, nove dei
> quali bambini.
> Ma la notizia è affondata in un articolo con il seguente
> titolo: «Iran sotto accusa mentre si estende la battaglia in Libano».
> Quale battaglia?
> Questa è guerra unilaterale, protesta Uri Avneri: la protesta di
> questo ebreo coraggioso resta confinata su internet, Riotta e Il
> Corriere non la vogliono.
>
>
>
> Nei servizi di informazione corretta (corretta dal Ministero)
> Israele invariabilmente «risponde», «reagisce»: l'iniziativa è
> sempre degli altri, i «terroristi» (anche il Terzo Reich chiamava i
> partigiani «banditen» e «terroristen»). (4)
> Se l'atrocità del giorno è troppo grossa, se su internet circolano
> troppe foto di bambini carbonizzati, scattate da coraggiosi
> fotoreporter che rischiano la vita, allora si allestisce un servizio
> speciale che ricorda: Israele «combatte per la sua stessa
> esistenza», messa «in pericolo».
> Israele ha diritto «all'auto-difesa».
> E parte un filmato sull'olocausto...
> La diretta TV sul cosiddetto vertice di Roma voleva essere completa.
> Ma quando il ministro libanese Siniora ha evocato le 17 mila
> violazioni della sovranità libanese compiute da Israele, una mano
> corretta ha troncato la diretta: non si faccia contabilità notarile,
> siamo qui per «la pace», il corridoio umanitario, non si parli di
> aggressori e di aggrediti.
> Il corridoio umanitario, beninteso, è stato liquidato dalla Rice.
> In caso estremi, interviene l'ambasciatore.
> Alla radio svizzera del Ticino è arrivata la protesta
> dell'ambasciatore Aviv Shir-On.
> Tra l'altro, nella sua protesta si legge: l'islamismo «è una cosa
> che dovrebbe preoccupare voi, così come preoccupa me, perché dopo
> aver raggiunto i loro obiettivi in Medio Oriente, potrebbero
> mettersi a dare la caccia anche a voi. Non dimenticatevi i missili
> di 3.000 chilometri di gittata che sono in mano degli iraniani, i
> quali hanno creato gli Hezbollah, li hanno addestrati e li hanno
> dotati dei razzi che uccidono i civili israeliani».
>
>
>
> Qui c'è una deliberata menzogna in un atto ufficiale: l'Iran non
> dispone affatto di missili di gittata 3 mila chilometri, anche se
> l'hasbara ebraica continua a ripeterlo.
> Ed anche se li avessero, perché dovrebbero puntarli su Berna?
> La Svizzera non minaccia Teheran di annichilimento.
> Beh, questo genere di menzogne non funziona tanto bene in Europa.
> Funziona meglio in USA, su una popolazione in piena paranoia
> apocalittica.
> E perciò la macchina dell'hasbara là non si limita a frenare la
> verità, emette fumi di menzogne senza il minimo pudore.
> La Fox News il 26 luglio ha mostrato i soliti filmati di Beirut su
> cui si alzano colonne di fumo dei bombardamenti.
> Il titolo in sovrimpressione però diceva: «La minaccia nucleare».
> I due giornalisti titolari della speciale, Hannity and Colmes, hanno
> mostrato dei contatori Geiger.
> A che scopo?
> L'ha spiegato l'esperto, ospite della serata, Chaim Dallas;
> sedicente direttore di un fantomatico «Center for Mass Destruction
> Defense».
> Questo ebreo ha ripetuto una dozzina di volte il concetto: «Non ho
> il minimo dubbio che in futuro i terroristi useranno una bomba
> nucleare contro gli Stati Uniti, e un sacco di radioattività cadrà
> sugli americani».
> Battere il ferro: stessa serata, sempre su Fox, programma «The big
> story» di John Gibson: intervista all'«esperto antiterrorismo»
> Robert Strang.
> Il quale asserisce: «Cellule di Hezbollah sono già qui in territorio
> americano.
> Sono una grossa presenza in USA, e sono qui già prima di Al Qaeda».
>
>
>
> Conclusione: «sì, guardiamo quello che succede in Israele e Libano;
> ma ciò di cui noi esperti siamo davvero preoccupati è la possibilità
> di un altro attentato terroristico sul suolo americano o agli
> interessi americani all'estero». (5)
> E' proprio quello che dice l'ambasciatore agli svizzeri;: attenti,
> Hezbollah può colpire anche voi. Con il pubblico americano si può
> osare di più: Hezbollah è già tra noi, forse ne avete uno sotto il
> letto.
> E subito dopo, è apparso il ricorrente messaggio di Al Qaeda, con il
> solito «Al-Zawahiri» meglio truccato del solito (un cachet argento
> sulla barba) che parlava, probabilmente, da Hollywood.
> E' questa l'informazione corretta approvata da Riotta, questo
> maestro di giornalismo, come da Emilio Fede.
> In Israele da cui origina, almeno la chiamano «hasbara», propaganda.
>
>
> -----------
> Note
> 1) Gil Hofman, «Israel calls up media 'reserves' », Jerusalem Post,
> 17 luglio 2006
> 2) Gianni Riotta, «Primo: fermare gli Hezbollah», Corriere della
> Sera, 26 luglio 2006.
> 3) Jennie Matthew, «Misterious wounds from israeli shells in Gaza»,
> Middle East Online, 27 luglio 2006.
> 4) «Chi controlla le parole controlla il pensiero» (Orwell, 1984),
> il sistema sovietico ha fatto immenso uso di questa tecnica. Qui si
> può aggiungere che, alla fine, l'uso di parole «corrette» finisce
> per controllare il pensiero non solo dei soggetti dominati, ma anche
> dei dominanti. Per esempio, già Golda Meir in una celebre intervista
> alla BBC disse che «non c'è una nazione palestinese, i palestinesi
> non esistono». Questa è la politica israeliana: i palestinesi non ci
> sono, non sono nulla. Il genocidio è già nella mente prima che negli
> atti.
> 5) «Hezbollah and Al Qaeda are here in USA and ready to spring at
> any moment», Newshound, 27 luglio 2006.
>

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