giovedì 8 aprile 2010

Fw: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"










 





 


 


 


 








 GENESI ED EVOLUZIONE DELLA
PAROLA "DESTRA"
di Gianfredo Ruggiero






Mai termine fu più ambiguo e carico
di contraddizioni della parola “destra”.


In questa definizione possiamo
trovare, dal punto di vista politico, storico ed ideologico, tutto e il
contrario di tutto.


Destra è di fatto un
contenitore
, o se preferite un’etichetta, che ben si adatta a tutto
ciò che non è riconducibile alla sinistra, basta aggiungervi un opportuno
aggettivo e il gioco è fatto. Abbiamo infatti una Destra reazionaria,
tradizionalista, cattolica e antimoderna, quella di De Maistre e di René
Guénon, una Destra paganeggiante, quella di Evola e di Alain De Benoist, una
Destra cristiana conservatrice, quella compassionevole dei teocon americani
patrocinata e sostenuta da Bush, un Destra monarchica e una destra
repubblicana, la
Destra storica di Cavour e la destra rautiana, abbiamo una
Destra razzista, quella del National Party Sud Africano di De Klerk e del KKK
americano e una Destra golpista, quella dei colonnelli greci, di Pinochet e di
Videla e, per finire, la contraddittoria Destra Sociale.


Insomma c’è una destra per
tutti, per tutti i gusti e per ogni
convenienza.


Queste destre, tra loro distanti e
spesso in conflitto, hanno però qualcosa in comune. Hanno in comune, in
antitesi alla sinistra, un certo patriottismo identitario e, soprattutto,
l’accettazione del principio del libero mercato teorizzato da Adam Smith il
quale sostiene, come il suo omologo di sinistra Karl Marx, che alla base di
una moderna società vi siano solo le dinamiche economiche, tutto il resto fa
da corollario.


Per la destra lo Stato è una
sovrastruttura, spesso costosa e inefficiente, tuttavia indispensabile per
garantire la massima diffusione dell’economia liberale. Non a caso lo slogan
preferito della destra è: meno stato e più mercato.


La
Destra
,
declinata come dir si voglia, è quindi sinonimo di capitalismo, come sinistra
è sinonimo di egualitarismo.


Il termine “destra” nasce
ufficialmente in Francia nel 1789 con la “Rivoluzione Francese” per indicare i
parlamentari dell’Assemblea Costituente che siedono alla destra della
presidenza.


In quella grande mattanza, tra teste
mozzate e terrore giacobino, va al potere la borghesia illuminata e nasce la
moderna democrazia parlamentare, forma di stato basata sul potere assoluto dei
partiti che, come ben sappiamo, invadono e sfruttano ogni ambito della società
civile.


Da precisare che il termine
democrazia viene spesso usato a sproposito come sinonimo di libertà,
pluralismo e rispetto dei diritti umani. Niente di più
errato
: Voltaire, ad esempio, ritenuto il padre della democrazia,
era, come una buona parte dei pensatori illuministi razzista, antisemita e
sostenitore della schiavitù americana.


In Italia il termine destra fa la sua
prima apparizione nel 1861 con il primo Parlamento unitario per indicare,
anche in questo caso, i deputati e i senatori che si collocano a destra
nell’emiciclo.


L’Italia risorgimentale nasce ad
opera della borghesia piemontese con il sostegno militare ed economico delle
massonerie di Francia e Inghilterra di cui il movimento carbonaro, come pure
la Giovine
Italia di Mazzini, erano un’emanazione e viene strutturata
sul modello francese a partire dalla bandiera tricolore, altro simbolo
massonico. Nasce così uno stato fortemente centralizzato e
repressivo
che a Milano con Bava Beccaris spara cannonate sulla folla
che chiede il pane e nel sud d’Italia si impone con le baionette e con
massacri indicibili di contadini: questa è la destra elitaria che ha fatto
l’unità d’Italia nella totale indifferenza popolare.


Anche se molti cattolici hanno
attivamente partecipato al risorgimento come Manzoni, Silvio Pellico e Massimo
D'Azeglio, il nuovo stato unitario voluto dalla destra è fortemente
anticlericale
e avversato dalla Chiesa per la questione di Porta Pia
che ha posto fine, dopo due millenni, al suo potere temporale.


Alla confisca dei beni ecclesiastici
e alla chiusura dei conventi operati dalla destra storica al potere,
la Chiesa
romana di Papa Pio
IX
reagì scomunicando
Vittorio Emanuele II e, con il famoso “non
expedit
”, proibendo ai cattolici di partecipare attivamente alla
vita politica italiana. I cattolici torneranno ad impegnarsi in politica solo
dopo il primo dopoguerra con il partito popolare di Don
Sturzo.


L’Italia governata dalla
destra è totalmente priva di servizi sociali
: non esiste la scuola
pubblica, le uniche scuole sono private e destinati ai figli della borghesia o
confessionali; la sanità, anch’essa privata, è riservata ai ricchi, i meno
abbienti devono affidarsi alle strutture caritatevoli. Non esiste ne pensione
ne assistenza contro gli infortuni: un operaio o un contadino che subiva un
incidente sul lavoro era abbandonato a se stesso; lo sfruttamento minorile era
una pratica ritenuta normale ed ampiamente diffusa. Questa era l’Italia voluta
e governata dalla destra che raccoglierà Mussolini nel
1922.


Il Fascismo, e qui entriamo in uno
dei più grandi equivoci semantici della storia e della politica, viene
considerato dalla pubblicistica marxista, e comunemente accettato, come
fenomeno di destra. Niente di più errato.


Il Fascismo con la destra non
ha nulla a che spartire.


Sfido chiunque a citarmi un qualunque
documento di epoca fascista in cui si parla di destra. Anzi in un suo celebre
discorso Mussolini ebbe a dire: “I
nostri programmi sono decisamente rivoluzionari. Le nostre idee appartengono a
quelle che in regime democratico si chiamerebbero “di sinistra”; il nostro
ideale è lo Stato del Lavoro…noi siamo i proletari in lotta contro il
capitalismo….il pericolo autentico, la minaccia contro cui lottiamo senza
sosta, viene da destra”.
Così Benito Mussolini.


Il Fascismo non è ne destra ne
sinistra, ma è una sintesi tra le due ideologie arricchite con delle felici
intuizioni finalizzate all’interesse nazionale.


Il Fascismo infatti integra la
libertà d’impresa e la tutela della proprietà privata della destra con il
principio di giustizia sociale della sinistra, inserendovi la "Socializzazione
delle Imprese", ossia la partecipazione dei lavoratori alla ripartizione degli
utili e alla gestione delle grandi aziende e il principio corporativo della
democrazia diretta attraverso l’ingresso nel Parlamento e nelle Istituzioni
dei rappresentanti della società civile. Nasce così lo Stato Sociale
Corporativo, terza via tra socialismo e capitalismo (anche se
solo parzialmente realizzato, calato dall'alto e attuato in una cornice
totalitaria, processo poi interrotto dalle vicende belliche). In quegli anni,
grazie al sostegno del governo e alla diffusa libertà d’impresa, nascono o si
rafforzano tutte le grandi industrie, ora finite in mani straniere dopo essere
state svuotate e trasformate in semplici marchi.


Stato Sociale che ha
permesso all’Italia, attraverso un vasto piano di opere pubbliche e alla
nascita di istituiti come l’INPS, l’INAIL, l’IRI e provvedimenti come
l’abolizione del lavoro minorile, i contratti di lavoro collettivi, la
liquidazione, la Magistratura del lavoro, lo Statuto dei lavoratori,
l’assistenza all’infanzia, le case popolari, le terre risanate ai contadini…
di rimanere in piedi quando a seguito della crisi di Wall Street del ’29
tutte le economie occidentali di stampo capitalista crollavano miseramente
producendo fame, disoccupazione di massa e violenza diffusa, soprattutto in
Germania, America e Inghilterra.


Stato Sociale Fascista poi ripreso da
Rooswelt con il New Deal americano che, tuttavia, non sortì alcun effetto in
quanto applicato in un contesto capitalista (l’America uscì dalla depressione
solo con l’entrata in guerra, fortemente voluta dall’influente apparato
industriale e finanziario americano).


Con la seconda guerra mondiale si
conclude l’esperienza fascista, ma non le sue idee che vengono riprese dal
Movimento Sociale Italiano, erede della Repubblica Sociale Italiana.


Inizialmente il Msi si
dichiara apertamente fascista
. Con l’introduzione della legge Scelba
del ’52 che vieta la ricostruzione del partito fascista si pone i problema di
come definirsi. Iniziò allora a circolare la parola destra che fu
ufficializzata nel 1973 da Almirante con la nascita della Destra Nazionale.
Anche i simboli cambiano con l’abbandono del fascio littorio sostituito dalla
croce celtica, anche se estranea alla tradizione romano-fascista.


In quegli anni, caratterizzati da un
fortissimo avanzamento politico della sinistra marxista, il Msi subisce una
vera e propri invasione di giovanotti borghesi timorosi di perdere la
fabbrichetta del babbo o la seconda casa al mare. Queste nuove leve di
fascista non hanno assolutamente nulla, del fascismo hanno assimilato solo gli
aspetti esteriori in chiave folcloristica e il mito della violenza (viva Duce,
saluti romani e morte ai compagni: in questi slogan – purtroppo ancora in voga
– si riassume il loro livello culturale). In realtà questi missini sono solo
degli anticomunisti che, delusi dalla Dc del compromesso storico, vedono nel
Msi una diga contro il comunismo dilagante.


Questa nuova linfa contribuirà a
spostare il Msi su posizioni di destra filoamericana e costituirà, soprattutto
con l’ascesa di Gianfranco Fini alla presidenza del Fronte della Gioventù nel
1977, la nuova classe dirigente del partito. Nomenclatura che ritroveremo poi
ai vertici di Alleanza Nazionale divenuta prima corrente esterna di Forza
Italia e poi fagocitata dal partito di Berlusconi, non dopo aver abbandonato
tutti gli ideali e valori che hanno caratterizzato i cinquant’anni del
Msi.


Con la nascita di Alleanza Nazionale
finalmente la destra fa la destra, abbandona definitivamente
tutte le residue connotazioni fasciste per accettare appieno il modello
americano, quello del pugno duro, della tolleranza zero e della meritocrazia
esasperata, contribuisce al definitivo smantellamento dello Stato Sociale,
diventa antifascista e laica, accetta il mito del libero mercato, la società
multietnica e la globalizzazione economica. Del vecchio Msi rimane solo un
certo patriottismo oramai scolorito che cozza con la politica estera
scodinzolante nei confronti dell’America e il mito identitario che fa a pugni
con l’apertura all’immigrazione, soprattutto islamica.


E veniamo alla Destra Sociale che
rappresenta il tentativo velleitario e per certi versi truffaldino di
conciliare il fascismo sociale e riformatore con il libero mercato, attraverso
la formuletta della “economia sociale di mercato” che altro
non è che capitalismo caritatevole.


In questo contesto si spaccia per
sociale ciò che in realtà è solo assistenzialismo per giunta
gestito dai privati che ne fanno un vero e proprio business (vedi Caritas e
sindacati), allo Stato è riservato l’onere di mantenere, con i cosiddetti
ammortizzatori sociali, i disoccupati scaricati dagli industriali che trovano
più remunerativo chiudere le fabbriche in Italia per poi riaprirle all’estero
(in epoca fascista una tale politica, oggi favorita dalla destra, non sarebbe
stata tollerata perché contraria all’interesse
nazionale).


La Destra Sociale sostiene la
cogestione tedesca, l’azionariato operaio americano e il principio di
sussidiarietà di Leone XIII che altro non sono che espedienti per rendere il
capitalismo un tantino umano e togliersi dai piedi i relitti della società, ma
che nulla hanno a che spartire con lo Stato Sociale Fascista e con la
socializzazione delle Imprese della Repubblica Sociale
Italiana.


Il Progetto di Destra Sociale era
destinato fin dall’inizio a fallire perché o si è di destra o si è
fascisti
. Alemanno, il principale esponente di questa corrente, una
volta eletto Sindaco di Roma grazie a Berlusconi ha trovato del tutto naturale
passare dall’altra parte della barricata, mentre le destre che si definiscono
sociali (la
Destra di Storace e la Fiamma di Romagnoli) si sono tutte accasate alla
corte di Berlusconi che, come ben sappiamo, a parte il piglio
decisionista che tanto piace a destra, di fascista e di sociale ha ben
poco.


Fine ingloriosa di una destra che
pensava di essere altro.


Gianfredo
RUGGIERO,
presidente Circolo culturale Excalibur




Veniamo da destra,
guardiamo a sinistra e...andiamo oltre


CIRCOLO CULTURALE EXCALIBUR





Alternativa
Verde


Varese (Italia) - Codice Fiscale: 91049420127


 





sabato 27 marzo 2010

Sugli scogli con tutta la bottiglia



 

 

Sugli scogli con tutta la bottiglia

 

 

Avendo ricevuto questo messaggio,  anche in nome del fatto che sono stato alcuni anni fa tra i fondatori e gli animatori della Fiamma Tricolore, non voglio esimermi da un sia pur sintetico commento. .

La Fiamma, guidata ormai da oltre sette anni da Romagnoli, in queste ultime settimane non solo ha fallito la sua strategia elettorale inseguendo invano  i liberalmassoni del PdL e  facendosi mettere anche alla porta senza nemmeno tante scuse, ma ha confermato la totale assenza di una qualunque linea politica sbandando clamorosamente  nell'offrire l'appoggio elettorale ai candidati dell'UDEUR di Mastella, il peggio del peggio. Sarebbe interessante sapere da Romagnoli perchè e con quali vantaggi... per il partito. La sensazione che si ha dall'esterno, e comunque dal nostro osseervatorio, è che la Fiamma sia immersa in una crisi profonda e irreversibile dalla quale non riuscirà a riprendersi. Ormai la nave, pur non essndo riuscita ad uscire dalla bottiglia, è andata ad infrangersi sugli scogli, Un miracolo che solo Romagnoli poteva fare...

 Bene avrebbe fatto Luca ad ascoltare, all'inizio del suo mandato europeo nel 2004, i reiterati inviti del MNP a sposare la linea dell'alternativa e fare della Fiamma il punto di riferimento per un'area che non chiedeva altro se non di essere ricompattata. Così non è stato. Romagnoli. segretario  di evidenti limiti, ha preferito dialogare con il nemico ed oggi mette la fiamma al palo. annullandone completamente l'identità. A questo punto una cosa sola gli resta da fare. Riconoscere i propri errori e dimettersi. Ma vedrete che non lo farà. Scommettiamo ?

 

Nicola Cospito

 

Ufficio  Politico MNP


 

 

 

 

 

 

 

 

----- Original Message -----
Sent: Saturday, March 27, 2010 2:08 AM

Subject: R: Astensione


da parte del Segretario Nazionale in risposta alla mail di Roberto Bevilacqua

Dispiacciono le tue dimissioni e dispiace ancor più che anche tu affidi ad
internet la tua delusione; devo pertanto fare altrettanto nel risponderti.
Siamo tutti responsabili del nostro insuccesso e non discuto in internet del
perchè e del percome: dico solo che se si vuole tentare la via "dell'esserci
comunque" si cerca la strada con largo anticipo e non si arriva il giovedì
pomeriggio dell'ultima settimana per fare il punto della situazione. Eri anche
tu a cena con me e i segretari del Lazio appena 10 giorni prima del sabato di
presentazione.
Astensione? Per poter dire: abbiamo vinto perchè avevamo fatto appello
all'astensione ed infatti X% dei votanti si è astenuto? Chi aveva fatto questa
proposta, dopo essere stato a cena con noi, è sparito (sempre comunicando su
internet che "dal buio voleva tornare alla luce"), senza la discrezione di una
telefonata e soprattutto, manco a dirlo senza le firme di un'intera provincia,
dove neanche un anno fa mi avete -insieme alle elezioni europee-, mandato al
solito inutile massacro come Presidente.
Astieniti pure.
Astenetevi pure.
Luca Romagnoli

LEGGETE E DIFFONDETE PURE QUESTA
Luca Romagnoli


venerdì 19 marzo 2010

Comunicato

 

   Movimento Nazional Popolare

Direzione Nazionale

Roma

 


 

 

 Le vicende elettorali con  il caos delle liste  hanno mostrato a tutti gli italiani lo stato fatiscente delle istituzioni liberaldemocratiche e la sempre minore credibilità dei meccanismi rappresentativi dell'Italia liberalberlusconiana.    Il passaggio dalla democrazia bloccata di democristiana memoria  alla democrazia dei trucchi e degli espedienti finalizzati, prima di tutto, ad impedire il rinnovo di una classe politica ormai allo sbando mai come adesso si è manifestato in maniera così evidente. Leggi, leggine, decreti ad listam, esclusioni, ricorsi, riammissioni , unite a regole diverse da regione a regione, hanno gettato gli italiani, se ce ne fosse ancora bisogno, nella confusione più totale.

  Il Movimento Nazional Popolare, che da sempre, ha sottolineato la necessità per tutte le forze antagoniste al sistema liberaldemocratico di unirsi in un Blocco Nazionale capace di dare voce agli italiani che sono stanchi del malgoverno, della  inefficienza e della corruzione, in queste elezioni regionali appoggerà, dove sono presenti, le liste di Forza Nuova. Dove Forza Nuova non sarà presente, la  scelta non potrà che essere quella dell'astensione.

   La situazione comunque evidenzia ancora una volta per tutti i nazionalpopolari  la necessità di intensificare un'azione politica finalizzata alla creazione di un unico movimento di liberazione nazionale capace di presentarsi agli italiani come forza di opposizione al partitismo decrepito ma anche come forza di alternativa e di governo. Questo è il lavoro che ci attende nei prossimi mesi e al quale tutti i militanti sono chiamati sin d'ora.

 

Nicola Cospito

Ufficio Politico MNP

 

 

 

 

sabato 6 marzo 2010

Fw: Siamo al "libero arbitrio"!












Con la furbata del "decreto interpretativo", un'autentica
presa per i fondelli della legge, il Governo di Silvio Berlusconi HA
SANATO
le irregolarità che avevano escluso dalle elezioni le liste
del PDL di Silvio Berlusconi.

Milioni di italiani nella loro vita hanno dovuto subire le
regole che "la legge non ammette ignoranza", "la
documentazione deve essere
completa", "i
termini vanno rispettati
", "i documenti e certificati devono
essere tutti in regola
" e, quando queste regole per qualsiasi motivo
non le hanno rispettate o potuto rispettare, TUTTI,
inesorabilmente, hanno dovuto pagarne o ne pagano le conseguenze,
molte volte anche pesanti.

Oggi, nella peggiore delle repubbliche delle banane,
quella che si chiama Italia e che una volta era la patria del diritto, è stato
stabilito e certificato che chi ha il potere
può SANARE tutte le irregolarità che gli
interessano, sue, del suo partito e della sua lobby.

Non sappiamo cosa abbia spinto il Presidente della
Repubblica a firmare simile porcata, pressioni, ricatti, timori per il
dopo, quello che è certo è che da oggi l'Italia è diventata la PATRIA
DEL LIBERO ARBITRIO.

 

Adriano Rebecchi

Ufficio Politico del MNP


  

    


lunedì 22 febbraio 2010

Fw: Commento al comunicato di Massimiliano Mazzanti - Esecutivo Naz. Area Destra










 

 

Oltre la destra e la
sinistra


Per la
Nazione

 

Caro Mazzanti,

 

 

   Siamo nel 2010. Il
mondo del nostro tempo è un mondo dominato dall'ingiustizia e
dall'ipocrisia, disordinato e caotico,  reso tale dal liberismo, quello di
destra e quello di sinistra. Distinguere oggi una destra e una sinistra è come
dire se stare con la montagna o con la palude dei tempi della rivoluzione
giacobina. Non ha assolutamente senso. Più correttamente bisogna dire che oggi
la destra è rappresentata da Berlusconi e dalla sua lobbie del malaffare
corrente e la sinistra dal malaffare pregresso. Tutti liberali, tutti corrotti,
tutti parassiti e sanguisuga del nostro popolo. Oggi non di destra dobbiamo
parlare, ma di NAZIONE. E' l'unica cosa che ci interessa perchè è la NAZIONE che
dobbiamo ricostruire. Qualcuno, se ben ricordi,  ce lo ha insegnato. Noi
vogliamo rivolgerci a tutto il popolo italiano, non solo ad una parte.
Vogliamo rappresentare tutti e a tutti dobbiamo rivolgerci. La mia
non  è una posizione ideologica sulla quale discutiamo da tempo. E' la
realtà per come viene percepita dalla gente comune che ha schifo per la politica
e continua a votare solo per abitudine.

    Caro Mazzanti,
devo dirti che più che inseguire i pagliacci del circo berlusconiano, noi
dobbiamo mirare  a conquistare le simpatie degli operai di Termini
Imerese, dell'Alcoa, dei giovani disoccupati e senza futuro, della popolazione
dell'Aquila tradita una, due, infinite volte, l'attenzione della gente che
soffre per il malfunzionamento e i guasti della sanità pubblica, che va in
ospedale e non trova posto o deve aspettare mesi per una visita medica,
l'attenzione
degli sfrattati, di chi non riesce a
comprare una casa e di chi tocca con mano ogni giorno l'assenza dello
Stato, ridotto ad una girandola di maniaci, corrotti, pidocchi e vermi di
una struttura in decomposizione. Di Gasparri, Fini, Berlusconi, anali e falliti
vari non ce ne importa un fico secco. Se potessimo, li manderemmo tutti  a
spaccare le pietre come meritano, dato che, oltre che dello scardinamento del
paese con la loro incompetenza, sono responsabili di avere
svenduto l'Italia alla cricca USA/Israel, di averla ridotta ad una
portaerei americana pronta per ogni genere di aggressione.

   Noi siano eredi di una
tradizione nazionale, sociale e rivoluzionaria e ci interessa fare esplodere le
infinite mine sociali di cui è disseminato il nostro paese. Per questo dobbiamo
organizzare una forza politica fiera e determinata, votata ad una opposizione
totale, fatta da uomini senza prezzo.  Qui è in gioco l'avvenire
dell'Italia e contendere, all'insegna dei giochetti e dei trucchetti
liberaldemocratici, qualche briciola a una cricca di cialtroni traditori, non ci
interessa affatto. Noi vogliamo scrivere la storia, acquisire un posticino ben
pagato succhiando magari mammelle avvelenate è una cosa che, al solo pensiero,
 ci provoca ribrezzo. E allora caro Mazzanti è avanti che dobbiamo
guardare, Fiuggi è  lontana, il 1995 è passato da un pezzo e  presto,
grazie a Dio, passerà anche Berlusconi.

   Il nostro Movimento lo
dobbiamo costruire con energie nuove e pulite, non con mestieranti e vecchi
marpioni della politica. Questo è che la gente perbene si aspetta da noi, non
altro.

 

Nicola Cospito

 


 

 

 

 

----- Original Message -----


Sent: Sunday, February 21, 2010 1:43
PM

Subject: Commento Politico di Massimiliano
Mazzanti - Esecutivo Naz. Area Destra


Commento Politico di
Massimiliano Mazzanti - Esecutivo Naz. Area
Destra

 
Silvio Berlusconi è
insoddisfatto della struttura del PdL? Il Cavaliere potrebbe in qualche modo
tornare sui suoi passi e tornare a dividere le sorti di Forza Italia da quelle
di Alleanza nazionale? In verità, è difficile immaginare uno scenario del
genere, ma, se la PdL dovesse in qualche modo implodere, quali opportunità e
quali rischi correrebbe, la Destra politica
italiana?Il rischio maggiore, è
certamente  quello di una rinascita di Alleanza nazionale, magari senza
Gianfranco Fini e guidata da un Maurizio Gasparri o un Gianni Alemanno. Una tale
formazione, potentemente organizzata col vantaggio di una presenza al governo e
diffusa nelle istituzioni sparse in tutto il territorio nazionale, potrebbe
avere capacità di attrazione tra la militanza e l’elettorato che - stante le
persistenti divisioni e spaccature tra le altre sigle – continuano a considerare
“di destra” quella classe dirigente e il gruppo a cui appartiene.
Di contro,
una rinnovata concorrenza tra FI e An potrebbe anche aiutare la crescita dei
movimenti di destra o, meglio ancora, di un partito unico della Destra che fosse
in grado di esprimere una posizione politica e un programma spendibili per il
governo del Paese. Anzi, una tale formazione – vista tatticamente, nel breve e
medio periodo, come opportunità di indebolire gli ex-An - potrebbe trovare in FI
anche una sponda interessante, oltre che interessata. L’agitarsi di
problematiche di tale natura nella PdL, poi, restringe e di molto le tempistiche
concesse alla Consulta per l’unità dell’area costituita da AreaDestra per
raggiungere i risultati sperati. Fatta salva la regola che afferma come in
politica nulla sia mai certo e definitivo, è di tutta evidenza come, perdurando
le divisioni nella Destra non allineata al PdL, un’eventuale concorrenza sul
territorio con una “destra già al governo” vedrebbe tutti gli altri alquanto
svantaggiati.
Si creerebbe, da un certo punto di vista, la situazione che An
ha vissuto per anni nei territori della Lega, dominati facilmente da un partito
che, a seconda dei casi, poteva giocare la carta del partito di piazza o quella
del partito di governo. La speranza, da questo punto di vista, è che
nell’eventuale “costola destra” della PdL resti proprio Gianfranco Fini, con le
sue per lo meno bizzarre posizioni politiche che aiuterebbero certamente la
disaffezione degli elettori e dei militanti da quel gruppo. E, comunque, se Fini
decidesse di costruire qualcosa in splendida solitudine, la “costola destra” del
PdL troverebbe in lui un ulteriore competitore che permetterebbe a una nuova
Destra di far risaltare la sua ritrovata coerenza e unità. Infine, questa
situazione suggerirebbe di trovare quanto prima una tattica e una strategia di
comportamento verso i berlusconiana, improntate alla massima pragmaticità,
nell’intento di trarre dal rapporto con la”costola forzista” dell’attuale PdL i
massimi vantaggi possibili, in termini di visibilità e agibilità politica.

Ovviamente, però, tutto questo discorso dovrebbe essere comunque
accompagnato da un’intensificazione degli sforzi e delle energie organizzative e
miltanti, in modo da estendere e rafforzare in ogni parte del Paese la cinghia
di trasmissione delle idee e dei progetti della Destra politica italiana.

Massimiliano Mazzanti
mazzanti@areadestra.it




Annoiato? Prova i giochi di Messenger!

domenica 21 febbraio 2010

Fw: COMUNICATO MNP










 

   
COMUNICATO

MNP

 

 

 

  Mentre scriviamo questo
messaggio, decine di bravi giovani camerati stanno lavorando in tutta Italia per
presentare le liste di Forza Nuova alle prossime elezioni regionali. Si trattta
di uno sforzo notevole e, come tale. certamente encomiabile perchè, ancora una
volta Davide ha deciso di sfidare Golia. Un Golia che altri non è se non il
moloch del liberismo al tramonto, che tanto male ha fatto al nostro paese,
disastrandolo nei suoi gangli vitali, corrompendolo nelle ossa, distruggendone
l'identità, avvelenandone l'anima.

    A sostegno di
Forza Nuova siamo schierati noi del Movimento Nazional Popolare e i
militanti di Area destra che non hanno potuto accettare i giri di valzer di uno
Storace sempre più prono al berlusconismo e pronto a vendere se stesso e quanto
resta del suo sgangherato partito, in cambio di un posto alla regione Lazio che
comunque, con ogni probabilità, non arriverà.

     Le elezioni
della prossima primavera, al di là di quello che sarà per noi  il risultato
in termini numerici, segnano sin d'ora un fatto oggettivamente nuovo e positivo,
e cioè l'aggregazione progressiva di forze che hanno deciso di scendere in campo
contro il bipolarismo forzato e contro il regime del ladrocinio e della
corruzione, il regime dei politici parassiti, sanguisuga delle finanze
pubbliche.  Un primo passo deciso nella  direzione giusta che è
quella della costruzione di un movimento di liberazione nazionale
capace di organizzare finalmente una opposizione vera e destinata a crescere nei
prossimi mesi. Un'opposizione non solo ideologica, ma fatta di programmi,
progetti, soluzioni efficaci ai problemi del nostro paese che i liberisti
corrotti non sanno e non vogliono affrontare, presi dal mangia mangia quotidiano
e dal malaffare che ha svuotato le casse dello Stato.

   In questo senso, mentre
i giovani di Forza Nuova e del MNP cercano di dare vita ad uno schieramento
autenticamente nostro, ben radicato nella nostra storia politica e nei principi
nazional popolari e rivoluzionari, tutti i camerati, stanchi del berlusconismo e
della corruzione, devono sentire il dovere di appoggiare
questo sforzo perchè finalmente nessuna energia vada perduta
. Deve essere
messo in atto insomma un passa parola efficace per fare sapere a tutti
che è arrivato il momento di  fare sventolare con orgoglio le nostre
bandiere contro i liberisti di tutte le salse. Se i camerati non
disperderanno i voti, se non si faranno abbindolare dai soliti mercenari di
turno venduti al PdL sionista e antiitaliano, getteremo insieme le basi di un
progetto politico di ampio respiro e la lobbie che ha ridotto in schiavitù il
nostro paese dovrà fare i conti con noi.

  Nei prossimi comunicati avremo
modo di illustrare i termini del nostro progetto per la rinascita
dell'Italia-

 

 

 

Il Movimento Nazional
Popolare

Ufficio Politico