domenica 25 maggio 2008
domenica 11 maggio 2008
Foggia città martire
martedì 6 maggio 2008
A proposito delle "radiose giornate"
TORNANO I CAMERATI
 
Dalle foibe rocciose del Carso
Dalle fosse comuni Emiliane
Dalle acque rossastre del Po 
E dai campi di guerra del mondo
 
Con la nera camicia sul petto
Con il Fascio nascosto nel cuore
Stan marciando con il Tricolore
Stan tornando a combatter con noi
 
Sono i nostri fratelli ammazzati
Da quell’odio fraterno codardo
Di chi scelse di star col nemico
Di chi al fine la Patria tradì
 
Son bagnati di sangue di eroi
Han negli occhi dei puri la luce
Hanno amato l’Italia ed il DUCE
E non hanno rimpianti da dir
 
Accogliamoli come fratelli
Ascoltiamo le loro parole
Con la mente, con gli occhi e col cuore
Siamo degni di loro vivendo
 
Sia d’esempio la loro passione
Sia d’esempio il loro coraggio
Sia di monito il loro messaggio
Per combattere senza arretrare
 
Hanno dato il futuro alla Patria
E noi siamo per loro il futuro
Ed é un sacro dovere lottare
Come loro già fecero un dì
 
Ci han lasciato una nera camicia
Da indossare per dare battaglia
Per salvare e far grande l’Italia
Come loro sognarono un dì.
 
 
 
 
 
Alessandro Mezzano
giovedì 1 maggio 2008
La disperazione al governo
La disperazione al governo
 
di Nicola Cospito
 
 
    La vittoria di Berlusconi e 
del centro-destra nelle elezioni politiche del 13/14 aprile è stata dovuta 
soprattuto allo scontento creato dal governo Prodi che si è mostrato tanto 
incapace di avviare a soluzione un qualsivoglia problema del paese, dall’ordine 
pubblico alle morti sul posto di lavoro, tanto per citarne due a caso, quanto 
arrogante nell’amministrazione e nella gestione delle risorse. Basti pensare 
all’ottusità del ministro Padoa Schioppa nelle vicende relative al tesoretto, ai ritardi nel rinnovo dei 
contratti di lavoro (ad esempio quello della scuola) o alla politica scolastica 
di Fioroni così caotica e incongruente e che tanti danni ha recato a quella che 
è l’istituzione forse più importante del Paese, visto che le è affidata la 
formazione delle giovani generazioni. E’ mancata una politica dei prezzi, è 
mancata una politica della casa, è mancata una politica di riforme 
moralizzatrici e veramente innovative. Il governo Prodi ha sposato in pieno i 
dogmi del liberismo economico rimanendo prigioniero delle logiche perverse del 
mercato e del mondialismo. Nulla è stato fatto comunque per arginare l’invasione 
dei prodotti cinesi e indiani e per rilanciare la domanda interna. La vicenda 
dell’Alitalia, infine, la dice lunga sull’inefficienza  dei manager nominati d’ufficio con 
emolumenti d’oro e sull’incapacità dell’amministrazione Prodi di difendere nella 
sostanza la compagnia di bandiera. Questi e altri motivi simili, dicevamo, hanno 
determinato il cambio della guardia a Palazzo Chigi riportando nella stanza dei 
bottoni il cavaliere Silvio Berlusconi che, comunque, di certo, non rappresenta 
il nuovo nel nostro paese, visto che ha già governato per lunghi anni, il cui 
bilancio è stato parimenti negativo a quello del governo Prodi. Che dire ? Hanno 
forse gli italiani troppo rapidamente dimenticato le leggi ad hoc come il falso 
in bilancio o la legge Gasparri sull’editoria? O i condoni tesi a fare cassa ? O 
la disastrosa gestione dei prezzi al momento della introduzione dell’euro, 
quando venne lasciato campo libero alle speculazioni o agli aumenti 
indiscriminati ? O l’avventura in Iraq nella vergognosa sudditanza 
all’imperialismo USA e alle manie sanguinarie del texano di Washington, di cui 
Berlusconi si è reso complice morale e materiale nella desertificazione di un 
paese di millenaria civiltà? E potremmo continuare. Certamente no o almeno non 
tutti gli italiani. Il problema è che la gente non sapeva cosa fare e per chi 
votare. Mentre l’astensionismo, per il quale anche il nostro Movimento si è 
battuto, è cresciuto considerevolmente con un  milione e mezzo in più, rispetto alle 
precedenti elezioni, di italiani che non sono andati al seggio, coloro che non 
hanno voluto rinunciare  a quella 
che è ormai una vana e sterile abitudine, hanno solo scelto qualcosa di diverso 
rispetto al governo Prodi. Pur di mandare a casa il “professore”, avrebbero 
votato anche per il portiere del loro stabile. Tutto qui.
Ora però c’è il banco di prova. La crisi è 
profonda ed endemica e difficilmente sarà avviata a soluzione da chi ha 
contribuito a scatenarla. Il governo Berlusconi, prigioniero e ostaggio della 
Lega e delle sue pretese sul federalismo fiscale e quant’altro, comincia già il 
suo cammino in salita. Mentre scriviamo sono ancora in corso le trattative nella 
spartizione delle poltrone. Il paese aspetta delle risposte concrete e 
immediate. Partendo da una legge elettorale che consenta una vera espressione 
della volontà politica del cittadino, sottraendo alle monarchie oligarchiche delle segreterie 
dei partiti la scelta dei parlamentari e favorendo senza sbarramenti di sorta 
una autentica selezione ed un autentico rinnovamento  della classe dirigente, per arrivare ad 
una saggia politica scolastica fondata su investimenti massicci, tutti quelli 
che sono finora mancati e al recupero del potere d’acquisto degli stipendi. 
Senza parlare dell’emergenza abitativa da avviare a soluzione attraverso una 
legge che ridimensioni i prezzi ingiustificatamente portati alle stelle dalle 
ditte immobiliari.
  
 Noi siamo tra quelli che non 
credono che dai personaggi mediocri che compongono le attuali compagini 
legislativa ed esecutiva potranno venire i provvedimenti e gli interventi che il 
paese aspetta. Il tempo, e non bisognerà aspettare molto, come al solito , ci 
darà ragione.