domenica 16 agosto 2009

VERITA' SU BOLOGNA, CIAVARDINI INNOCENTE

 

Dopo 29 anni da quel tragico 2 agosto del 1980, la strage della stazione di Bologna costituisce sempre una delle tante tessere insanguinate che compongono il lugubre mosaico dei troppi misteri irrisolti della storia della Prima Repubblica. Dall'attentato di cui fu vittima Enrico Mattei alle cosiddette stragi mafiose dei primi anni '90, ogni elemento riconduce alle drammatiche vicende di un Paese succube di interessi antinazionali che ha visto scorrere fiumi di sangue innocente senza ottenere che venisse fatta giustizia.
A distanza di 30 anni, però, qualcosa si muove e la doverosa riapertura delle indagini sulla strage del 2 agosto rappresenta certamente un primo passo verso la verità, anche se i tempi biblici della giustizia italiana - e gli interessi inconfessabili di chi non vuole che ad essa si giunga - non forniscono nessuna certezza. Inoltre, le accuse infamanti e le persecuzioni che hanno travolto un intero ambiente umano e politico sono ferite profonde che difficilmente potranno rimarginarsi completamente.
L'unico dato certo, oggi, confermato ulteriormente dalle dichiarazioni rilasciate lo scorso anno da Francesco Cossiga e, pochi mesi fa, dal terrorista internazionale Carlos - pur nella diversità degli scenari descritti - è rappresentato dal fatto che alle 85 vittime innocenti del vile attentato si debba aggiungere ancora il nome dell'allora diciassettenne Luigi Ciavardini che - seppure adesso usufruisca della semilibertà - rimane l'unico ad aver realmente pagato; essendo divenuto, ormai, il simbolo del colpevole di comodo, utile ad assimilare la verità ad una chimera.

Forza Nuova rinnova il proprio immutato cordoglio ai familiari delle vittime e ribadisce la dovuta solidarietà a Luigi Ciavardini e ai suoi familiari, che con lui hanno pagato, senza alcuna responsabilità, le dolorosissime conseguenze dei lunghi anni di infamante morte civile a cui è stato sottoposto.

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